Ksystof Lavrinovic

Sette giornate alle spalle e un terzetto al comando di un campionato che ancora non ha espresso gerarchie ben definite. Dalla quarta posizione in giù ci sono ben 10 squadre racchiuse in due soli punti, in testa Milano ha avuto il turno di riposo per riflettere dopo il “suicidio” di Eurolega col Partizan ed è la capolista virtuale, avendo giocato una partita in meno di Siena e Cantù, vittoriose, ma non senza soffrire, contro Varese e Caserta.

Il Montepaschi, confermando di non essere ancora al top, ha subito una pesante rimonta da una Cimberio coraggiosa, scesa in Toscana – pur senza gli infortunati Fajardo e Rannikko – senza timori reverenziali e che è riuscita a giocarsela grazie alla precisione nel tiro da tre, compensando l’ennesima serataccia di un Justin Hurtt ormai a fine corsa (in bilico anche Talts). Pianigiani ha rischiato quando il blackout dei suoi a metà 3° quarto ha dato l’inerzia del match in mano a Varese, per recuperarla ha avuto le risposte auspicate dal quartetto italiano – con Aradori in quintetto a dividersi il ruolo di guardia con Kaukenas (e Rakocevic in tribuna per il turnover) – mentre per vincerla si è affidato al suo uomo migliore, l’unico da cui sembra non poter prescindere, ovvero Ksystof Lavrinovic (un dato su tutti: con lui in campo Siena ha vinto di 18, senza ha perso di 13, quindi il lituano ha determinato un differenziale di 31 punti in favore della corazzata toscana). L’ha chiusa Moss, anche grazie alla difesa che ha favorito la palla persa decisiva di Kangur, preso in estate da Siena e lasciato in prestito a Varese, a pochi secondi dalla fine. Pianigiani dovrà lavorare sulle troppe palle perse (20) e i pochi recuperi (6) indotti dall’intensità della sua difesa. Rimanere in alto in Serie A ormai è nel dna della truppa mensanina, ma l’obiettivo principale può e deve essere l’Eurolega, quella che in settimana porterà al PalaEstra in una sfida assai importante l’Unics Kazan, già battuto di 8 in terra lituana.

Gianluca Basile

La rivale di Cantù, in una sfida a dir poco fondamentale, sarà invece il Nancy e la squadra di Trinchieri ci arriverà spinta dall’entusiasmo per aver battuto Caserta – che peraltro, complici gli infortuni, pare in fase di ridimensionamento dopo la partenza sprint e sicuramente in difficoltà sotto le plance – esaltata dalla prova da “seconda giovinezza” di Basile (23 punti con ottime percentuali balistiche), dalla preziosa dote energetica di Lighty e dalla visione di gioco illuminata di Cinciarini, che ha sfiorato la doppia cifra di passaggi smarcanti soprattutto grazie alla buona intesa sul pick-and-roll con Shermadini. Ma anche con la preoccupazione per l’infortunio che ieri ha tolto di scena probabilmente per tempi lunghi Marko Scekic (lesione del collaterale mediale del ginocchio destro, situazione da rivalutare entro i prossimi 15 giorni) e si va ad aggiungere a quello che rende dubbio per giovedì il rientro di Vlado Micov.

Ricky Hickman

LE INSEGUITRICI – Tra le inseguitrici provano ad emergere Pesaro e Venezia, uniche a quota 8 con 6 partite giocate. Quella della neopromossa è la storia più bella di questo inizio di campionato. Ad un gruppo già consolidato e pronto ad affrontare la Legadue sono stati aggiunti, al momento del ripescaggio, due elementi di qualità come Szewczyk e Bowers, che stanno incidendo ed hanno reso più completa la rotazione di una squadra che è meno dipendente di un anno fa dal tiro di Clark. E poi c’è sempre “Forever” Young, grande giocatore e splendido professionista che da una decina d’anni ormai si diverte a perforare i canestri di tutta Italia, assolutamente determinante – insieme ai 7 punti nel supplementare di Fantoni – per sbancare Biella e centrare la quarta vittoria consecutiva. Un premio meritato per la truppa di Andrea Mazzon, che ha parecchi punti nelle mani ma anche sull’efficacia e la consistenza difensiva ha costruito il suo ottimo percorso di inizio stagione. Pesaro ha potuto lavorare per una settimana al completo in palestra e gli effetti si sono subito visti. Contro una Benetton giovane e ancora discontinua, che ha fatto arrabbiare Djordjevic per un livello di energia e di applicazione rimasto sotto il livello di guardia, (ma che era – ad onor del vero – in viaggio da più di una settimana, con la trasferta a Casale e quella a Monaco in Eurocup a precedere quella sull’Adriatico, e già domani arriva a Treviso lo Spartak San Pietroburgo), la banda di Dalmonte ha mostrato di essere sulla strada per definire le gerarchie interne previste ad inizio stagione. Per la prima volta quest’anno infatti sono stati i tre americani (57 punti sugli 83 di squadra) a far volare la Scavolini Siviglia, che in queste settimane ha comunque dimostrato di avere diverse frecce al proprio arco. La crescita di White (primo ventello per il capocannoniere dell’anno passato) – che si sta avvicinando alla migliore condizione – e Jones fa ben sperare i tifosi e l’ambiente pesarese. L’obiettivo di Dalmonte, come riconosciuto dal coach, ora sarà quello di avere più continuità e meno fiammate per esprimere la forza della squadra, che deve partire sempre dalla difesa per avere la possibilità di correre, e lavorare sui tiri liberi (Pesaro è 15ª con un modestissimo 69% e contro Treviso ha fatto anche peggio, fermandosi sotto il 66%). E per lavorare meglio in palestra ed alzare il livello degli allenamenti ci sarà per almeno un paio di mesi (ma non c’è l’intenzione di tesserarlo) anche Jake Blankenship, ala-centro americana, di padre greco, classe ’89, in attesa di passaporto comunitario.

