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UPS

Jasaitis (Foto Marco Magosso 2015)

Jasaitis (Foto Marco Magosso 2015)

Betaland Capo d’Orlando: grazie ad un devastante parziale di 22 – 9 nell’ultimo quarto, la formazione di Di Carlo batte la capolista Milano e con questo successo si stacca dal gruppo delle squadre al penultimo posto. Nell’ultima frazione di gioco Jasaitis realizza 8 punti senza sbagliare un tiro, mentre Boatright mette a referto 6 punti conditi da 2 assist. Sono loro a far saltare in aria la difesa dell’Olimpia e a far esultare i tifosi siciliani. La salvezza della Betaland è sempre più vicina.

(Foto Savino PAOLELLA 2016)

Jerome Dyson ha segnato i liberi che riaccendono le speranze salvezza di Torino (Foto Savino PAOLELLA 2016)

Manital Torino: La Sidigas Avellino sembrava inarrestabile. I biancoverdi non perdevano in campionato dallo scorso 23 dicembre, quando si suicidarono nel derby contro Caserta. Da lì una striscia impressionante di dodici vittorie, che diventano quattordici in quindici gare se contiamo anche la campagna di Assago per la Coppa Italia. Per poter battere una squadra che ha letteralmente spiccato il volo ci voleva un roster che avesse ancora più motivazioni rispetto a quelle degli irpini. Il ‘miracolo’ si consuma al PalaRuffini, con Torino che amplia la sua striscia a tre successi di fila e riapre definitivamente i giochi per la salvezza. La coppia Dyson-White sta letteralmente trascinando i piemontesi, dimostrandosi di ben altra fattura rispetto all’ultimo posto. Se l’agognata permanenza in serie A arriverà, a Torino intitoleranno una strada a questi due.

Christon Semaj (Foto R.Caruso 2015)

Christon Semaj (Foto R.Caruso 2015)

Consultinvest Pesaro: Arriva il secondo successo lontano dall’Adriatic Arena ed è di fondamentale importanza per la Consultinvest sul parquet di Venezia, dove Pesaro è riuscita, grazie anche ad un Tautvydas Lydeka fenomenale (MVP di giornata) in grado di imbarazzare gli interni lagunari, a conquistare due punti chiave in ottica salvezza visto anche il colpaccio di Torino su Avellino. Ancora una volta, con una rotazione ridotta a soli 7/8 uomini, arriva un successo di prestigio frutto del grande lavoro corale della squadra di coach Paolini, che lascia il morale altissimo in vista dell’importante sfide di domenica contro l’Orlandina, diretta rivale nella lotta salvezza.

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DOWNS

Abdul Gaddy (Foto Serra/Virtus Pallacanestro Bologna)

Abdul Gaddy (Foto Serra/Virtus Pallacanestro Bologna)

Obiettivo Lavoro Bologna: la Virtus perde in casa con Trento e torna a tremare. Torino si riavvicina a -2 e lo spettro della retrocessione si abbatte sui bianconeri. Dopo essere sprofondata a -15, Bologna aveva trovato le forze per riaprire la partita, attraverso le triple di Collins, Fontecchio e Mazzola, ma un disastroso ultimo quarto, da soli 9 punti realizzati, ha vanificato la rimonta. Valli ha perso il controllo della partita, dimenticando Fontecchio in panchina ed insistendo eccessivamente su Gaddy e Hasbrouck. Il calendario della Virtus è ora in salita, la attendono due trasferte, prima dello scontro salvezza con Torino all’Unipol Arena.

P. Goss ( Foto Alessandro Montanari 2016 )

P. Goss ( Foto Alessandro Montanari 2016 )

Reyer Venezia: Come le montagne russe. La stagione di Venezia continua nel suo vorticoso saliscendi, che continua con la fragorosa sconfitta casalinga di domenica contro Pesaro, abile nell’espugnare il Taliercio e mettere a rischio la stagione orogranata. Perché seppur vero che Venezia è ancora pienamente in corsa per i playoff, questa sconfitta incide non poco sul morale della truppa lagunare, soprattutto per le carenze fisiche dimostrate ancora una volta dalla Reyer. Un passo falso  inaspettato, che ha lasciato non poche perplessità tra i tifosi per l’ennesima brutta gestione del finale, che ancora una volta ha punito l’Umana. Ed attenzione: questo è il quarto supplementare perso da Venezia su quattro giocati.

Olimpia Milano: Se abbiamo celebrato Capo d’Orlando negli Ups, Milano non può restare nascosta ed entra diGentile Milano Trento diritto tra i Downs. La squadra di Repesa, dopo un primo tempo di studio, aveva dato il potenziale allungo decisivo tra il finale del terzo parziale e l’inizio del quarto, portandosi sul 58-68 mettendo così in secondo piano l’infortunio occorso ad Alessandro Gentile. Ma da lì qualcosa si spegne letteralmente: brava Capo d’Orlando che ha continuato a crederci, ma l’Olimpia si è letteralmente fermata. Negli ultimi otto minuti sono arrivati soltanto tre punti, con il destino della gara già segnato. Una vera miseria per una squadra dal blasone e dal talento come le scarpette rosse, che forse specchiatasi troppo in sé stessa ha perso il feeling con la partita, riaprendo i discorsi per il primo posto.

(Alessandro Aita, Marco Bogoni, Andrea Furlan)