Umana Reyer Venezia – Grissin Bon Reggio Emilia 87 – 83
Mestre (VE) – Che meraviglia. E per fare tale affermazione, dopo aver sentito la Marsigliese al poso dell’inno di Mameli, ce ne vuole. Eccome se ce ne vuole. Fatto sta che in un Taliercio davvero carico (seppur a -150 presenze dal tutto esaurito) è andata in scena una delle partite più sentite dell’anno per Venezia, che con ancora in mente la delusione dell’eliminazione in gara-7 dell’anno scorso, confeziona una partita fantastica per avere la meglio di una grande Reggio Emilia, che in due occasioni nel terzo periodo è sembrata poter essere in grado di spaccare la partita in proprio favore. È stata una partita tremendamente fisica, oltre che tecnica, nella quale alla fine la differenza l’ha fatta chi meno ti aspetti, come i due giovanotti made in Italy (si veda Tonut, Stefano e Ruzzier, Michele) che nel quarto periodo, con le loro giocate, hanno portato l’inerzia della partita dalla parte dei padroni di casa, lanciando lo sprint decisivo. Alla squadra di coach Menetti restano amarezza e rimpianti, per i tre liberi consecutivi sbagliati da Aradori nel momento decisivo della partita, e per non essere riuscita a restare solida fino all’ultimo, perdendo contatto colpo dopo colpo nel finale.
MVP Stefano Tonut: Due indizi non sempre fanno una prova, ma il secondo exploit dell’ex Trieste conferma la crescita, confermata da coach De Raffaele in sala stampa, ed il sempre miglior ambientamento del figlio di Alberto, che con costanza ed applicazione, si sta conquistando minuti, fiducia ed il supporto del suo pubblico.
Le statistiche: Sono molti gli argomenti estraibili dal report finale, anche se in primis saltano all’occhio i 9 falli subiti da Mike Green, che con la costanza di un metronomo è riuscito a portare a casa fischi importanti nella metà delle situazioni di pick and roll giocate. Reggio, pur perdendo la lotta a rimbalzo (29-34), ha tirato 21 volte più degli avversari, a causa delle anomale 20 palle perse della Reyer. 23 assist su 31 tiri realizzati confermano l’ottima qualità dei tiri degli orogranata, che chiudono con un ottimo 60% dal campo. Senza dimenticare i 5 falli di Owens, che per la prima volta in questo campionato esce anzitempo dal parquet. A dimostrazione dell’intensità fisica messa in campo dell’ex Trento, che con il suo lavoro ha saputo limitare ottimamente Lavrinovic.
Venezia ha vinto perché oggi, come forse non era ancora successo fino in fondo, la squadra di coach Recalcati ha dimostrato la completezza e la profondità del suo roster, che ha fatto la differenza riuscendo a superare l’ottimo apporto della panchina di Reggio, che ha totalizzato più punti dei 5 starters. Senza dimenticare la grande intensità difensiva messa in campo negli ultimi 5 minuti e la scelta vincente di non raddoppiare Lavrinovic puntando sul lavoro di Ress/Owens e focalizzandosi sui tiratori. Una scommessa che ha pagato, portando la Grissin Bon a tirare 9/26 all’arco.
Conclusioni: Non dimentichiamo che Venezia arrivava da 3 ko di fila (Valencia, Brindisi e Saragozza), e questa vittoria dimostra la solidità mentale degli orogranata e ridà fiducia alla truppa lagunare. A Reggio manca ancora il killer-istinct che l’anno scorso li ha portati in finale, ma forti di un ottimo mix di giocatori e considerando l’assenza di Veremeenko, coach Menetti può dormire sogni piuttosto tranquilli. Recalcati invece può gongolare, osservando la crescita costante di Ruzzier, Tonut e soprattutto di Owens, l’uomo che in questo avvio di campionato ha sofferto di più. Fa inoltre pensare il fatto che Goss, autore della miglior partita dell’anno (14 punti), non abbia giocato negli ultimi decisivi dieci minuti, vista la straordinaria prestazione dei suoi compagni. E se nel momento chiave della partita, “ti puoi permettere” (lo metto tra virgolette, non sia mai) di tenere a riposo una delle tue frecce più affilate, allora vuol dire che sei veramente a buon punto.
