David Andersen

L’ultima giornata del girone d’andata ha sancito che, nonostante le quattro sconfitte (cifra inaspettata viste le ultime stagioni), Siena è ancora una volta campione d’inverno, mentre grazie ad un fantastico ultimo mese Pesaro gira la boa al 2° posto (non succedeva dal 2004, era l’anno di Djordjevic e del compianto Alphonso Ford), invece Avellino e Sassari, travolgendo Venezia e Caserta, sono le ultime due squadre a prendere il biglietto per le Final Eight di Coppa Italia, a discapito di Varese, caduta a Teramo. A Torino dunque nei quarti di finale avremo Siena contro Sassari, Milano – precipitata fino al 4° posto – troverà Bologna, Cantù sfiderà Avellino e Pesaro andrà contro l’insidiosa Venezia. Si andasse così a giocarsi la Coppa Italia, il pronostico sarebbe molto aperto. Ma manca ancora un mese e molte cose possono cambiare.

Nella giornata in cui crescono i dubbi sulla tenuta psicologica di Milano – 3° scivolone in fila – che ha ridato vita ad una Biella reduce da 5 sconfitte, Cantù con l’esordio di Brunner abbatte Bologna, Siena non convince ma vince con Montegranaro affidandosi ancora ad un ottimo Andersen affiancato dalla prima grande prova di Thornton, Avellino travolge l’Umana con un 35-11 nel 3° quarto, il Banco Sardegna abbatte Caserta concedendole appena 4 punti nel 2° quarto, Teramo in clamorosa risalita centra contro Varese il 4° successo consecutivo, gli stessi di Pesaro che spinta dall’ex di turno Hickman batte una Novipiù ultima ma fiduciosa per il ritorno.

La chiusura dell’andata è anche l’occasione per tracciare un primo bilancio su quanto hanno combinato le squadre finora, aiutati dal fatto che finalmente, in un campionato dispari, per un attimo tutte sono tornate ad avere lo stesso numero di partite giocate.

SIENA – Il bilancio è inferiore al recente passato, ma non poteva e non può essere sempre la schiacciasassi contro cui alcune negli anni scorsi partivano già battute. Curiosamente ha fatto più fatica in casa (è caduta contro Caserta e Pesaro), su un campo che era praticamente inviolabile, che in trasferta, ma grazie ad una fortissima mentalità vincente e solide basi tecniche e tattiche ha tenuto botta ad una lunga serie di infortuni, che l’hanno privata di elementi del calibro di Kaukenas, Lavrinovic e McCalebb. A +4 sulle seconde, rimane la più forte e la più affidabile sul lungo periodo.

Ricky Hickman

PESARO – Record in rosso dopo 9 giornate (4-5), con una paurosa alternanza di risultati che ha portato a cadute interne contro squadre sulla carta alla portata e imprese anche in trasferta contro formazioni del calibro di Milano e Cantù. Dopo il k.o. con Montegranaro, Dalmonte era a rischio esonero. La società ha mostrato la propria forza e ha contribuito a ricompattare e ridare fiducia a staff e squadra. La vittoria sofferta di Cremona è stata la  svolta: da lì 6 vittorie su 7 e c’è mancato un tiro libero di White per salvarsi anche a Sassari. Quello è stato l’ultimo regalo al pubblico sassarese di “The Flight”, la cui crescita dopo l’infortunio iniziale è una delle chiavi della rinascita pesarese, abbinata ad un Hickman sorprendente per continuità e ad Jones tornato ad essere arma totale. Ma la panchina resta corta e il tiro di Hackett ancora da trovare. Si cerca un lungo per allungare le rotazioni, anche perché Cusin potrebbe tornare proprio per le Final Eight.

CANTU’ – Ha fatto fatica a reggere il doppio impegno ma, considerata la scarsa abitudine del gruppo ai palcoscenici europei e l’infortunio di Marko Scekic, nel complesso ha retto bene. Ha rinunciato a Lighty per prendere un play come Gianella e poter usare solo da guardia Gianluca Basile che, con la sua esperienza, è molto importante per questa squadra. Un gruppo vero, senza superstar assolute, ma che gioca di squadra come nessuno in questo campionato. La migliore nel tiro da tre, deve crescere in trasferta e reggere l’urto delle Top 16 di Eurolega, ma ora ha aggiunto anche un combattente come Brunner, che già con le prime giocate d’energia ha conquistato i tifosi.

MILANO – La stagione è nel complesso positiva, anche se con gli investimenti fatti era lecito attendersi di più. Ma con una squadra totalmente rinnovata era inevitabile qualche passaggio a vuoto, perché neanche per un coach del livello di Scariolo è semplice assemblare tanti giocatori nuovi in poco tempo. La presenza a tempo di Gallinari ha creato qualche equivoco, la sua partenza ha eletto Hairston (ora infortunato, e la sua assenza si sente) a miglior giocatore e determinato l’arrivo di Alessandro Gentile, la rotazione lunga non è sempre un aiuto, non convince ancora per la tenuta mentale che ha portato a qualche caduta pesante e tre sconfitte in fila non sono un buon modo per chiudere l’andata. Sembra mancare un vero leader, ma la qualità è elevata ed ha già battuto Siena.

