Le sette sconfitte esterne ”fotografate” dai numeri

(G.S.) – A Masnago leoni, fuori casa… molto meno: Varese modello ”dottor Jekyll e mister Hyde”, con due volti diametralmente opposti tra casa e trasferta fotografati impietosamente dai numeri.

A oggi la Cimberio ha il peggior record esterno della serie A: dopo il raid di Casale Monferrato a Cremona, solo i biancorossi sono rimasti a quota una vittoria esterna su 9 partite disputate lontano dal PalaWhirlpool. E l’analisi più dettagliata delle statistiche evidenzia in maniera ancor più netta la differenza solare tra la Cimberio “frizzante” di Masnago e quella “sgasata” e poco lucida delle gare esterne. Se in casa la truppa di Recalcati pratica un basket aggressivo e pimpante che frutta 82,3 punti segnati di media, in trasferta la manovra ristagna con poca efficacia e il fatturato offensivo si ferma a quota 70,1, il peggiore in assoluto del campionato.

Le differenze più significative? Prima di tutto la percentuale nel tiro da 3 punti, arma principale dell’attacco varesino, che in casa viaggia con un brillante 38,9% mentre in “versione viaggiante” si ferma a un modesto 31,3%. E tutto ciò nonostante Diawara e Kangur, ossia le due principali “punte” della squadra, rendano statisticamente di più lontano da Masnago (16,4 punti col 55% da 2 e il 40% da 3 contro 16,3 col 49% da 2 e il 40% da 3 per il francese; addirittura 14,2 col 40% da 3 contro 10,2 per l’estone).
E allora dove sta la differenza? Principalmente nel rendimento dei playmaker: Stipcevic passa dai 12,7 punti del PalaWhirlpool ai 10,4 delle gare esterne e Rannikko scende da 8,0 a 4,9 punti e dal 38 al 29% da 3.

Ma anche nell’apporto offensivo dei lunghi: il “pivot a tre teste” Garri-Fajardo-Talts, che in casa porta in dote oltre 20 punti di media, nelle gare esterne si ferma poco sopra quota 14.
Ma ci sono due numeri che danno ragione a Cecco Vescovi nell’indicare la matrice del problema a livello mentale e non tecnico: in discussione non sono certo impegno e applicazione, ma certamente l’approccio e l’aggressività con cui la Cimberio scende in campo a Masnago e in trasferta sono del tutto diverse.

Gli indicatori chiave sono due: prima di tutto le palle recuperate, che crollano letteralmente dalle 15,2 della versione casalinga alle 6,1 delle gare esterne: indice di minor energia e intensità per riuscire ad “accendere” il motore del contropiede e dipendere meno dalla coppia Diawara-Kangur nel gioco a difesa schierata.

L’altro dato saliente è quello dei viaggi in lunetta: si passa dai 22 liberi di media al PalaWhirlpool ai 15,7 delle gare esterne e, al di là del calo delle percentuali (81% contro 71%), si tratta di una ulteriore conferma del differente livello di energia fisica e mentale messa in campo dalla squadra a seconda del fattore-campo amico o avverso.

Ma l’attuale 50 per cento di vittorie prodotto dalla somma dell’8-1 casalingo e dell’1-8 esterno è più vicino al concetto di mediocrità che a quello strettamente aritmetico di “media”. E in un girone di ritorno che vedrà ospiti a Masnago tante avversarie di alta classifica (da Bologna a Siena, passando per Pesaro e Sassari), è ovvio ed evidente che il passaporto playoff andrà conquistato in trasferta, a partire da Casale Monferrato.


La Prealpina