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finale 2013

finale 2013

Montepaschi Siena: La società senese centra il settimo scudetto consecutivo, probabilmente quello più inaspettato. Nonostante una stagione non al top ed una serie di intense sfide ad osteggiare la loro corsa al tricolore (Milano prima Varese poi) i campioni d’Italia hanno riconfermato la loro leadership, ringraziando contrariamente alle altre formazioni in lizza per lo scudetto, la serie al meglio delle sette. Un successo frutto del grande agonismo del gruppo, animato dai nuovi innesti (Hackett, Janning, Sanikidze,  Kangur) e dall’inizio (e rapida chiusura) dell’era Banchi. Nonostante le polemiche e le proteste i senesi vincono sul campo, ed archiviano la pratica rapidamente la pratica contro i capitolini, guidati dal cuore e dall’energia di uno stoico Datome e soci, in un secco 4-1. All’indomani del titolo arriva però l’ufficialità dell’addio di Coach Banchi, simbolo chiarissimo che qualcosa in casa Mens Sana scricchiola e si corre ai ripari

Daniel Hackett (Foto Savino Paolella 2013)

Daniel Hackett (Foto Savino Paolella 2013)

Daniel Hackett (Guardia, Montepaschi Siena): Per l’ex Pesaro arriva la meritata consacrazione: è il primo giocatore a ricevere durante la stessa stagione il titolo di MVP della finale scudetto e della Coppa Italia. Disputa dei playoff praticamente perfetti, caricandosi spesso la squadra sulle spalle, dando energia e concretezza nei momenti di maggiore difficoltà. Per Hackett il futuro prevede un’estate in azzurro accompagnato dal toto-scommesse sulla sua destinazione futura.

Lorenzo D’Ercole  (Foto Alessio Brandolini 2013)

Lorenzo D’Ercole (Foto Alessio Brandolini 2013)

Acea Roma: La squadra capitolina ha sfiorato l’impresa epica. Partita con l’obiettivo di raggiungere una tranquilla salvezza ha concluso la sua corsa ad una fermata dallo scudetto. Tutti i giocatori di Roma, insieme allo staff tecnico, hanno messo un mattoncino per realizzare questa splendida stagione che ha riacceso la passione per la palla a spicchi nell’Urbe. La dirigenza giallorossa è riuscita a creare un gruppo umile che ha conquistato i suoi successi sudando in palestra giorno dopo giorno. L’Acea ha dato una lezione a tante squadre dal budget molto più alto che hanno peccato di supponenza. L’entusiasmante cavalcata nei playoff, interrotta solamente dalla forza e dalla fisicità di Siena, è stata recentemente oscurata dalle dichiarazioni che illustrano un futuro dove c’è poco spazio per i sogni. Il rifiuto alla partecipazione alla prossima Eurolega delinea un budget di basso profilo che non permetterà il ritorno al PalaLottomatica e la permanenza di quasi tutti gli artefici di questa annata. Il GM Alberani sarà chiamato a compiere un ennesimo “miracolo sportivo”, quello realizzato quest’anno è già nella storia.

Valentino Renzi consegna la coppa a Datome (Foto Alessio Brandolini 2013)

Valentino Renzi consegna la coppa a Datome (Foto Alessio Brandolini 2013)

Gigi Datome (Ala, Acea Roma): Impossible is nothing” diceva un vecchio spot, potremmo dire che il Capitano della Virtus Roma ha interpretato al meglio questo concetto. Dopo un’estate da incorniciare con la Nazionale il numero tredici giallorosso decide di abbassare il suo ingaggio per venire incontro alla società capitolina, la cui iscrizione alla massima serie è in dubbio. Non bastasse questo nobile gesto Gigi si rende protagonista di un’annata magica, costellata di vere e proprie imprese a capo di una squadra che lavora sodo e tiene i piedi per terra. Umiltà, spirito di gruppo e leggerezza: questi gli ingredienti che ne fanno l’MVP del campionato. Durante i playoff la dedizione e l’orgoglio della sua squadra sono quasi commoventi, ma pur arrivando ad un soffio dal traguardo si fermano davanti ad un grande ostacolo chiamato Siena che ha più fiato e gambe di loro.  Hackett è senza dubbio l’MVP sulla carta, ma ai nostri occhi Datome è l’MVP emozionale. Ne sono la prova le sue lacrime a fine gara 5, che però non gli impediscono di salutare ed applaudire tutto il PalaTiziano. I grandi campioni crescono anche e soprattutto attraverso queste amare sconfitte.

