Kee Kee Clark

Il problema alla caviglia destra probabilmente gli impedirà di giocare a Cremona, ma KeeKee Clark è «abile e arruolabile» per sbarcare sul web con il suo sito internet ufficiale www.keydrenclark.com.
L’annuncio, anticipato anche lo scorso 20 marzo, è stato dato ieri dallo stesso play orogranata tramite social network. Il lancio vero e
proprio è fissato per oggi e chi sarà online potrà vincere una maglia autografata.
Fino a ieri il sito consisteva in un’homepage raffigurante il regista braccia al cielo con la maglia dell’Umana Rever e nello sfondo «Keydrenclark.com Corning Soon» con video amatoriale, girato con una webcam nella cucina del suo appartamento, in cui il folletto dell’Alabama invita i propri fan a seguirlo. Oggi si alzerà il sipario. A realizzare il portale la LowGravity, società polacca di sviluppo siti e comunicazione multimediale soprattutto attraverso Facebook e Twitter che, fra i propri clienti, cura anche Sonny Weems dello Zalgiris Kaunas, Allan Ray, in Italia con Roma, Ferrara e Montegranaro,e atleti Nba.
In realtà per Clark non è un vero e proprio debutto, ma un restyling. Il numero 5 orogranata, infatti, è già presente sul web con www.
keekeeclark.com, sito anche questo ufficiale ma più «datato » graficamente, che ripercorre la carriera di Clark, la sua biografia, contiene una ricca gallery con foto dal campo e vita privata, realizzato però da una diversa azienda che cura l’immagine, ad esempio, dell’ex Milano Hawkins, del pesarese Hackett e del biellese Coleman.
Il primo orogranata dell’attuale roster a sbarcare sul web è stato però Alberto Causin con www.albertocausin.it, regalo della fidanzata, il cui dominio è però oggi vacante. Per il resto quasi tutti i giocatori hanno un proprio profilo Facebook (Causin, Allegretti, Tomassini, Magro), social network che va per la maggiore fra gli italiani, mentre gli americani prediligono Twitter, spesso fonte di veri e propri scoop. La stessa Reyer punta molto sui social network: 5.000 i fans su FB, 700 i follower di Twitter, oltre al Blog Reyer.

 

Giacomo Garbisa, Il Gazzettino Venezia