Chi sale
Phil Goss: L’Umana ritrova il suo capitano, al quale deve il mancato strappo nel primo quarto in cui Venezia perde 8 palloni. Si prende la squadra sulle spalle, segna canestri importanti e ci aggiunge anche un gioco da 4 punti al termine del primo quarto per chiudere in parità la prima frazione. Che osi troppo, non è una novità, ma che finalmente riesca a trovare con continuità il bersaglio è un ottimo segnale per lui ed i compagni.
Josh Owens: A momenti sembra che possa tirare giù il tabellone, a momenti sembra che voglia tirare giù il tabellone. Chiariamo: in alcune occasioni, sembra proprio sconnesso da quel corpo che probabilmente gli permetterebbe di schiacciare saltando dalla linea da tre, alle volte però si ricorda di avere un fisico mostruoso e di poterlo usare specialmente in difesa. Anche pe lui l’avvio di stagione non è stato dei migliori, ma anche grazie alla coppa, l’ex Trento sembra aver capito qual è la strada da percorrere.
Stefano Gentile: Gioca una ottima gara, che non fa sicuramente gioire chi, prima della gara, sapeva che il Cincia non sarebbe più stato in cabina di regia. Segna canestri importanti, gestisce bene l’attacco dei suoi e fa quanto può per limitare Green, che come una volpe porta a casa un fischio ad ogni occasione buona.
Chi scende:
Achille Polonara: In difesa gli andrebbe anche di lusso, visto che Peric non è propriamente in serata e Viggiano, che di 4 ha solo il numero, fa davvero fatica ad impensierirlo a livello fisico. Il problema è che non riesce mai ad entrare in partita a livello offensivo, sempre ben braccato sulla arco e non riuscendo a trovare varchi in area a causa dei lunghi avversari.
Amedeo Della Valle: Un buon avvio, ma tante scelte di tiro errate, che portano ad un 3/11 finale che pesa davvero molto nell’economia della Reggiana. Sia Jackson che Goss fanno un grande lavoro nel limitare uno dei giocatori che ha forse subito maggiormente il non-raddoppio di Lavrinovic in post.
Benjamin Ortner: In molte occasione ha raddrizzato la partita degli orogranata subentrando ad un mogio Owens. Non stasera, perché il buon Darius non impiega molto a punirlo sistematicamente.
Umana Reyer Venezia – Grissin Bon Reggio Emilia 87 – 83 (20-20, 19-21, 23-24, 25-18)
Venezia: J. Owens 16, P. Goss 14, S. Tonut 12; Rim(34): M. Bramos e J. Owens 6; Ast(23): M. Green e M. Bramos 4
Reggio Emilia: D .Lavrinovic 20, S. Gentile 12, P. Aradori 12; Rim(29): D. Lavrinovic 8; Ast(18): S. Gentile 5
Coach Walter De Raffaele: “È stata partita combattuta, giocata contro grande squadra. Siamo stati molto bravi a girarla nel quarto periodo con l’intensità difensiva, trovando canestri più facili, abbassandoci e limitandoli, costruendo il parziale decisivo. Abbiamo perso troppi palloni che ci potevano costare la partita, ma con grande lucidità siamo riusciti a portare a casa una vittoria meritata che ci da grande fiducia per proseguire”.
Coach Massimiliano Menetti: “È davvero un peccato, perché abbiamo fatto, sia oggi che a Gran Canaria, due partite un po’ fotocopia. Al di la della mancanza di Veremeenko, come contro l’Herbalife siamo riusciti ad andare avanti nell’ultimo quarto, perdendo poi però la concretezza negli ultimi 5 minuti. Ci mancano le reazioni rabbiose che ci possono permettere di vincere queste partite, perché siamo focalizzati sull’aspetto tecnico, meno su quello emotivo, quello più importante in finali così tirati. Peccato perché abbiamo perso due partite che potevamo vincere, anche se ho visto passi in avanti rispetto giovedì. Ci manca ancora qualcosa, ma prendiamo quanto di buono abbiamo fatto e continuiamo a lavorare per crescere. Abbiamo tenuto bene a rimbalzo, abbiamo fatto cose positive sia a livello di squadra che individualmente, ci sono mancate poche cose, come un paio di liberi di Aradori. Sono situazioni che dobbiamo riuscire portare dalla nostra parte per poter vincere partite così”.