Dove si ritrovano nobili e valorosi guerrieri che ancora hanno il coraggio dell’ultima sfida. Averli al proprio fianco è il massimo orgoglio dell’Ultima Legione. 

L’ARTIGLIO DELL’ORSO – di OSCAR ELENI

da: Indiscreto

Ricky Rubio

Pagelle con il sapore delle fragole e delle ciliegie disidratate che costano un patrimonio e ti fanno sentire monacone in terra infedele:
10 A LEGA e OLIMPIA per aver ricordato Cesare Rubini nell’anniversario della sua scomparsa. Sarebbe stato bello far ascoltare a Scariolo, Proli e compagnia cantante anche quello che il vero Principe disse ad Alfredo Pigna nella Domenica Sportiva dopo aver perso uno spareggio con l’Ignis:” Non ci sono scuse, sono stati davvero più bravi di noi”.
9 A LIN e RUBIO perché grazie a loro da un paio di settimane non sentiamo più l’orticaria guardando le facce truci dei “faso tuto mi” del regno NBA che aveva bisogno davvero di questa nuova luce che arriva da lontano, da giocatori europei, o da un ragazzo che a New York avevano preso soltanto come precario per fare numero. Adesso avrà mille padri e come nel film il Migliore avremo il padrone di New York che farà di tutto, come l’anno scorso quando scaricò Gallinari e Carmelo o sciupafemmine, per rovinare la vita a Michele D’Antoni anima nostra.
8 A Romeo SACCHETTI che avevamo criticato per quei visi pallidi che portava in trasferta. Adesso ha colpito duro, è andato fino nella cambusa di chi vorrebbe persino farci credere che si sta arrabbiando.
7 Al maresciallo CALVANI che ha pazientato per avere la sua squadra, che ha sofferto con chi doveva sostituire anche se la situazione è sempre delicata se subentri dopo essere stato assistente perché il sospetto della tresca esiste a prescindere dalla tua onestà intellettuale e professionale, che andrà avanti a soffrire perché i lupi perdono il pelo, ma sul vizio lasciateli stare, e intanto avanza in una classifica che fino a ieri era patetica, anche se non era l’unica cosa del Roma system a dirci che tutto era stato costruito male.
6 Al Pino SACRIPANTI che diventa cacciatore di punti e di dote adesso che a Caserta tutto traballa, perché questo è il destino del basket di vertice: non basta avere gente brava al lavoro, servirebbe anche qualche fido in banca, come direbbero a Teramo.
5 A RAI, SKY, SPORTITALIA e MEDIASET se non saranno a Torino anche se la diretta spetta ai pentiti de “La7”. Tenersi tutti vicino, questo dovrebbe essere il lavoro della famosa commissione TV organizzata dalla Lega quando la gente fingeva di avere le stesse idee.
4 A Dino MENEGHIN se non ci ripensa e si ricandida. Perché? Li ha visti bene quelli che dovrebbero prendere il suo posto?
3 A SASSARI se non riuscirà a mettere l’aria condizionata per le partite di qualificazione dell’Italia in estate. Decidano in fretta, altrimenti giusto spostare tutto a Trieste che ha bisogno di una sferzata dopo aver dovuto rinunciare alla partita delle stelle.
2 A PIANIGIANI che fa un po’ come i nuovi ministri chiedendo ai ragazzi italiani di staccarsi dalla mammella per cercare altrove la caratura che serve per essere campioni veri. Spaventare così le piccole volpi può diventare un rischio, quelli, pur di non pagare mai niente, sarebbero pronti a scendere nell’Averno dei campionati inferiori dove, già adesso, si prende quasi di più.
1 ALLA NEVE che un giorno ci rubò il Palasport di San Siro dove tutto quadrava, organizzativamente parlando e non solo sportivamente, un palazzo mai più restituito alla comunità che pure lo aveva pagato caro, a questa neve che fa rinviare partite, strozza calendari, rende tutto così nebuloso. Certo è inverno. Certo non ci si può sorprendere del freddo, ma così si esagera anche se sappiamo bene che è tutta colpa nostra.
0 A Geppy CUCCIARI, il vulcano che anima La7, se non farà almeno un ‘apparizione a Torino per la Coppa Italia, se non sarà chiamata come opinionista proprio adesso che ha deciso di tornare in campo a 38 anni in una squadra di Segrate che fa la serie C.
per leggere tutto Oscar Eleni: http://nuovoindiscreto.blogspot.com/

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OVERTIME – di ANGELO COSTA

da: Il Resto del Carlino

SESSANTA campioni dello sport firmano una lettera al premier Monti per sostenere la candidatura di Roma e fra loro non c’è nessuno del basket. Una svista? Una dimenticanza di chi ha ‘ispirato’ il documento? Un dispetto ‘politico’ verso un canestro che non sa darsi una riforma? Una scelta punitiva verso una disciplina che i prossimi Giochi dovrà guardarli alla tivù? Qualunque sia la motivazione, è un altro colpo basso all’immagine di uno sport che fatica ad avere spazio anche nella rappresentatività, a differenza di tiro a volo e taekwondo o della stessa handbike. Peccato perché gente come Basile e Galanda, per citare due protagonisti dell’argento di Atene tuttora in grande spolvero, hanno qualità e storia per stare in mezzo ai Baldini e ai Bettini, alle Vezzali e alle Pellegrini, o al Valentino Rossi che con le Olimpiadi ha poco a che fare. Peccato, perché se è vero che certe discipline sono ingiustamente considerate sport minori, significa che il basket è considerato ancora meno di quelle.

RESTARE FUORI dal Gotha azzurro è forse l’ultimo problema di un basket costretto a fare i conti con la crisi: assodato che metà dei club di serie A sono sotto il livello di guardia, il vero rischio per alcuni adesso è arrivare in fondo alla stagione. Una minaccia pesantissima per la credibilità del campionato, intesa anche come risultati, già drogati dal fatto che qualche club in ritardo nel pagamento degli stipendi si è permesso di fare mercato, ingaggiando giocatori. Non è giusto né corretto, ma purtroppo la prima ad accettare tutto questo è la cosiddetta Confindustria dei club, la Lega che chiede riforme per alleggerire la pressione economica e al tempo stesso nasconde sotto il tappeto la polvere che in casa sua si sta sollevando da un po’ troppe parti.
E’ un vecchio ritornello, come vecchia è purtroppo la sparizione di almeno un club all’anno, una triste media che non ha insegnato nulla. Ma qui ormai passa tutto in cavalleria, salvo stupirsi quando i buoi hanno già lasciato la stalla, come sta succedendo a qualche club di LegaDue a proposito di una riforma che lo riporterà fra i dilettanti. Così come sta passando in silenzio la clamorosa marcia indietro di Cantù, che in estate aveva sventolato la scelta italiana in regìa, promettendo un Cinciarini da Nazionale, e ora cambia rotta, provando a rilanciare Perkins: perché i cantori di quella illuminata strategia adesso stanno zitti?

La frase della settimana. «A Pesaro si giocherà regolarmente»
(Mauro Montini, gm Scavolini, poche ore prima del rinvio per neve di Pesaro-Cantù si candida alla direzione del servizio meteo).

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