Coach Vitucci (Foto: Daniele Furlanetto 2013)

Coach Vitucci (Foto: Daniele Furlanetto 2013)

È di fretta Frank Vitucci al suo ingresso in sala stampa. “È tardi, anche per voi”, dice lui. O forse non gli è andata giù la seconda sconfitta in altrettanti incontri contro la Reyer. A giudicare dalle sue parole, non dovrebbe essere così, anzi:

“C’è poco da dire, la partita si è evoluta come ci aspettavamo. Per noi era importante far tornare in ritmo qualcuno, per questo ho avuto delle rotazioni inusuali, che a un certo punto mi hanno portato a perdere il filo del discorso. Forse esagerando un po’. Ad ogni modo venerdì ci faremo trovare pronti. Il 2 a 0 in campionato può dare fastidio, ma all’andata mancavano Ere e Banks, e oggi è stata una partita anomala, sembrava quasi un incontro di precampionato in certi momenti. Non sono preoccupato. Da giovedì si giocherà sempre a pallacanestro, ma mettendo tutti in campo qualcosa in più. Dal mio ritorno qui sono cambiate molte cose, il palazzetto è molto più bello. Ho rivisto volentieri Praja. La curva è stata molto gentile a dedicarmi lo striscione, li ringrazio.”

Poi, sui recenti riconoscimenti attribuiti a Varese:

“Il club è molto gratificato da questi riconoscimenti finali, il consorzio che supporta la società è solido, e i risultati sono comunque oltre le aspettative. I premi individuali sono frutto del duro lavoro collettivo. Non è facile trovare amalgama, fiducia, chimica in una squadra che ha cambiato dieci giocatori dalla scorsa stagione.”

Di tutt’altro avviso Andrea Mazzon. Queste le sue dichiarazioni:

“Innanzitutto faccio i miei complimenti ai ragazzi, glieli ho fatti anche prima della partita. Siamo riusciti a battere per la seconda volta la capolista, che non è una cosa normale. Le rotazioni sono state più lunghe per entrambi, ma nel terzo e quarto quarto si è giocato per vincere. E abbiamo raccolto una vittoria meritata. Ripeto, nessuno voleva perderla, negli ultimi minuti è stata una partita vera.”

Infine, sugli imminenti playoff:

“I playoff sono un’altra cosa, loro sono ovviamente molto forti ed avranno meritatamente il fattore campo dalla loro. In una serie da sette partite ci sono tantissimi fattori che contano, e nel caso si dovesse arrivare alla partita decisiva, sulla squadra di casa ci sarebbe un’enorme pressione. Sono comunque d’accordo con questo formato, perché arriva a vincere sicuramente la squadra più forte. Forse avrebbe fatto comodo giocare qualche turno infrasettimanale di più, in modo da prendere il ritmo degli impegni, ma con le coppe e le squadre impegnate non si può mai sapere. È l’unica osservazione che mi sento di fare.”

“Marconato tra Italia e Spagna avrà cinquecento partite di playoff di esperienza, il Bullo ne ha giocate molte anche lui. Anche Zoroski e Diawara, pur non avendoli mai giocati in Italia, sanno cosa significhino.”