Viktor Sanikidze

Penultima giornata d’andata a dir poco pazzesca e ricca di emozioni e sorprese. Non accadeva da tempo immemore di veder cadere contemporaneamente le tre big del campionato: Siena ha ceduto sul campo della Canadian Solar, che si installa con merito al secondo posto ed è l’unica squadra ancora imbattuta in casa, visto che l’Emporio Armani è stata sgambettata da una Benetton alquanto traballante nelle ultime uscite. Invece Cantù ha rimediato una brutta legnata a Montegranaro. Almeno quelli delle due lombarde erano incontri che, vista la classifica, potevano essere considerati alla portata. Ma in questo campionato l’equilibrio è clamoroso e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Così capita di vedere Varese che continua ad alternare la faccia buona (in casa) e quella meno buona (in trasferta) sfatando il tabù Avellino che non batteva in casa da 5 anni, Biella che – nello scontro tra le due squadre con le più lunghe serie perdenti in corso – rianima anche Caserta e sembra non saper più vincere (5° k.o. consecutivo), viceversa Pesaro e Venezia non riescono più a smettere (terzo successo in fila per entrambe), mentre Casale – che era una delle più in forma – cade nello scontro diretto con una rediviva Banca Tercas e torna ultima da sola. I colpi di scena davvero non mancano.

E promette di offrirne parecchi anche l’ultima giornata di andata che, oltre a sistemare l’ordine dei piazzamenti sulla griglia delle Final Eight di Coppa Italia, deve definire le ultime due squadre che staccheranno il biglietto per Torino. In questa giornata, alle quattro già sicure si sono aggiunte l’Umana e la Scavolini Siviglia, ma ci sono ancora tre formazioni in corsa per due posti. La classifica dal 7° posto in giù colloca Varese e Avellino a quota 16, seguiti da Caserta, Sassari, Biella e Roma con 14 punti. Ma, mentre i capitolini sono tagliati fuori perché devono ancora osservare il turno di riposo ed hanno finito il loro girone d’andata con la quarta sconfitta al supplementare, l’Angelico – apparentemente in corsa – non ha speranze in virtù dello scontro diretto favorevole solo con Avellino. Cimberio (attesa da Teramo) e Sidigas (ospita Venezia) sono le grandi favorite, avendo due punti di vantaggio con una vittoria sarebbero al sicuro ed eviterebbero di addentrarsi sulla nebbiosa strada dei calcoli degli scontri diretti (che comunque volgono al sereno soprattutto per Varese, in svantaggio solo con il Banco Sardegna), ma possono anche contare su diverse combinazioni di risultati che li porterebbero a Torino pure in caso di sconfitta. Rimane comunque qualche chance pure per Sassari, impegnata nello scontro diretto con Caserta che, al contrario, anche vincendo non riuscirebbe comunque ad andare alle Final Eight (in virtù della sconfitte subite con Cimberio e Sidigas).

Sani Becirovic

BECIROVIC – Se i risultati consacrano le ambizioni di alta classifica di Bologna, che stende prima di tutto sul piano della fisicità e dell’atletismo (37-27 a rimbalzo, con 19 carambole del solo Sanikidze!) una Siena andata a folate e con diversi punti interrogativi (da salvare solo Andersen e Rakocevic), a livello individuale è Sani Becirovic il grande protagonista della giornata. E’ lui il vero artefice della vittoria a Milano di una Benetton che prova a reggere e lotterà per tirarsi fuori dalle sabbie mobili nonostante abbia già cambiato tanto e al Forum abbia proposto il 10° quintetto base diverso (con l’esordio di Goree versione 2.0). Becirovic ne ha messi 23, di cui 14 nel solo 4° periodo, incluso il canestro del sorpasso finale: Milano ha provato a contenerlo in vari modi, ma non c’è mai riuscita. L’Emporio Armani delude, incappa nella seconda sconfitta consecutiva, si attira pure qualche fischio e la beffa è che l’ultimo tiro finisca nelle mani del più giovane, quell’Alessandro Gentile – determinante per la rincorsa degli ultimi minuti, ma scentrato nel tiro dall’arco – da poco arrivato proprio da Treviso, che, raddoppiato, non riesce a punire i suoi ex compagni. Scariolo deve lavorare per ridare tranquillità ad una squadra da cui è lecito attendersi maggiore intensità e qualità, che dimostra di subire la pressione e va a tirare i liberi tremando (13/24 di squadra, orrendo 54%: in stagione è solo decima con un non esaltante 73%).

