Clay Tucker (foto Brandolini)

Impresa eccezionale di Roma che batte la Mens Sana 77-76 in una partita tiratissima e sempre punto a punto. La migliore partita di stagione dell’Acea coincide con la terza vittoria consecutiva della gestione Calvani

A volte si torna a godere della pallacanestro, e per i tifosi di Roma la gioia è doppia per le tante amarezze degli ultimi anni. Se poi la partita è contro Siena, la gioia è addirittura tripla, quadrupla, decidete voi cosa mettere. Dal canto nostro, sarebbe persino sufficiente vedere cosa riesce a combinare su un campo di basket la squadra, giocando la partita più bella della stagione. E di roba da dire ce n’è tanta, a cominciare dalla solidità difensiva della zona con Varnado a centro area, continuando con la scelta di concedere sempre il tiro dal perimetro alla Mens Sana che, alla lunga, paga nonostante il 10/21 degli ospiti (ma è 2/7 nell’ultimo quarto), per finire con la fisicità impressa al match nelle situazioni in cui Siena provava ad affondare nel pitturato romano, vedendosi spesso respinta con perdite. E’ una notte memorabile per l’Acea, che guadagna due punti che sono oro colato per la classifica e per il morale. Una notte che riconsegna una squadra al pubblico e un pubblico alla squadra. Molti dei meriti sono da attribuire a Calvani, che ha dato identità ad un gruppo che ne aveva poca, pur trovandosi di fronte alle stesse carenze strutturali che avevano danneggiato il lavoro del suo predecessore. La ricetta è da trovare probabilmente nel rapporto con gli uomini prima che con i cestisti (le parole di Datome in settimana danno un’idea in merito), e al momento si sta rivelando vincente.

Note sul match – Partita all’ultimo respiro in un PalaTiziano dal tutto esaurito e alla prima prestazione di alto profilo: la spinta emotiva del pubblico è fondamentale nella prestazione di Roma, che aggredisce fin dal primo minuto una MPS sottotono, nonostante la panchina lunghissima. Sarà quindi il pubblico, saranno le motivazioni che Calvani è riuscito a dare al gruppo, fatto sta che la Virtus gioca una grande partita, mettendo in imbarazzo Siena sotto le plance e scoprendo per la prima volta l’impatto che può dare l’atletismo di Varnado, giocatore che, per doti di salto, non ha eguali in Italia. L’equilibrio dato dalla voglia di Roma e dal talento di Siena porta quindi ad un finale punto a punto, nel quale Roma ribalta lo svantaggio con due triple di Tucker e Gordic. Siena, colpita nell’orgoglio, difende alla morte in due possessi consecutivi e lucra quattro liberi con McCalebb, che ne mette tre. La Virtus è -1 a 33 secondi dalla fine, con palla in mano: Datome guadagna un fallo e fa 2/2, nell’ultimo possesso Djedovic è semplicemente meraviglioso e difende alla grande su Rakocevic. Errore del serbo e vittoria alla Virtus, che infila il terzo successo di fila con Calvani e ottiene un risultato quasi insperato ma meritatissimo.

I numeri – Come detto, la Virtus sceglie di impedire l’ingresso in area degli ospiti, sfidando Siena al tiro dalla lunga distanza. I campioni d’Italia non si fanno pregare e approfittano della concessione prendendosi conclusioni non sempre semplici ma spesso efficaci: il 48% dal perimetro cozza però con il 18/45 in vernice, l’altro lato della medaglia che dà ragione alle scelte di Roma e, di fatto, consegna il match ai padroni di casa. Un’altra conseguenza della scelta difensiva della Virtus è il ribaltamento delle conclusioni dalla lunetta rispetto alle precedenti sfide: l’Acea ha quasi il doppio dei tentativi dalla linea della carità, realizzando con percentuali migliori degli ospiti. Dato curioso: la MPS fa 10/13 ai liberi ma i tre errori sono tutti di McCalebb. E’ proprio uno di questi errori che condanna Siena alla sconfitta negli ultimi 30 secondi di gara.

I protagonisti – Difficile sceglierne solo alcuni in maglia giallorossa. Non si possono però non spendere due parole sulla prova di Varnado, che chiude a 5 punti, 6 rimbalzi e ben 4 stoppate dando una dimensione difensiva totalmente nuova all’Acea, che ha più impatto delle limitate capacità in attacco del centro. La giocata chiave del match però è la fantastica difesa spesa da Djedovic su Rakocevic nell’ultimo possesso, culmine di una difesa di squadra raramente mostrata a queste latitudini. Un ultimo possesso difensivo ben diverso dalla trasferta di Varese, quando la vittoria arrivò per un errore degli avversari. Stavolta il merito è tutto di Roma, che va oltre i propri limiti e porta a casa una vittoria contro la squadra più forte del campionato.


Cristiano Buffa - Tripladoppia.com