Terrell McIntyre


L’ADDIO –
Terrell McIntyre è costretto a lasciare la Virtus per colpa del problema all’anca che continua a tormentarlo e non lo lascia in pace. Ma lo ha fatto giocando un’ultima partita sul dolore e, da grande campione qual è, ovviamente l’ha vinta con i punti decisivi dalla lunetta nell’ultimo minuto. Se ne va uno dei migliori playmaker di tutti i tempi del campionato italiano, per quello che ha fatto in campo e quello che ha vinto. Ma anche perché è stato un grande professionista, apprezzato dovunque è stato, anche nella breve parentesi bolognese, dove è servito – come riconosciuto da coach Finelli – anche da esempio, e non solo sotto il punto di vista tecnico, per i compagni. E’ la prima vittoria esterna per la Canadian Solar (che inserirà Vitali e Lang, sfruttando il turno di riposo), arrivata contro una Fabi Shoes al quinto k.o. in fila ma che ha mostrato qualche passo avanti (Coby Karl il migliore, in crescita i lunghi) all’inizio della cura-Valli, che deve però ancora trovare il modo di rivitalizzare un pallido McNeal.

REALIZZATORI – In un’epoca in cui le esplosioni realizzative sono sempre più rare, fa sicuramente bene allo spettacolo il trentello di Jacob Pullen. 10/19 su azione per il rookie di Biella (al 2/10 iniziale ha fatto seguire un mostruoso 8/9), letteralmente scatenato nell’ultimo quarto, che ha raggiunto la fuggitiva Venezia praticamente da solo. Con una tripla praticamente impossibile allo scadere ha mandato tutti al supplementare. Poi però il suo show è risultato vano, l’Umana ha ripreso in mano la partita e proprio lui ha sbagliato il tiro libero del pareggio a 5” dalla fine. Comunque una grande prova che, per un soffio, non ha dato ai piemontesi di un incisivo Dragicevic (16+11) la vetta della classifica.

Marco Crespi

IL DEBUTTO – Meglio di così non poteva esordire Mustafa Shakur. Il nuovo play di Casale ha firmato 30 punti con 11/16 dal campo, 4 rimbalzi e 3 assist e grazie alla sua serata di vena i piemontesi hanno conquistato i primi due punti stagionali, tornando a casa vittoriosi dalla trasferta irpina contro Avellino. Dalla sua presenza ha subito ricavato grandi spazi e occasioni David Chiotti, che ha risposto con 22 punti, e, in attesa di perfezionare l’intesa con Janning e ritrovare Temple dopo l’infortunio, la squadra di Crespi può respirare. Anche perché ha intanto agganciato in classifica Montegranaro e Teramo, che ha mostrato grande coraggio in una situazione difficile (Brandon Brown in campo nonostante la perdita del padre avvenuta poche ore prima della gara, Wanamaker infortunato nel 3° quarto) e si è arresa solo negli ultimi 5’ alla Vanoli ispirata da Wafer e dall’esordiente Kakiouzis.

LA SOSTA – Il turno di sosta in questo campionato “dispari” continua ad avere un impatto positivo sui risultati delle squadre. Nell’anticipo di sabato, Sassari, con la difesa che ha lanciato i suoi corridori in campo aperto e un fenomenale Travis Diener come direttore d’orchestra (11 assist), ha battuto una Roma ridotta all’osso dagli infortuni (inutile la settima doppia cifra consecutiva di Datome, unico a riuscirci finora), dimostrando di aver beneficiato della settimana di pausa. Per le squadre reduci dalla sosta, il bilancio è 4 vinte e 2 perse.


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