UPS

Keydren Clark (playmaker, Umana Venezia): l’Umana non smette di stupire e si regala un’altra bellissima gemma da incastonare in una stagione da ricordare. I ragazzi di coach Mazzon violano anche il leggendario Pianella, agganciano e scavalcano proprio la Bennet in classifica raggiungendo un inatteso quando meritato quarto posto. I veneziani resistono nella prima parte di gara alla sfuriata canturina con un Markoishvili indiavolato, 22 punti con 30 di valutazione, e nella ripresa issano la bandiera pirata e completano l’operazione sorpasso. La firma di questo piccolo capolavoro è di KeeKee Clark: l’ex play dell’Aris è letale dall’arco (6/9), mette in affanno la sempre efficiente difesa brianzola (33 punti per un sontuoso 35 di valutazione) e riesce anche ad azionare il solito Szweczyk ed un ottimo Rosselli che non sbaglia un colpo: 11 punti con 4/4 dal campo.

Jurica Golemac

Jurica Golemac (ala, Sidigas Avellino): Lo sloveno della Sidigas è stato il match winner della sfida di sabato sera contro la Benetton Treviso, con una prestazione da 23 punti e 8 rimbalzi, con il 50% dalla linea da 3 punti. Djordjevic ha tentato diverse armi tattiche per recuperare l’incontro, alternando la difesa a zona e la uomo, ma Golemac è stato un rebus irrisolto per i trevigiani durante tutto l’incontro. Tiro da 3, canestri in transizione, uso del perno, questo il repertorio completo mostrato dallo sloveno nella serata del Palaverde. La Sidigas era orfana dell’intimidazione fornita da Linton Johnson sotto le plance, ma l’exploit di Golemac ha compensato ampiamente la falla, risultano alla fine decisivo ai fini del risultato finale.

Marco Crespi (coach, Novopiù Casale Monferrato): Casale Monferrato perde ancora in casa ed in maniera rocambolesca contro la Cimberio Varese. Per i piemontesi solo una vittoria (a Cremona di un punto) sulle ultime otto giocate che gli valgono l’ultima piazza in coabitazione di Cremona dopo un inizio assolutamente interessante. Non siamo diventati matti ma crediamo che un plauso vada a Marco Crespi allenatore lombardo alla sesta annata al comando della Junior Casale Monferrato che, dopo aver portato il ricco club del nordovest nella massima serie,  ha avuto il coraggio di tirare indietro l’orgoglio rassegnando le dimissioni personali accettate a malincuore dal Presidente Cerrutti. Allenatore che mette tantissime energie durante i match quasi per spronare i suoi giocatori in campo oltre che esperto conoscitore dei talenti dall’altra parte dell’oceano ha probabilmente capito che alcuni degli attuali atleti non remava dalla sua parte facendosi da parte con una decisione che gli rende onore. Ce ne fossero di persone schiette e non attaccate alla poltrona come il piccolo (di statura) Crespi, pur se si può obiettare che il passo indietro sia arrivato solamente all’ultimo anno del lunghissimo contratto che lo legava alla Junior. In ogni caso, con questa sua decisione ora sono i giocatori della Novipiù ad essere responsabilizzati e con le spalle al muro .

Marco Crespi

 EA7 Milano : Successo convincente per l’Olimpia che interrompe la striscia casalinga delle V nere di nove vinte e zero perse nella stagione in corso, ma soprattutto sancisce l’aggancio in seconda posizione. Impatto decisivo nell’ultimo quarto del nuovo arrivato JR Bremer, 3/3 da tre punti nel finale, energia e il gioco con tre piccoli insieme a Cook e Drew reso possibile dalla sua presenza, dalla sua capacità di gestire l’azione, come di concluderla. Valore aggiunto indotto, la sua presenza consente lo spostamento di Fotsis in posizione di “quattro” tattico, difficile da affrontare per gli avversari, specie quando il greco si allarga per colpire dall’arco mentre l’avversario diretto fatica a seguirlo. Di rilievo l’ottima prova difensiva dei meneghini che ha tenuto a soli 60 punti l’attacco emiliano, in cui ha ancora una volta spiccato l’apporto di Mason Rocca, sempre esemplare per intensità e professionalità.

DOWNS

Dino Meneghin

FIP: menzione doverosa per la Federazione guidata da Dino Meneghin che, sulla spinta del Presidente del CONI Gianni Petrucci, ha approvato l’ennesima riforma dei campionati di pallacanestro. Che una riforma, come ogni cambiamento, generi dei malumori, è fisiologico; ma se questa è l’ennesima negli ultimi anni ed ancor prima di essere approvata solleva le proteste – per non dire il rifiuto secco – di molti attori in gioco (in particolare la LNP ed i “passaportati”), qualcosa che non va ci deve essere. Senza entrare nei dettagli, che meriterebbero un approfondimento a parte (cos’abbiano di dilettantistico i giocatori di Legadue è difficile capirlo) ed andranno comunque discussi con le leghe e da loro messi in pratica, ciò che sembra assurdo è il bisogno di rinnovamento “compulsivo” della federazione, che si comporta alla stregua di un club che, assunto un allenatore, gli chiede lo scudetto al primo anno e lo esonera a metà stagione senza nemmeno valutarne l’andamento, per poi licenziare anche il successore, il successore del successore e così via, senza mai ottenere nulla di concreto. Continuando a stravolgere regolamenti e giocare con le categorie, la FIP non farà altro che partorire altri “casi Teramo” ed inimicarsi alcune delle componenti del movimento.

Bennet Cantù: suona quasi improprio mettere la squadra brianzola tra i “cattivi” della settimana, vista la straordinaria Eurolega disputata sino ad ora dalla Bennet, ma proprio per la grande qualità del gioco e degli atleti a disposizione di coach Trinchieri stupiscono le tre battute di arresto nelle ultime cinque uscite dei biancoblù. Sicuramente le gare al limite della perfezione infrasettimanali, compreso il recente capolavoro contro il Maccabi, tolgono energie nervose e non ai canturini che però in genere hanno sempre reagito con carattere anche in campionato. Nella gara di oggi non è bastato nemmeno il ritorno ad alto livello di un Markoishvili spesso sottotono quest’anno, mai come contro Venezia però sono emerse le sofferenze dei veterani di lungo corso come capitan Mazzarino, Marconato e Basile che hanno reso meno brillante il solitamente cronometrico attacco della Bennet. Non è certamente estranea alla sconfitta  di Leunen e compagni la grande prova di uno straripante Clark e di una Reyer a cui la parola sorpresa sta ormai assolutamente stretta.