Giuseppe Poeta

BOLOGNA – Unica imbattuta in casa, dove ha costruito con un 8-0 gran parte della propria classifica, è molto più fragile in trasferta (è uscita indenne solo da Caserta e Montegranaro). Ha comunque fronteggiato bene il complesso restyling di mercato in corsa, forzato dal taglio di Homan e dall’abbandono per infortunio di McIntyre, cioè l’asse play-pivot su cui era stata pensata la squadra in estate. Merito soprattutto della crescita di Peppe Poeta, sempre più padrone di una squadra in cui gli italiani svolgono un ruolo determinante (soprattutto Gigli). E’ una bella notizia, ma per certi aspetti anche un limite perché Lang e Douglas-Roberts sono due americani che faticano ad incidere. In compenso c’è un Sanikidze a livelli extralusso, che è per distacco la miglior ala forte del campionato.

AVELLINO – Un altro capolavoro per coach Vitucci che, con la società che ha risolto i problemi societari, ha portato la squadra alla quinta Final Eight consecutiva. Perso Troutman, ha trovato un sostituto più che degno nell’esperto Ron Slay, ha cambiato Lorbek con il giovane Gaddefors, ma soprattutto stanno giocando una grande stagione Marques Green e, pur con qualche passaggio a vuoto, Linton Johnson. Il tiro da tre di Dean poi è un’arma che fa sempre male. La panchina non è lunghissima, ma Vitucci è bravo a valorizzare un gruppo adatto a correre e tirare, non casualmente il miglior attacco del campionato.

VENEZIA – Non è la classica neopromossa, ma un gruppo solido che ha già giocato insieme al piano di sotto ed ha ben assorbito l’inserimento di Szewczyk e Bowers. Clark è il miglior realizzatore ma il suo tiro sta funzionando meno del previsto, il miglior giocatore nel complesso è sempre l’eterno “Forever” Young, servirebbe la crescita della panchina per auspicare ad un salto di qualità e ad una crescita di rendimento e consapevolezza delle proprie possibilità anche in trasferta, dove ha troppe volte vanificato quanto di buono fatto in casa (si fa per dire, visto che gioca a Treviso).

Drake Diener

SASSARI – Squadra vivace, a tratti spettacolare quando può correre, che si esalta quando riceve la spinta del proprio pubblico, ma molto traballante in trasferta, dove ha vinto solo 2 volte e concesso più punti di tutti. Splendida per classe ed esperienza la coppia di guardie formata dai cugini Diener, però ha certamente sofferto i problemi nel ruolo di centro. Sbagliata la scelta iniziale di Benson, il sostituto Steven Hunter è sostanzialmente scappato, l’agile Tony Easley ha colto al volo l’occasione di salire subito dalla Legadue di Forlì, ha fatto il botto contro Pesaro, ma poi si è stabilizzato su livelli decisamente più normali.

VARESE – Stagione a due facce, sfrontata e convincente in casa (7-1), fragile e spaesata lontano da Masnago (1-7, vincendo solo a Roma al supplementare). I due record sono speculari e determinano la chiusura del girone d’andata al 50% di vittorie, un risultato comunque non scontato per una squadra uscita indebolita dal mercato estivo. Male Hurtt, a lungo a rischio di taglio, che dovrebbe però rimanere a disposizione anche ora con l’ingaggio di Tony Weeden, 28enne play-guardia in arrivo dalla Polonia, chiamato soprattutto per i persistenti problemi al ginocchio di Rannikko. Sottovalutato Stipcevic, alterni Kangur e Diawara, un rinforzo servirebbe anche sotto canestro.

BIELLA – Partita alla grande come ormai d’abitudine, è stata a lungo a ridosso della vetta giovandosi soprattutto dell’esplosività delle sue guardie Pullen e Coleman, poi la crisi di risultati con 5 sconfitte in fila, difficoltà di gioco, problemi a produrre punti e il brusco calo verso il centro classifica. La crisi di fiducia in cui era pericolosamente caduta ha forse trovato una via d’uscita con la vittoria su Milano, recuperando dal -21 del 1° quarto, difendendo e attaccando di squadra (6 uomini in doppia cifra). Andrà dove la porteranno gli esterni, su cui dovrà continuare a vegliare la saggezza di Soragna.

CASERTA – In grosse difficoltà economiche, col lavoro di coach Sacripanti ha messo in campo una squadra limitata tecnicamente, senza tanto talento, ma con grande cuore. Ha battuto Siena e Milano, Collins e Smith sono i punti di riferimento, ha reagito agli infortuni di Stipanovic e Rose, ora deve perfezionare l’inserimento di Bell (a Sassari lui e Collins 0/17 al tiro…) che può essere fondamentale soprattutto finché mancherà un Righetti fin qui a livelli da seconda giovinezza. E’ andata un po’ a strappi ma, considerata le premesse stagionali, aver sfiorato le Final Eight è un grande risultato.

