Vanoli Cremona 

Minard, top-scorer della gara con 19 punti (foto: ilrestodelcarlino.it).

Vitali 5,5 – pur preciso dal campo e ispirato nelle assistenze, accende il suo talento ad intermittenza (6 assist e 6 palle perse) ed è troppo impalpabile nei momenti decisivi, stanti i suoi 10 anni di massima serie nel background. Il pubblico ha mostrato di volerlo aspettare.  Contro la Virtus  sul parquet è stato ancora Godot.

Porzingis 5 – troppo irruente in difesa ed impreciso in attacco, non ci mette nemmeno lavoro sporco e rimbalzi.

Kotti 6,5 – è l’unico che sa trovare la profondità in area per Cremona divenendo diligente terminale d’attacco vicino a canestro.

Jackson 6,5 si prende molte responsabilità in attacco, non sempre assistito dalla invocata lucidità. Tiene attaccata la Vanoli fino alla fine del terzo quarto.

Ruini 5,5 – il suo minutaggio si giova dei problemi di falli di Johnson, la circolazione di palla, meno; in special modo quando Vitali fa capire di sentirsi meglio da play, mandandolo in sofferenza in posizione di guardia.

Johnson 4 – si macchia prestissimo di 3 falli mostrando di soffrire il mestiere di Poeta. Non entra mai nella partita.

Harris 6,5  ha il merito di mettere atletismo in una partita contratta, in cui la sua vena al tiro, diversamente da quella dei compagni, è stata molto positiva (60% da 2; 38% da 3).

Huff  5 – 3 punti in 24′ testimoniano che il finlandese deve crescere soprattutto in termini di intraprendenza. Con gli altri lunghi soffre eccessivamente nel primo tempo su Smith.

Stipanovic 4 – Caja gli concede solo 8 minuti che gli sono sufficienti per mettere in luce tutte le sue carenze su i due fronti.

All.  Caja 6 – Ingeneroso imputare a Caja l’inesperienza dei suoi, che diversamente dagli avversari, allorché sotto di 10, hanno mollato, ma pur se la situazione si era fatta nel finale complicata soprattutto per i falli, non gli è riuscito di mettere la squadra in condizione di trovare contromisure alle difficoltà in attacco.

Saie 3 Bologna

Gaddefors 5 – in cinque minuti gli riesce di non farsi notare.

Imbrò 6 – eleganza e padronanza non gli mancano, forse un po’ trattenuto per la responsabilità di far girare l’attaco delle V nere, trova una tripla alla fine del terzo quarto che segna il cambio di inerzia della gara.

Poeta 6,5  – soprattutto mestiere e grinta per sopperire alla rarefazione dei giochi a 2 ed alla sterilità degli esterni nella prima metà gara, ma anche scelte oculate che si traducono in cifre solide.

Moraschini 5 – non lascia segno sulla partita nei soli 7 minuti giocati, provando però 3 triple senza successo.

Rocca 4,5 – la Virtus si affida nel bene e nel male al gioco degli esterni senza mai chiedergli rollare. Anche sotto le plance non mette nemmeno uno dei suoi soliti canestri e va a referto solo con 2 liberi in 21 minuti.

Gigli  5,5l’asse azzurro con Poeta non si innesca, rendendolo poco coinvolto; riappare anche lui a referto solo nel parziale letale del quarto quarto.

Minard 7 – le percentuali esaltano le scelte di tiro del topscorer della gara (8/10 da 2). Killer silenzioso.

Smith 7 – magari non polito in attacco ma in grado di presidiare il post e generare falli e mismatch. Tiene a galla la Virtus nei primi 20 minuti in attesa che si svegli Hasbrouk.

Hasbrouck 7 – completamente avulso dal gioco per 20 minuti, entra in temperatura giusto per l’ultimo quarto in cui con 4 triple scava inesorabile il solco durante il blackout di 7 minuti della Vanoli.

All. Finelli 6 – la Virtus non ha mostrato gran che di sistemico in attacco e non ha dovuto faticare oltre modo in difesa per avere ragione di una Vanoli dalla fisionomia forzatamente ancora indefinita. La vittoria è parsa concretizzarsi, oltre che in virtù della  maggiore esperienza, prevalentemente in ragione della vena intermittente al tiro degli esterni bolognesi, senza l’apporto dei quali le V nere erano sprofondate a meno 10 e con i centri dei quali sono invece arrivate persino a più 20.