Al termine dell’ultima giornata di campionato, a Milano in molti hanno esultato non solo per il secondo posto in classifica, ma anche, se non soprattutto, per l’accoppiamento con Venezia al primo turno dei playoff. L’Umana infatti, dopo un buonissimo inizio di stagione, sembra aver finito la benzina, come testimoniano le cinque sconfitte arrivate nelle ultime sei giornate di campionato, mentre Milano, al contrario, è in forma smagliante, con una striscia aperta di otto vittorie consecutive (record per questa stagione) e una chimica di squadra che migliora partita dopo partita.

Le squadre

Foto di Savino Paolella © 2012

Cook catechizza il compagno di squadra Bourousis (foto Paolella © 2012

Dal punto di vista dell’organico, quasi non c’è paragone tra le due squadre: Milano ha una squadra profonda e con parecchi giocatori che, di partita in partita, possono diventare protagonisti decisivi. Nell’ultimo periodo, in particolare, è stato l’asse play-pivot a innalzare esponenzialmente il proprio rendimento, con Bourousis sempre più produttivo in attacco e Cook che pare essersi trasformato in un cecchino dall’arco dei 6,75 m, un aspetto del gioco che fino a qualche mese fa non era esattamente la specialità della casa. Inoltre, Malik Hairston rappresenta sempre una certezza, avendo già dimostrato in diverse occasioni di saper prendere per mano la squadra nei momenti di difficoltà. Completano il quintetto Antonis Fotsis e Stefano Mancinelli, entrambi preziosi ma con cifre in lieve calo. Bisognerà anche capire il ruolo che avrà il neo-arrivato Justin Dentmon, fresco MVP della NBDL: la sua adattabilità al basket europeo, e in tempi così ristretti, rimane un grosso punto interrogativo, e per questo non si può ipotizzare quale sarà il suo utilizzo, sia quantitativamente che qualitativamente. Nel caso le cose dovessero andar male, si può pescare a piene mani da una panchina molto ricca e “variegata”: sotto canestro coach Scariolo può disporre dell’energia e dello spirito di sacrificio di Rocca, della velocità di gambe di Radosevic e dell’atletismo e della pericolosità offensiva di Melli, mentre nel back-court Alessandro Gentile, superati i problemi al tiro incontrati al suo arrivo a Milano, si sta gradualmente trasformando in un giocatore su cui si può davvero contare. Detto di Dentmon, completano il roster i cambi del playmaker, con un Giachetti finalmente convincente nel suo ruolo di play di rottura e un Filloy che, quando è stato chiamato in causa, si è sempre fatto trovare pronto.

Anche per Venezia sarà fondamentale l’asse play-pivot: soprattutto l’approccio di Clark alla gara sarà fondamentale, dato che, almeno da un punto di vista fisico, il play della Reyer è in vantaggio su quello milanese. Szewczyk invece punterà sulla sua atipicità per attirare Bourousis lontano dall’area e metterlo in difficoltà. Il polacco è una minaccia reale dalla lunga distanza (41% in stagione su oltre tre tre tentativi a partita) e molto dipenderà dalla sua capacità di alternare il gioco dentro e fuori. In guardia partirà il “vecchio” (quasi 37 anni) Alvin Young, elemento fondamentale che dovrà però dimostrare di poter reggere il ritmo di una partita ogni due giorni, mentre le due ali saranno il talentuoso Tamar Slay, che nelle ultime cinque gare di campionato ha praticamente dimezzato le sue medie realizzative, e uno tra Fantoni e Bryan, con il secondo in vantaggio sul primo per questioni di centimetri e stazza (in campionato, infatti, era partito lui tra i primi cinque contro Milano). Il sesto uomo è Tim Bowers, chiamato a portare punti dalla panchina come cambio di Young o giocando come numero 3, con Slay da 4, per un quintetto più rapido e leggero (opzione comunque rischiosa contro l’EA7). Completano la panchina il playmaker Meini, onesto cambio di Clark e poco più, le ali Rosselli, che contro i rapidi pariruolo milanesi ha fatto parecchia fatica in campionato, e Allegretti e il centro Magro; questi quattro giocatori probabilmente avranno ben poco spazio nella serie, soprattutto gli ultimi due.