pistoia-festeggia-la-vittoria-sotto-la-curvaGiorgio Tesi Group Pistoia: La formazione del presidente Maltinti ha condotto al vertice l’intero campionato ed è stata l’autentica sorpresa della stagione. Moretti ha saputo compattare un roster di giovani promesse e navigati campioni e sostenuto da un ambiente infuocato ha trasformato il PalaCarrara in un fortino quasi inespugnabile andando poi a trovare anche in trasferta quella mentalità vincente che ha poi consentito ai suoi ragazzi di mantenere la calma anche in questa finalissima nonostante il recupero di Brescia che era riuscita ad impattare la serie.  Gli uomini di Moretti hanno disputato una stagione forse oltre i propri limiti compiendo un miracolo sportivo difficilmente eguagliabile. Di questo il merito è anche della tifoseria (fatti salvi gli ignoti che hanno preparato escrementi al PalaCarrara in “onore” della squadra ospite), sesto uomo in campo nel senso più autentico del termine, di categoria superiore, esattamente come quella riconquistata 14 anni dopo.
Una citazione a merito a favore di coach Paolo Moretti: nella decisiva gara 5, con l’inerzia a favore degli avversari, apparsi in gara 3 e 4 superiori, specie sul piano atletico, porta a casa la serie finale ruotando vorticosamente i suoi uomini per mantenere alto il livello di una difesa che dovrebbe essere mostrata ai clinic, ricca di raddoppi “al bacio” e puntuali come un orologio. E’ un allenatore ormai pronto per il massimo campionato nazionale.
 brescia in festa dopo la vittoria( Foto Martinelli)Centrale del Latte Brescia: Al termine del terzo quarto di gara 5, in vantaggio di tre punti, la Leonessa era ancora in lizza per la promozione; poi, la straordinaria difesa allestita ed applicata ai limiti della perfezione ha prevalso. Una stagione tuttavia da incorniciare: iniziato tardi l’allestimento dell’organico, dal d.s. Marco Abbiati debuttante nel ruolo, ha presentato quattro giocatori nel quintetto base all’All Star Game, ha conseguito con coach Alberto Martelossi il premio di miglior coach dell’anno, con David Brkic il miglior giocatore italiano del 2013 e con la Presidentessa Graziella Bragaglio la presidenza della nuova LNP.
Una vera prodezza la gestione del patron Matteo Bonetti e signora: solamente quattro anni fa trasferiva i diritti della B-1 dalla Ju-Vi Cremona (dove accusava in termini di seguito la concorrenza della Vanoli) a Brescia dove in due anni conseguì la promozione in Legadue ed oggi, in altri due anni, ha portato la società ad un soffio dalla promozione in Serie A, ma, soprattutto, ha ripristinato la storica passione della piazza bresciana per il basket che è tornata a riempire il palazzetto. Una piazza che ora attende dalla nuova amministrazione municipale un impianto maggiormente adeguato ed in linea con il progresso della squadra, magari lo storico EIB ristrutturato. Rimane un dubbio impossibile da sciogliere: che sarebbe accaduto se Michael Jenkins fosse stato disponibile per l’intera serie finale?
Pascotto-di-VeneziaMaurizio Pascotto, arbitro Legadue: dopo 563 direzioni arbitrali il fischietto di Portogruaro ha cessato l’attività con il premio alla carriera conferitogli prima del fischio di inizio di gara 3 al PalaSanFilippo di Brescia, dove ha confermato intatte tutte le sue qualità. Al rientro negli spogliatoi a fine gara siamo stati testimoni dell’abbraccio dello sconfitto Presidente Maltinti accompagnato dai ringraziamenti ‘per tutto quanto fatto’, a conferma di una lunga e splendida carriera vissuta sempre con il sorriso sulle labbra, fermezza (e forse qualche eccesso) ma mai arroganza. Un esempio per l’intera categoria e che la induce ad obiettive riflessioni e considerazioni: nelle finali play-off di Serie A, con l’arbitro Pascotto in campo, si sarebbe creata la medesima tensione vista in troppe partite?

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Toti discute con i tifosi prima della gara (Foto Alessio Brandolini 2013)

Toti discute con i tifosi prima della gara (Foto Alessio Brandolini 2013)

La violenza: In questi play-off su alcuni campi di gioco si è assistito ad episodi corrispondenti alla parte peggiore del calcio trasferiti alla pallacanestro e si auspica non debbano divenire la normalità. Preferibile assistere a tifoserie impegnate ad applaudire i propri giocatori per l’eccellente stagione disputata; e tutte le partecipanti alla post season ne hanno fornito motivo ai propri sostenitori.

legabasketLe serie infinite: La formula al meglio delle 7 partite ha divertito il pubblico il quale, indici di seguito alla mano, ha apprezzato in larga misura una serie densa di partite spettacolari ed avvincenti. L’equilibrio che ha caratterizzato il campionato appena conclusosi ha favorito la misura piena del programma allestito. Dall’altro lato, le sette partite, più che definire l’enorme equilibrio tra le partecipanti, ha messo a dura prova le condizioni fisiche dei giocatori, in alcuni casi sfiorando il superamento del limite umano. E se le condizioni climatiche fossero rimaste maggiormente in linea con le più calde medie stagionali?