Calvani Abbraccia Goss (Foto A. Brandolini 2012)

UPS

Acea Roma: l’impresa di giornata è della Virtus di Marco Calvani che, dopo aver messo paura alla rinata Siena ed aver espugnato Venezia due giornate fa, ferma meritatamente l’interminabile striscia di vittorie della capolista Varese per la gioia del non numerosissimo ma entusiasta pubblico del PalaTiziano. Al termine di una partita combattuta e spettacolare (denominatore comune di molte delle gare dei lombardi), nonostante l’uscita per falli di un dominante Gani Lawal l’Acea riesce ad esultare grazie alla decisiva tripla dall’angolo di Lollo D’Ercole, vanificando gli sforzi di rimonta di Mike Green e compagni. Ora, per i capitolini, le Final Eight di coppa diventano un obiettivo concreto, ed anche le zone più nobili della classifica non sono precluse.

(Foto di Savino Paolella 2012)

Drake Dienier al tiro (foto S. Paolella 2012)

Banco di Sardegna Sassari: la Dinamo ormai ci ha preso gusto. Passare al Forum per i sardi sta diventando una piacevole abitudine, tre volte nelle ultime due stagioni compresa la vittoria nei playoff edizione 2011. Prova come sempre convincente dei ragazzi di coach Sacchetti, ormai nell’olimpo del basket che conta, delittuoso considerarli ancora una sorpresa a questi livelli. I biancoblù hanno trafitto una Milano sempre più in crisi di identità, prima con le triple del venerando ex Vanuzzo, poi con le giocate strepitose di un Travis Diener immarcabile, un eccellente viatico in vista della decisiva sfida di Siviglia mercoledì in Eurocup.

Luca Vitali (foto A. Bignami 2012)

Luca Vitali (play/guardia, Vanoli Cremona): l’emblema della trasformazione della squadra, rigenerata emotivamente dall’avvicendamento alla guida tecnica. Energia, voglia di fare, grinta, entusiasmo nei 27′ di gioco in cui ha messo a segno 27 punti con il 100% ai liberi, 80% dal campo e grande determinazione al servizio della squadra come stanno a testimoniare i 5 rimbalzi e le 2 stoppate, per 28 di valutazione. Si aggiungano le dichiarazioni del fine partita in cui attribuisce il merito agli altri, mentre in palestra sta lavorando sodo giorno dopo giorno sempre di più con il supporto della serenità che caratterizza la Vanoli del nuovo corso targato Gigio Gresta.

Jerai Grant (foto R. Caruso 2012)

Enel Brindisi: tenace, tosta e tignosa, spinta alla rincorsa dai punti di Robinson, le scorribande di Scottie Reynolds (14) e la grinta di Jerai Grant (13+9) e portata in gloria dalla sparata miracolosa di Jonathan Gibson. Si conferma squadra solida, ben organizzata da coach Piero Bucchi che sfrutta al meglio la possibilità si scelta tra due impostazioni: talento d’assieme con i vari Robinson, Reynolds, Grant a dare qualità al gioco di squadra, senza trascurare gli specialisti dalla panchina Formenti, Fultz e Viggiano. Oppure, Gibson in campo e palla a lui quando di squadra non si trovano sbocchi in fase offensiva, magari per vincere la partita, come accaduto sul parquet di Reggio Emilia. Zona playoff raggiunta e con ottime prospettive future.

Ariel Filloy

Acegas Trieste: dopo la brutta sconfitta casalinga subita contro Forlì, i ragazzi terribili di Dalmasson si rifanno con gli interessi, prendendo lo scalpo di un’altra grande del campionato. Dopo Scafati infatti anche la Sigma Barcellona cade sul parquet del PalaRubini, in una gara dai ritmi bassi, condotta in maniera tatticamente esemplare dall’Acegas. Una vittoria che assume ancora maggiore valore se si considerano le condizioni in cui è maturata, con Ruzzier ai box e Filloy e Brown acciaccati. L’ex Milano è stato protagonista di una partita sontuosa, giocata sul dolore, in cui ha messo a segno 14 punti conditi da 7 rimbalzi e 2 assist, ed una presenza costante nei momenti topici dell’incontro. Con questa vittoria Trieste rientra in gioco per le posizioni nobili della classifica, in attesa del ritorno a pieno organico.

