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Montepaschi Siena: La società senese centra il settimo scudetto consecutivo, probabilmente quello più inaspettato. Nonostante una stagione non al top ed una serie di intense sfide ad osteggiare la loro corsa al tricolore (Milano prima Varese poi) i campioni d’Italia hanno riconfermato la loro leadership, ringraziando contrariamente alle altre formazioni in lizza per lo scudetto, la serie al meglio delle sette. Un successo frutto del grande agonismo del gruppo, animato dai nuovi innesti (Hackett, Janning, Sanikidze, Kangur) e dall’inizio (e rapida chiusura) dell’era Banchi. Nonostante le polemiche e le proteste i senesi vincono sul campo, ed archiviano la pratica rapidamente la pratica contro i capitolini, guidati dal cuore e dall’energia di uno stoico Datome e soci, in un secco 4-1. All’indomani del titolo arriva però l’ufficialità dell’addio di Coach Banchi, simbolo chiarissimo che qualcosa in casa Mens Sana scricchiola e si corre ai ripari
Daniel Hackett (Guardia, Montepaschi Siena): Per l’ex Pesaro arriva la meritata consacrazione: è il primo giocatore a ricevere durante la stessa stagione il titolo di MVP della finale scudetto e della Coppa Italia. Disputa dei playoff praticamente perfetti, caricandosi spesso la squadra sulle spalle, dando energia e concretezza nei momenti di maggiore difficoltà. Per Hackett il futuro prevede un’estate in azzurro accompagnato dal toto-scommesse sulla sua destinazione futura.
Acea Roma: La squadra capitolina ha sfiorato l’impresa epica. Partita con l’obiettivo di raggiungere una tranquilla salvezza ha concluso la sua corsa ad una fermata dallo scudetto. Tutti i giocatori di Roma, insieme allo staff tecnico, hanno messo un mattoncino per realizzare questa splendida stagione che ha riacceso la passione per la palla a spicchi nell’Urbe. La dirigenza giallorossa è riuscita a creare un gruppo umile che ha conquistato i suoi successi sudando in palestra giorno dopo giorno. L’Acea ha dato una lezione a tante squadre dal budget molto più alto che hanno peccato di supponenza. L’entusiasmante cavalcata nei playoff, interrotta solamente dalla forza e dalla fisicità di Siena, è stata recentemente oscurata dalle dichiarazioni che illustrano un futuro dove c’è poco spazio per i sogni. Il rifiuto alla partecipazione alla prossima Eurolega delinea un budget di basso profilo che non permetterà il ritorno al PalaLottomatica e la permanenza di quasi tutti gli artefici di questa annata. Il GM Alberani sarà chiamato a compiere un ennesimo “miracolo sportivo”, quello realizzato quest’anno è già nella storia.
Gigi Datome (Ala, Acea Roma): “Impossible is nothing” diceva un vecchio spot, potremmo dire che il Capitano della Virtus Roma ha interpretato al meglio questo concetto. Dopo un’estate da incorniciare con la Nazionale il numero tredici giallorosso decide di abbassare il suo ingaggio per venire incontro alla società capitolina, la cui iscrizione alla massima serie è in dubbio. Non bastasse questo nobile gesto Gigi si rende protagonista di un’annata magica, costellata di vere e proprie imprese a capo di una squadra che lavora sodo e tiene i piedi per terra. Umiltà, spirito di gruppo e leggerezza: questi gli ingredienti che ne fanno l’MVP del campionato. Durante i playoff la dedizione e l’orgoglio della sua squadra sono quasi commoventi, ma pur arrivando ad un soffio dal traguardo si fermano davanti ad un grande ostacolo chiamato Siena che ha più fiato e gambe di loro. Hackett è senza dubbio l’MVP sulla carta, ma ai nostri occhi Datome è l’MVP emozionale. Ne sono la prova le sue lacrime a fine gara 5, che però non gli impediscono di salutare ed applaudire tutto il PalaTiziano. I grandi campioni crescono anche e soprattutto attraverso queste amare sconfitte.
DOWNS
La violenza: In questi play-off su alcuni campi di gioco si è assistito ad episodi corrispondenti alla parte peggiore del calcio trasferiti alla pallacanestro e si auspica non debbano divenire la normalità. Preferibile assistere a tifoserie impegnate ad applaudire i propri giocatori per l’eccellente stagione disputata; e tutte le partecipanti alla post season ne hanno fornito motivo ai propri sostenitori.
Le serie infinite: La formula al meglio delle 7 partite ha divertito il pubblico il quale, indici di seguito alla mano, ha apprezzato in larga misura una serie densa di partite spettacolari ed avvincenti. L’equilibrio che ha caratterizzato il campionato appena conclusosi ha favorito la misura piena del programma allestito. Dall’altro lato, le sette partite, più che definire l’enorme equilibrio tra le partecipanti, ha messo a dura prova le condizioni fisiche dei giocatori, in alcuni casi sfiorando il superamento del limite umano. E se le condizioni climatiche fossero rimaste maggiormente in linea con le più calde medie stagionali?