Remer Treviglio - Angelico Biella

Adriano Vertemati (foto di Claudio Devizzi)

Al termine del match del PalaOlimpia, il primo a presentarsi in sala stampa è il coach ospite, Adriano Vertemati: raggiante e trepidante, soprattutto per l’imminente nascita del suo erede. Ecco le sue parole: «Abbiamo fatto una partita molto intelligente in attacco: sapevamo che contro Verona sarebbe stato molto difficile fare canestro, sia contro la difesa a uomo che contro quella a zona. Anche quando non abbiamo fatto canestro, soprattutto contro la zona match-up, abbiamo preso i tiri che volevamo e siamo andati negli angoli ad attaccare i loro lunghi e questo mi fa enormemente piacere, al pari della vittoria. La mia è una squadra molto giovane, siamo in tre società su 32 a far giocare davvero i giovani: noi, Biella e Trieste. E’ chiaro comunque che il nostro campionato sarà diverso da quello che farà Verona che io ho visto come una squadra in controllo».

Marco Crespi (foto Alessio Brandolini 2014)

Marco Crespi (foto Alessio Brandolini 2014)

E’ poi la volta del coach di casa Marco Crespi: «Dopo una partita così, mi metto davanti alla squadra perché nei momenti in cui ci sono giocatori che non offrono un rendimento positivo, l’allenatore deve assolutamente difenderli pubblicamente e supportarli tecnicamente, come ogni giorno stiamo facendo». Coach, è la quarta vostra sconfitta su otto partite, quanto pesa? «Dopo la sconfitta di Brescia mi aspettavo che la squadra giocasse come si è allenata nei due giorni successivi, con l’inerzia di quella partita positiva tecnicamente in attacco e in difesa nel primo tempo e positiva in difesa ma anche come energia emotiva nel secondo. Sono rimasto molto sorpreso nel vedere che in tre occasioni abbiamo lasciato dei canestri per una non comunicazione tra i miei giocatori». L’impressione è che i tuoi giocatori sentano addosso una pressione che fa creare in loro frenesia: «Penso che sia importante per un giocatore l’assunzione di responsabilità. La valutazione della performance di un atleta professionista ha tre livelli: un quoziente di energia, un quoziente di responsabilità e un quoziente di saper riconoscere il proprio ruolo. È il quoziente di responsabilità che dobbiamo migliorare». Il vostro campionato è iniziato con due “goleade” nelle prime due giornate, cui sono seguite 4 sconfitte nelle successive 6 partite: c’è una spiegazione a questo vostro andamento deludente? «Mah, deluso mi sembra una parola negativa: direi che sono il primo ad essere molto dispiaciuto perchè ogni giorno metto la faccia in quello che faccio. Di spiegazione non ce ne può essere solo una, ne prendo tre: la prima è che dopo le prime due partite, anche ascoltando le parole di qualche giocatore, si è pensato che tutto potesse essere facile, cosa che io invece non ho mai pensato. La seconda è che in una squadra nuova assumersi responsabilità non è dire parole vaghe ma è prendersi la responsabilità di pulire l’orto, di piantare i semi e via dicendo. La terza è che ogni volta che abbiamo avuto l’occasione di fare un tiro per vincere quel tiro è uscito. Non vuol dire che abbiamo avuto sfiga, ma è un dato di fatto».