EA7 Emporio Armani Milano

Alessandro Gentile, MVP delle Finali (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

Alessandro Gentile, MVP delle Finali (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

Gentile: 8,5. È lui, il Capitano, a prendersi le maggiori responsabilità in attacco e a non smettere mai di crederci, anche con Siena sul +8 a 7 minuti dal termine. Ed è lui che, continuando ad attaccare, spesso forzando, ma spesso guadagnandosi preziosi viaggi in lunetta, non fa affondare Milano, preparando il terreno per la rimonta decisiva. MVP a 22 anni, alza il trofeo di Campione d’Italia a Milano 18 anni dopo suo padre Nando, dimostrandosi suo degno erede.
Cerella: 6. In campo per 4 minuti per far infiammare il pubblico; si iscrive comunque anche lui a referto.
Melli: 7,5. Chi non lo ritiene un cuor di leone vedendo gara 7 ha dovuto ricredersi: gara di spessore per il giovane reggiano, unico giocatore in doppia cifra insieme a Gentile (11 punti) e gran lottatore sotto i tabelloni (13 rimbalzi): nel finale, quando si decide la partita, Banchi lo preferisce a Samuels e Lawal. E ha ragione.
Hackett: 6,5. Continua a non essere al meglio fisicamente, e si vede: per 35 minuti non riesce mai a battere l’uomo dal palleggio, faticando non poco a rendersi utile comunque; poi, però, spinge il cuore oltre l’ostacolo, e segna un gioco da tre punti pesantissimo.
Kangur: 4,5. Entra in campo ma forse con la testa è da un’altra parte. Sbaglia un comodo layup in contropiede e perde un pallone in 3 minuti; abbastanza per Banchi per toglierlo definitivamente dalla gara.

Curtis Jerrells, autore della tripla del pareggio (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

Curtis Jerrells, autore della tripla del pareggio (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

Langford: 6,5. Come Gentile, vorrebbe risolvere la partita da solo, ma vuoi la stanchezza, vuoi che la “cazzimma” ce l’ha solo il Capitano, fatica parecchio, soprattutto da fuori (0/4) e ai liberi (1/4). Segna comunque punti importanti che tengono a galla l’Olimpia nel suo momento peggiore.
Samuels: 5,5. Parte fortissimo, con 6 punti nel primo quarto, ma in pratica si ferma lì. Anzi, a lungo andare la sua goffaggine diventa quasi dannosa, anche se una sua stoppata durante la rimonta finale si rivela preziosa.
Wallace: sv. Un minuto in campo per poter dire “c’ero anch’io”.
Lawal: 6,5. In difesa fatica tremendamente contro Hunter, e in attacco è praticamente inesistente (oltre a sbagliare 4 liberi su 4), ma… Ma si fa trovare pronto quando serve, tramutando in 4 punti due rimbalzi offensivi nel quarto periodo all’inizio della rimonta.
Moss: 6,5. Nel primo quarto sembra un giocatore rinvigorito rispetto a quello spento e stanco visto nelle ultime gare. Ma è pura forza di volontà, perché col passare dei minuti cala visibilmente, tornando però a essere un fattore nel finale, con difesa, palloni sporcati e la tripla che taglia le gambe a Siena.
Jerrells: 6,5. Anche lui poco incisivo, contribuisce però alla causa con tre palloni recuperati e la tripla del pareggio a 4 minuti dal termine.

Montepaschi Siena
Viggiano: 5,5. Segna due canestri pesanti in momenti delicati della partita, di cui uno per l’ultimo massimo vantaggio (+8) a poco più di 7 minuti dalla sirena. Ma, per il resto, combina ben poco.
Hunter: 6,5. Meno prorompente del solito in attacco, dove un paio di volte va fuori dalle righe, va forte a rimbalzo (10) e riesce comunque a dare un discreto contributo.

Vendetta incompiuta per l'ex MarQuez Haynes (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

Vendetta incompiuta per l’ex MarQuez Haynes (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

Haynes: 7. Luci e ombre, ma non si può non premiare la voglia e l’impegno di questo ragazzo, che vede a un passo la possibilità di “vendicarsi” battendo in finale la squadra che l’ha scaricato appena tre mesi dopo averlo ingaggiato. Ci prova in tutti modi, in entrata, da fuori e servendo i compagni (14 punti e 4 assist), fino alla fine, ma spesso la foga gli ruba lucidità (4 perse, qualche forzatura di troppo).
Carter: 7,5. È il principale artefice della rimonta senese che ribalta la partita nel terzo quarto: chiude con 13 punti e addirittura 8 rimbalzi, ma è molto limitato dai falli (di cui uno sanguinoso e assolutamente inutile su Lawal nel secondo quarto), che costringono Crespi a tenerlo in campo solo per 24 minuti.
Janning: 5,5. È il giocatore che rimane di più in campo in assoluto (35 minuti), segno che Crespi ha bisogno di lui per far girare la squadra. Ma, in realtà, sembra il lontano parente del giocatore dominante visto a Siena in gara 3 e 4. La voglia c’è (6 rimbalzi), l’intelligenza pure, ma la stanchezza inizia a farsi sentire e, soprattutto, forse a mancare è il sangue freddo: 2/11 al tiro per soli 7 punti, è lui il “grande assente” dei biancoverdi nella partita più importante.
Ress: 5,5. Gioca poco e forse “sente” la partita più di altri, non nel senso che “se la fa sotto”, ma che è più consapevole dei suoi compagni di cosa significhi questa gara, l’ultima del glorioso recente passato della Mens Sana, che tra pochi giorni scomparirà. Capitano vero, fino alla fine e oltre la sirena, quando va ad abbracciare e consolare i suoi compagni.

Erick Green, indiavolato nel secondo tempo (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

Erick Green, indiavolato nel secondo tempo (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

Nelson: 5. Combina poco o nulla, tanto che spesso Crespi preferisce schierare quattro piccoli con Viggiano da ala forte. L’exploit dell’ultimo quarto di gara 5 è un lontano ricordo.
Green: 8. Semplicemente pazzesco, segna in pratica in un quarto d’ora tutto quello che ha sbagliato in sei partite e mezzo (15 punti in 17 minuti). Nel secondo tempo, Carter è protagonista della prima rimonta senese, che porta al pareggio, e poi lui raccoglie il testimone e continua l’opera, segnando praticamente ogni tiro a cavallo tra terzo e quarto periodo e portando i suoi a +8. Nel finale può poco, come i suoi compagni, di fronte al prepotente rientro milanese.