Sani Becirovic

TREVISO – Partita con molte incognite a livello societario e di squadra, con stranieri di fatto noleggiati dall’America, che sono già tutti tornati dall’altra parte dell’Atlantico. Ha cambiato tantissimo, affidandosi al ritorno di Goree per chiudere il mercato, ma ha cercato almeno di creare un gruppo motivato e affiatato. Punta sui giovani, un po’ per scelta e un po’ per necessità, ed ha avuto risposte importanti, dopo la partenza di Gentile, soprattutto da De Nicolao. Tra Pesaro e il derby con Venezia è precipitata in classifica, perdendo 7 gare su 9. La vittoria a Milano firmata da Becirovic le ha ridato fiducia. Ha vissuto momenti molto difficili, lotterà per salvarsi ma almeno adesso ha un gruppo degno di questo nome.

ROMA – E’ rimasta ampiamente sotto gli standard attesi, ha avuto tanti infortuni ma ha anche dato l’impressione di essere stata male assemblata e non del tutto adatta alle idee di un allenatore tattico come Lardo. Il coach ligure è stato anche a rischio, specie dopo la sconfitta interna con Avellino – in uno dei quattro supplementari giocati e tutti persi – che aveva fatto precipitare il bilancio a 4-7 e reso la classifica preoccupante. Le due vittorie contro Teramo e Venezia hanno raddrizzato un po’ la situazione, che rimane complessa anche perché il girone d’andata è finito con altri 2 k.o. nelle ultime 3 e la vittoria a Casale propiziata solo dalla zampata finale di Tucker. Sostituito Dasic con Kakiouzis, rimane vigile sul mercato.

TERAMO – Roster costruito in ritardo, un americano (Trey Johnson) cambiato per infortunio prima del via (che ora sta giocando a New Orleans nella NBA), il sostituto (Brad Wanamaker) che si fa male praticamente alla scadenza del suo gettone bimestrale e la terza guardia che si tarda a trovare. Nel frattempo si infortuna anche Fultz, uno dei più positivi, e la squadra sembra andare alla deriva (2 vittorie nelle prime 12). Quando la situazione sembra senza rimedio, arriva McGrath con un mensile e Goods diventa la nuova guardia titolare. Ma è Borisov ad ispirare la vittoria a Montegranaro che sblocca la situazione e rilancia una Banca Tercas che con un grande Brandon Brown batte Milano, si ripete nello scontro diretto con Casale e contro Varese chiude il girone d’andata con la quarta vittoria in fila e nuove ritrovate certezze nelle proprie possibilità di salvezza.

MONTEGRANARO – Anche per ridurre le spese in una situazione economica non facile, per cui la società ha già chiesto aiuto per arrivare a fine stagione, Brunner è stato ceduto a Cantù. Il reparto lunghi rimarrà, almeno per ora, così, perché Kirksay può giocare all’occorrenza da numero 4 e verrà dato più spazio a Mazzola. Partita male, ha vissuto l’abbandono del g.m. Vacirca e poi l’esonero di Drucker, rimpiazzato da Valli. Prima del k.o. di Siena, aveva vinto 3 delle ultime 5: se non si fosse suicidata a Cremona, sarebbe uscita dalla crisi. Rimane in difficoltà, perché avrebbe bisogno di un americano più convincente di McNeal in grado di aggiungere punti a quelli del buon Zoroski, che si è meritato la conferma fino al termine della stagione.

David Lighty

CREMONA – Ha già dovuto cambiare parecchio, i due americani di inizio stagione per motivi diversi non ci sono più, uno spot da lungo comunitario ha già avuto vari padroni passando da Bavcic a Kuzminskas, poi a Kakiouzis e infine a Tusek. Finito il “noleggio” di Von Wafer, la squadra è meno dipendente dal talento individuale dell’attuale giocatore degli Orlando Magic, ma più adatta alle idee di gioco di coach Caja. Molto giovani sul perimetro con Tabu, Lighty e Roderick, e per questo discontinui, rimane squadra piuttosto zoppicante anche perché non può chiedere sempre gli straordinari a Milic.

CASALE – Ha sbagliato molto nella campagna acquisti estiva, è tornata sul mercato dopo un pessimo inizio che l’ha condizionata, ma appena in tempo prima che la situazione diventasse davvero insostenibile. Ed ha trovato l’uomo che ha ridato vita alla sua stagione: con Mustafa Shakur ha vinto 4 delle prime 6 gare, mostrando anche miglioramenti apprezzabili sul piano del gioco. Continuando con quel passo, si sarebbe tirata fuori dalle sabbie mobili e invece ci è tornata dentro con 4 sconfitte in fila (ma con Roma ha perso di 1 e con Teramo di 2), in cui sono riemersi soprattutto i problemi dell’attacco. Ultima da sola, anche se in scia alle altre, può tirarsi fuori ma, se Shakur viene isolato come a Pesaro, sono gli altri che devono salire di livello. E qui crescono le incognite.


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