DOWNS

Certi “commentatori della domenica” che, al soldo di una o dell’altra fazione, approfittano di “megafoni” di dubbia qualità ed etica professionale per ergersi a giudici insindacabili senza avere la benché minima coscienza di quanto si va giudicando. Personaggi che passano le giornate comodamente seduti sulla propria poltrona o al massimo a scorrazzare sui campi da golf, del resto, non possono che sparare sentenze ingiustificate, pretendendo di conoscere realtà a loro lontane o semplicemente facendosi manovrare dai soliti, vigliacchi burattinai occulti. Se non altro, i lettori più attenti hanno ormai capito l’antifona, e sanno distinguere pareri schietti e imparziali (come quelli che potete leggere su queste pagine) da pareri schierati e – per giunta – di scarso valore giornalistico che contraddistinguono testate da cui abbiamo preso (e continueremo a prendere) le distanze.

I delinquenti che, spacciandosi per tifosi, hanno rovinato una bella domenica di basket. Ben due i casi registrati: a Roma alcuni ultras varesini hanno aggredito alcuni tifosi di casa finendo per pestare a sangue un supporter giallorosso, mentre a Milano (tifoseria normalmente piuttosto tiepida) un drappello di codardi ha attaccato alle spalle alcuni tifosi sassaresi in prossimità del tunnel che porta ai parcheggi colpendoli con cinghie e mazze da baseball. Episodi che si addicono maggiormente al calcio, ma che sporadicamente macchiano anche il nostro sport, anche se – per fortuna – i numerosi esempi di tifo corretto e davvero appassionato rendono queste delle – pur deprecabili – eccezioni.

Sergio Scariolo (foto A. Bignami 2012)

EA7 Emporio Armani Milano: corre il tassametro delle sconfitte dell’Olimpia, che cade anche in casa contro Sassari. Nuovo stop sicuramente meno drammatico di altri (vedi quelli interni con Reggio Emilia e Venezia), sia per il valore dell’avversario sia per l’assenza di Langford, perno insostituibile dell’attacco milanese. Stupisce invece il modo di perdere – sempre diversamente masochistico – scelto da Sergio Scariolo e dai suoi uomini. Manca lucidità, forse cattiveria, sicuramente chimica e comunicazione interna. Le triple imbarazzanti di Antonis Fotsis, la regia da grigio burocrate di Omar Cook, i 30 minuti sul pino di Ioannis Bourousis, tre dati che stanno facendo perdere la pazienza anche al più tiepido dei tifosi biancorossi.

Antwain Barbour (foto F. Stefanini ©2012)

Scavolini Banca Marche Pesaro: neanche l’arrivo del nuovo coach Markovski sembra aver dato la scossa giusta alla Scavo. Contro la Virtus la squadra biancorossa è durata soltanto il primo quarto, poi si è lentamente dissolta. Hamilton, Barbour e Mack si stanno dimostrando il peggior trio americano del campionato. A Bologna si sono salvati soltanto gli italici Daniele Cavaliero e Andrea Crosariol, troppo poco per strappare la vittoria e per pensare di raggiungere la salvezza a fine campionato (dopo sette sconfitte consecutive la Scavolini si ritrova attualmente ultima in classifica). L’allenatore è stato appena cambiato, ma questa operazione non è l’unica correzione necessaria nel roster marchigiano.

Andrea Trinchieri (foto R. Caruso 2012)

chebolletta Cantù: dopo la batosta di Mosca, la chebolletta non riesce a controllare il coraggio di Caserta e perde la sua quarta gara consecutiva. Incredibile vedere Mazzarino sbagliare un tiro libero decisivo a pochi secondi dal termine e sul +3 non commettere fallo permettendo ad uno scatenato Stefano Gentile di segnare da nove metri, tutti segni della scarsa serenità e freddezza testimoniata pure dallo screzio fra Markoishvili, che l’aveva quasi vinta da solo, ed il suo padre putativo Andrea Trinchieri. Incredibile pure che dopo un mese non si sia trovato ancora il sostituto di Jerry Smith, dopo aver valutato (e scartato) tutti i play disponibili tanto da irritare pure la pazientissima presidentessa Cremascoli.

Ivan Zoroski (Foto A. Bignami 2012)

Umana Venezia: la crisi degli oro-granata appare irreversibile poiché causata da troppi fattori. La cattiva sorte che l’ha privata stasera della presenza in campo di Clark e della migliore condizione di Szewczyk e Diawara; giocatori irriconoscibili, Zoroski su tutti, che danno la netta impressione di essere numericamente tanti ma altrettanto poco ben assortiti. Pause mentali con cali di concentrazione allarmanti, decisivi ai fini del risultato finale. Coach Mazzon non appare in grado di venire a capo di tale complessa situazione e anche alcune scelte nella gestione della gara di Cremona hanno lasciato perplessi, vedi la sostituzione dell’asse Bulleri-Williams nel bel mezzo di un parziale a favore aperto.