E’ stata una partita elettrizzante quella della 10a giornata fra Trenkwalder Reggio Emilia ed Enel Brindisi (ogni riferimento all’attività del main sponsor dei pugliesi è puramente voluto), un match giocato sui nervi e sulla tensione (ogni riferimento…) e risolto dopo 40 minuti di battaglia da una prodezza individuale. Più che mai interessanti, allora, i giudizi sulle prestazioni dei singoli di DailyBasket. Si parte!

Il migliore e il peggiore in casa Trenkwalder: uno strepitoso James non è bastato a sopperire all’opaca prestazione di Jeremić (foto F. Pattacini 2012)

Trenkwalder Reggio Emilia
Mladen Jeremić, voto 5 e LVP – Solo una défaillance passeggera, una brutta partita o nuovi problemi di fiducia per Mladen? Al momento non ci è dato saperlo, ma ciò che è chiaro è che l’inserimento dell’ala di Loznica non è ancora del tutto completato. Dà qualcosa nel secondo quarto, nel momento migliore della Trenk che tenta invano la fuga, ma per il resto è ancora impreciso e timoroso, quasi spaventato da chissà quali fantasmi di crisi realizzativa. Nel finale Menetti gli preferisce inevitabilmente l’ottimo James e lui resta a guardare dalla panchina. Spettatore di sé stesso.

Dominic James, voto 7.5 – Sarebbe l’indiscusso MVP se solo Gibson non infilasse quella tripla impossibile e la Trenkwalder avesse portato a casa la vittoria. Questa volta, infatti, anche i suoi detrattori non possono che plaudere alla prestazione da vero leader sfoderata dal trottolino di Richmond: 17 punti, 6/11 al tiro e la solita incetta di recuperi (6), un finale di terzo quarto da toro scatenato con cui ricaccia il primo tentativo di riaggancio dell’Enel e finalmente l’impatto realizzativo che tanto ci si attendeva da lui. Sbaglia meno rispetto al solito, anche se le 5 perse e i pasticci nel finale andranno comunque rivisti. Last night a DJ (almost) saved my life…

Donell Taylor, voto 5.5 – Non è il Taylor delle ultime giornate e lo si capisce subito, niente magie o prodezze alla Kobe Bryant ma solo tanta fatica a sfuggire alla tentacolare marcatura di Viggiano e Formenti, due mastini che non lo mollano un attimo e gli rendono difficile la vita per tutti i 40 minuti (sì, anche quando Donell è in panchina…). Prova a togliere le castagne dal fuoco con una sfuriata da 6 punti consecutivi a metà quarto periodo, ma è solo un’illusione e nel finale sbaglia anche un libero potenzialmente decisivo. Chiude con soli 14 punti, 6 perse e un 3/18 dal campo, cifre quantomai eloquenti delle attenzioni difensive ricevute. In trappola.

Greg Brunner, voto 5.5 – Per una volta, occasione forse irripetibile, Greg dimostra di essere umano. Lotta e corre come sempre, ma come una dinamo che gira a vuoto non riesce a trasformare in energia positiva per la Trenk tutto il lavoro e la fatica fatti. Soffre la fisicità di Grant e manca qualche appoggio facile di troppo, lascia per strada anche la doppia-doppia di ordinanza, chiudendo a soli 9 punti e 7 rimbalzi. Torna alle vecchie abitudini, Greg…

Michele Antonutti, voto 5 – Questa notte avrà avuto gli incubi, il buon Michele, sognando un uomo nero capace di segnare da tutte le parti: era lui, infatti, il principale deputato a fermare lo scatenato Robinson e, a dirla tutta, non ci è riuscito granché e, costantemente superato o battuto in velocità, ha potuto solo guardare l’avversario accumulare punti e canestri. Nemmeno in attacco trova lo spunto giusto, il suo solito guizzo che accenda la scintilla decisiva per la Trenk. Tranquillo Micky, gli incubi passeranno…

Demian Filloy, voto 6 – Compagno di sventure di Antonutti (vedi provare a fermare Robinson), dà qualcosa in più in attacco con due triple che segnano il primo solco della gara, poi richiuso dal coraggio brindisino. Tutto sommato, è sempre utile. Coltellino svizzero.