Ivan Zoroski

MONTEGRANARO – La caduta di un tifoso che si sporge troppo dalle ringhiere e viene trasportato d’urgenza in ospedale è l’appendice negativa della sfida tra Sutor e Cantù. Per fortuna l’allarme per il tifoso pare rientrato, ma la partita ha fatto notizia più per questo che per quanto mostrato in campo. Sul parquet infatti di partita non ce n’è stata molta. Montegranaro, di fronte ad una Bennet irriconoscibile – per cui Trinchieri si è assunto ogni responsabilità – l’ha dominata e vinta con pieno merito, grazie ad una clamorosa tenacia ed intensità difensiva. Sarà un caso che sia arrivata in coincidenza con la scelta di Valli di far partire dalla panchina e ridurre il minutaggio di Karl che McNeal (in coppia: 15 punti, 5/12 dal campo, 11 di valutazione)? Zoroski, dall’inizio del campionato uno dei più continui, ha festeggiato il prolungamento fino al termine della stagione con 22 punti e grandiose percentuali.

ROMA, MALEDETTO OVERTIME – Dopo Bologna, Varese e Avellino, anche Pesaro supera dopo un tempo supplementare l’Acea a cui davvero troppo spesso sembra mancare qualcosa per completare l’opera. In questo caso è mancata anche un po’ di fortuna, perché se fosse entrato l’ultimo tiro di Slokar la partita sarebbe finita nei regolamentari. E sarebbe stata tutta un’altra storia. Invece una palla che gira sul ferro ed esce anziché entrare può cambiare parecchio. Se n’è accorta Roma, che ha rischiato di vincere, ma non può recriminare troppo per la sconfitta (90-56 per la Scavolini nella valutazione), visto il massacro subito a rimbalzo (43-29) e l’incapacità di sfruttare le tante palle perse di Pesaro, che – priva dell’infortunato Cusin e con Jones annullato da un magistrale Tonolli – ha trovato ancora grandi cose da White e Hickman e pure una sontuosa doppia-doppia da Lydeka. La Scavolini Siviglia adesso è una delle squadre più in forma, ha centrato la terza vittoria in fila e la quinta nelle ultime sei. Un bel riscatto per coach Dalmonte, passato in un mese da quasi esonerato a grande protagonista col quarto posto alla pari con Cantù e Venezia.

Szymon Szewczyk e Tamar Slay

VENEZIA SCATENATA – L’Umana è un’altra squadra che continua a vincere e convincere. Il biglietto per le Final Eight di Coppa Italia è un premio meritato per la truppa di Mazzon che ha schiantato Sassari (che sta valutando se concedere un po’ di riposo ad un Travis Diener non in buone condizioni), soffrendo solo un po’ nel 2° quarto e nell’attacco alla zona. Venezia conferma di non essere la classica neopromossa, ma di essere squadra solida, che si esalta se può correre in contropiede e sa spartirsi le responsabilità: terza vittoria in fila e quarta nelle ultime cinque, scivolando solo a Roma. Cinque uomini in doppia cifra di media – dai 13.7 di Clark ai 10.7 di Bowers – sono un dato importante, indice di un gruppo esperto, consolidato anche dall’annata al piano di sotto, che sa giocare insieme e che ha assimilato bene l’inserimento di Szewczyk (21+8 contro Sassari) e Bowers (43.2% da tre).

TERAMO – La riscossa di Teramo, reduce dai successi su Montegranaro e Milano, raggiunge il proprio apice nello scontro diretto per la salvezza a Casale. Ha esordito Goods, quindi la Banca Tercas può finalmente dire di avere trovato una nuova guardia da quintetto, ma in attesa di capire meglio cosa potrà fare l’ex Stanford (9 punti, 2/7 al tiro), l’ha vinta Dee Brown con i suoi 23 punti e le due triple nell’ultimo minuto. E’ la seconda miglior prestazione stagionale per “One-man fastbreak”, che sta vivendo una stagione sull’ottovolante, ma sembra trovarsi meglio in trasferta. Casale invece pareva uscita dal tunnel del brutto inizio di stagione, ora dopo tre sconfitte in fila c’è tornata pericolosamente dentro, con un Chiotti in calo – che Stevic sta provando a compensare – e Temple troppo spesso marginale (lui e Janning hanno combinato per 7 punti e 2/15 al tiro).


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