I Coach

Sergio Scariolo ha vissuto un’annata tutt’altro che facile: dopo un buon inizio in campionato, la squadra ha iniziato a zoppicare, con i big acquistati in estate in palese difficoltà e un cammino difficile anche in Eurolega. Poi, piano piano, la squadra ha iniziato a ingranare e i risultati si sono visti anche sul campo, con un campionato chiuso al secondo posto grazie alla volata finale di cui si è già detto. Conscio di essere ancora ben lontano dal traguardo, il coach dell’EA7 ha deciso di sfruttare i dieci giorni di intervallo tra la fine della stagione e l’inizio dei playoff portando la squadra in ritiro per trovare la giusta concentrazione e inserire al meglio nel gruppo il neoacquisto Dentmon. Come ha detto lo stesso coach, il pericolo maggiore per la sua squadra è prendere sotto gamba l’avversario, col rischio di iniziare la serie con il passo sbagliato. Il che porterebbe Milano a innervosirsi e Venezia a esaltarsi: starà a lui preparare al meglio la squadra in questo senso e scegliere, di volta in volta, i giocatori più pronti a scendere in campo. Scariolo, come si è visto in questa stagione, è un allenatore che ama dare fiducia e una possibilità a tutti: ora è il momento di raccogliere quanto ha seminato.

Andrea Mazzon ha ritrovato il tocco magico degli anni d’oro con la Scaligera Verona, riuscendo nella non facile impresa di far dimenticare la sfortunata esperienza come coach della Fortitudo Bologna nella stagione 2007-2008. Non è sempre facile essere profeti in patria ma il coach Veneziano ha trovato proprio a casa sua il posto ideale per ritornare nel nostro paese, dopo le ottime stagioni nel campionato ellenico. Il risultato ottenuto con una neopromossa, ripescata per il rotto della cuffia sul finire dell’estate, ha del sorprendente e ripaga dell’ottimo lavoro svolto nel corso delle due ultime stagioni, con un gruppo solido e rodato costruito nel tempo. Maestro delle difese dovrà cercare però di sfruttare maggiormente l’intelligenza cestistica di alcuni uomini di rotazione in attacco, per non cadere nell’errore talvolta commesso di affidarsi troppo all’estro e al talento di Clark e Young. Il suo rinnovo a fine stagione è ancora da definire, preludio forse ad un addio nel caso il coach ricevesse un’offerta da un top team di calibro europeo.

La chiave

Per Milano, in generale, conterà molto come si ambienterà Dentmon, anche se probabilmente i milanesi potranno permettersi un suo inserimento graduale. Così, la chiave per i biancorossi sarà riuscire a imporre il proprio gioco, evitando di far sfruttare a Venezia le poche armi a sua disposizione, come l’uno contro uno di Clark contro Cook e l’atipicità di Szewczyk. L’impressione, però, è che per Venezia la coperta sia corta da un lato o dall’altro: schierando Young, Bowers e Slay contemporaneamente, la Reyer ne guadagnerebbe in attacco, ma Bowers sarebbe costretto a marcare Mancinelli in post basso, mentre inserendo Fantoni o Bryan da numero 4, sarebbe Fotsis a trarne vantaggio, potendo sfruttare di parecchio spazio a sette metri dal canestro.

 

Il pronostico di DailyBasket

3-0. Non ci sembra che ci siano molte speranze per i veneziani, che in realtà, da neopromossi, le loro belle soddisfazioni se le sono già tolte approdando ai playoff. Venezia sembra “cotta”: è vero che ci sono stati oltre 10 giorni di pausa in cui ricaricare le batterie, ma è anche vero che le disparità a livello di roster, qualità ed esperienza tra le due squadre sono notevoli, e che comunque anche Milano ha avuto gli stessi giorni a disposizione per ricaricarsi fisicamente e mentalmente. Insomma, l’EA7 questa serie può solo perderla, magari per presunzione, sottovalutando gli avversari e non scendendo in campo con la giusta concentrazione. Venezia può realisticamente tentare di vincere una gara casalinga, ma poco più.