Riccardo Cervi, voto 6.5 – Dopo la batosta psicologica subita a Varese dalla terna arbitrale (3 minuti in campo e 4 falli commessi) il giovane Ricky era atteso a un pronto riscatto e lui, puntualmente, ha risposto con una grande prova, una gara di sostanza e presenza (4 stoppate) e una lotta senza esclusione di colpi con l’altrettanto combattivo Grant. Meritava di essere in campo nel finale, ma Menetti gli preferisce Brunner per la maggior esperienza. Non è un paese per giovani…

Andrea Cinciarini, voto 5.5 – Anche per Cincia una giornata no, non ingrana mai la marcia giusta e, anzi, sembra spesso fuori giri rispetto al ritmo della partita (6 perse e 3/9 al tiro). Porta a casa anche cifre interessanti (6 assist e 10 rimbalzi) e rischia di portare la gara all’overtime con l’ultimo lay-up (incolpevole sul miracolo di Gibson), ma è la sua frizzantezza offensiva a mancare a una Trenk a secco di carburante realizzativo. Un bel tagliando e tornerà come nuovo.

Coach Max Menetti, voto 5.5 – Prepara bene la gara contro il pericolo pubblico numero uno dei bianco-azzurri, Gibson, ma alla fine viene punito proprio dal capocannoniere del campionato. Alla vigilia dichiara di aspettarsi grandi cose da Cervi, le ottiene ma poi negli ultimi minuti gli preferisce Brunner. Teme l’atletismo dei lunghi brindisini e infatti li soffre per l’intera partita. Insomma, questa volta il coach biancorosso ha letto bene la gara solo sulla carta, mancando nella gestione sul campo e nei dettagli. Naturalmente se Gibson avesse sbagliato, staremmo parlando d’altro… Condannato.

Jonathan Gibson, fantasma per tutta la gara, ha pescato il coniglio dal cilindro all’ultimo secondo e con una tripla da otto metri ha regalato all’Enel due punti d’oro (foto R. Caruso 2012)

Enel Brindisi
Jeff Viggiano
, voto 6.5 – Lo yankee di chiare origini (e passaporto) italiani fa un figurone annullando uno dei realizzatori più in forma del campionato, Donell Taylor, contenendo le sue improvvisazioni e ingaggiando anche un duello verbale che lo vede sottolineare a gran voce ogni sua giocata positiva (vedi un paio di plastiche schiacciate) al rivale in maglia bianco-rossa. Perfetto da due (4/4), pessimo da tre (0/3), fa il suo anche in attacco portando 8 punti alla causa. Sentinella.

Antwayne Robinson, voto 7.5 e MVP –  Come detto Filloy e Antonutti ricorderanno bene il volto del numero 20 e soprattutto quel mix di atletismo, velocità e tecnica spalmati su 203 centimetri di bontà in olio di talento. L’ex Temple giramondo è la vera colonna portante della vittoria brindisina con una prestazione continua e precisa da 20 punti, 9/14 dal campo e 4 recuperi, un bottino frutto perlopiù di canestri in precario equilibrio e in allontanamento, veri assaggi della classe del ragazzo. The Real Deal.

Scottie Reynolds, voto 7 – Per uno che ha segnato il canestro allo scadere che mandò la sua Villanova nel glorioso pantheon delle Final Four NCAA, rimontare qualche punto di svantaggio deve sembrare roba da poco. O almeno così pare nell’ultimo quarto in cui il numero 7, sonnecchiante nel primo tempo, si carica sulle spalle la squadra e conduce la rincorsa vincente grazie a penetrazioni fulminee e conclusioni acrobatiche, dando anche equilibrio a un attacco a lungo privo di Gibson. Non sbaglia nemmeno i pesanti liberi degli ultimi istanti e chiude con 14 punti, 5/9 e 3 assist (anche 6 perse). Leone in agguato.

