L’isola che non c’è, la Trenk aspetta Milano per iniziare a sognare
Coach Menetti: “Sarà un mezzogiorno di fuoco, sono la squadra del momento ma noi giocheremo in 6…”

Troy Bell a Trenkwalder

Il look è forse più simile a quello del Genio della Lampada, ma già dalla gara contro l’EA7 Milano Troy Bell potrebbe essere un Peter Pan per la Trenkwalder e condurla verso l’isola che non c’è… (foto pallacanestroreggiana.it)

Seconda stella a destra, questo è il cammino…
E poi dritto fino al mattino… Poi la strada la trovi da te…

Le indicazioni per un sogno, la mappa per la fantasia, le coordinate per un viaggio…

Un nuovo viaggio, come quello appena iniziato dalla Trenkwalder, una volta raggiunto o quasi l’obiettivo fondamentale della salvezza, un viaggio verso un sogno fatto di piccole tappe e pensando soltanto alla prossima fermata, quella che porterà la Trenk sulla strada dell’EA7 Milano di coach Sergio Scariolo, nell’anticipo del mezzogiorno di domenica, al PalaBigi, per la 4a giornata di ritorno.

La strada lasciata alle spalle non è più nei pensieri di coach Menetti alla vigilia, concentrato sulla prossima fermata ma ancor prima a salutare l’arrivo, o meglio il ritorno, di un nuovo compagno di viaggio, quel Troy Bell eroe dell’incredibile salvezza reggiana di due stagioni fa e ora candidato ideale secondo lo stesso Menetti, Frosini e compagnia a dare nuovo carburante alla comitiva, lasciata senza rancore e con grande stima reciproca da Dominic James (accasatosi a Poitiers, in ProA francese). Il pugile da Boston College, presentato in settimana e a sua volta ceduto dalla Sigma Barcellona, è a digiuno di campo da tre settimane, dopo un piccolo infortunio al piede, ma la sua condizione fisica non preoccupa coach Menetti, fiducioso che il nuovo arrivato possa dare già un aiuto importante.

Troy sta bene, è a posto fisicamente e la sua preparazione e il suo fisico gli permetteranno di darci subito minuti di qualità. Tutti i ragazzi hanno dato il 100% questa settimana e messo tutte le loro energie per facilitare il suo inserimento e naturalmente sembra sia qui da sempre. Sapevamo che è la persona giusta e il giocatore giusto per inserirsi nel nostro gruppo. Tecnicamente prenderà il posto di James, anche quando gioca da guardia gli piace prendere il pallone e creare gioco, dandoci la stessa possibilità di scegliere fra diverse soluzioni, assieme a Cincia e Taylor. Sarà importante fin da subito”.

La Trenk ha infatti immediato bisogno della capacità realizzativa e della fantasia dell’ex Cremona perché l’avversario all’orizzonte è di quelli da far tremare le gambe, è l’EA7 Olimpia Milano, una delle favorite per lo scudetto. Coach Menetti lo sa e trova motivazioni aggiuntive per spingere i suoi.

“Tre spunti importanti ci danno una grande motivazione e un grande coraggio per affrontare Milano.
Il primo è quello tipico delle sfide contro le squadre delle grandi città, le metropoli: la piccola Reggio Emilia che incontra la grande Milano, per la storia e la cultura sportiva, finanziaria, economica della nostra città è sempre forte l’orgoglio nel mettersi a confronto con le grandi realtà e provare ad avere la meglio, con umiltà e tenacia. Così faremo domani, sfidando la grande Olimpia a viso aperto per vincere”.

Poi ci sarà il fatto di giocare a mezzogiorno a rendere la gara particolare: sono sicuro che anche a questo orario insolito l’ambiente sarà caldissimo, il nostro pubblico ci spingerà come sempre e anche di più, sarà un vero mezzogiorno di fuoco insomma”.

Coach Menetti crede così tanto nell’apporto di calore e passione che verrà dagli scranni e dalle gradinate del PalaBigi che, scherzosamente, pensa di stravolgere addirittura le regole del basket.

“Non so se vinceremo o perderemo, ma so che, anche se il regolamento non lo permette dal punto di vista formale, domani giocheremo 6 contro 5. Sarà il nostro pubblico a «scendere in campo» con noi, a giocare al nostro fianco e a mettere in difficoltà Milano, a darci l’orgoglio, la grinta e il coraggio giusti per dare il nostro meglio. Sapendo che sarà difficilissimo…”

Sarà difficilissimo, già, perché l’EA7 Milano di coach Scariolo non è solo il vessillo cestistico della seconda metropoli italiana, non è solo la società più gloriosa del nostro basket – con 25 scudetti, 4 Coppe Italia, 3 Coppe dei Campioni e un altro paio di centinaia di trofei che, dovessimo elencarli, ci perderemmo la partita di domani – o il gioiellino di Re Giorgio Armani, ma anche e soprattutto una delle squadre più forti e temibili d’Italia. Una squadra costruita per vincere che, dopo tante difficoltà nel trovare la chimica giusta, fuori e dentro il campo, nel cercare l’assetto tecnico giusto per un gruppo di stelle da far girare la testa per talento e non solo, nel far innamorare i suoi tifosi di una squadra tanto forte quanto discontinua e apparentemente senz’anima, sembra aver trovato la via giusta e con essa i risultati. Filotto di cinque vittorie consecutive nelle ultime cinque, con arrembaggi vincenti su campi difficili come Caserta e Roma, un andamento lontano dal Forum quasi da record, se si conta che l’ultima sconfitta in trasferta è stata la debacle ad Avellino datata 15 ottobre 2012, praticamente una vita fa.

Una striscia di successi coincisa con la nuova chimica costruita dagli arrivi di Marques Green, Bremer e Radosevic dopo gli addii di Hendrix e di capitan Cook, un nuovo assetto più bilanciato e concreto ma ancora instabile come dimostra la brutta figura rimediata nell’occasione più importante, la Coppa Italia tra le mura di casa, dall’arcirivale Varese. Il momento è comunque positivissimo per i meneghini e coach Menetti è conscio del livello arduo della sfida.

L’Olimpia è una squadra costruita per essere la più forte, è la squadra del momento: viene da otto trasferte vinte in fila, cinque vittorie consecutive e tanta fiducia nei propri straordinari mezzi. È una Milano totalmente diversa da quella che dominammo all’andata (al Forum la Trenk controllò la gara dall’inizio e compì un’impresa storica con il 66-78 finale, NdR), ha più convinzione e compattezza e in trasferta sembra davvero inarrestabile, ma il nostro pubblico saprà metterla in difficoltà. I problemi in casa e il risultato della Coppa Italia dimostrano che sta ancora cercando la quadratura definitiva, ma siamo consapevoli che sarà durissima per noi e giocheremo per vincere, a testa alta come sempre”.

A testa alta, con leggerezza… Verso un posto fantastico, forse, quasi immaginario per la Trenk, ma certamente reale e che nel mondo del basket si chiama…

Un posto fantastico, immaginario, reale… L’isola che non c’è…