Matteo Formenti, voto 6 – È la seconda ruota del tandem di Bucchi a scorta del pericolo Taylor e come Viggiano tiene bene sotto controllo i tentativi del mago di Washington. Meno presente in attacco. Guardia.

Robert Fultz, voto 6.5 – Lo stile è il solito, arruffato e istintivo, ma la sostanza non dispiace se è vero che è il figlio del grande John a rintuzzare la raffica di James a fine terzo periodo e a tenere bene il campo quando il padrone del ruolo Gibson è costretto in panchina dai falli. Era l’ex di turno e ha potuto prendersi una rivincita sulla Reggio che abbandonò, non del tutto rimpianto, nell’annus horribilis 2011. Incompreso.

Klaudio Ndoja, voto 6 L’Enel beneficia anche del contributo dell’ala di origine albanese, presente soprattutto a rimbalzo (5 carambole catturate) più che in difesa, dove affronta uno Jeremić spento e fermato dalle sue stesse difficoltà. Disimpegnato.

Cedric Simmons, voto 5 – Unica nota stonata in casa brindisina, l’ex mestierante NBA parte in quintetto, ma non entra mai in partita e dopo soli 7 minuti di campo abbandona definitivamente la contesa, soppiantato nelle rotazioni di coach Bucchi dal ben più deciso e decisivo Grant. Oggetto misterioso.

Andrea Zerini, voto 6 – Una comparsata o poco più i 7 minuti in campo del centro tiratore, utile però negli ultimi minuti per far rifiatare Grant e Robinson. Io c’ero.

Jonathan Gibson, voto 6 – Solo una tripla-miracolo che vale la partita (qui il video), una singola giocata che regala due punti alla  sua squadra poteva risollevare la prestazione del folletto da New Mexico State fino alla sufficienza. Prima dell’impresa, il miglior marcatore della Serie A a 19.7 di media aveva totalizzato quasi più falli (4) che punti (6), sparacchiato da ogni dove (2/8) e gettato palloni alle ortiche (4), restando seduto a lungo nella ripresa. Poi la bomba che fa esplodere i sogni di overtime della Trenk, la cannonata che distrugge i sogni dei tifosi biancorossi e accende quelli dei numerosi (e correttissimi) supporter bianco-azzurri giunti al PalaBigi. Cannoniere Capo.

Jerai Grant, voto 7 – L’americano vero sotto canestro l’Enel lo tiene sulla panchina. Il barbuto figlio e nipote d’arte (i grandi nomi NBA Harvey e Horace Grant sono il papà e lo zio del buon Jerai) rimpiazza Simmons sul finire del primo quarto e lo fa in modo pressoché definitivo, grazie a una partita tutta botte e sudore, 30 minuti passati a saltare, spingere, correre e fare a sportellate contro Brunner e Cervi, in duelli mirabili ma faticosi solo a vedersi. Le cifre mettono tutto nero su bianco: 13 punti, 9 rimbalzi e 2 stoppate valgono oro per coach Bucchi. Grant-ed win.

Coach Piero Bucchi, voto 7 – Voleva fermare Taylor e Cinciarini a tutti i costi e ce l’ha fatta alla grande. Puntava molto sul talento di Robinson e Gibson e in modi diversi è stato ampiamente ripagato. Tornava a Reggio Emilia dopo quasi 9 mesi dal big match perso che gli precluse la possibilità di lottare per la promozione diretta, e, riuscito comunque il grande salto, si è preso l’ennesima (piccola) rivincita della carriera. Giornata da incorniciare, insomma, come la tranquilla classifica dell’Enel. Rinfrancato.

What’s next? La Trenkwalder tornerà ad assaggiare la durezza della lontananza da casa con il volo nella tana della straripante Sassari di questo inizio stagione, mentre l’Enel rivedrà il PalaPentassuglia per accogliere una Juve Caserta in grande ripresa.