INTERVISTA IMMAGINARIA A… Mike D’Antoni

Alias Arsenio Lupin. Per gli amici, Michelino

 

Ehi, Mike, sei peggio di Gastone…

Mike D'Antoni

“Nemmeno  mi saluti? Che vorresti dire?”

Che hai più culo che camicia…

“Anche tu, con la storia di Jeremy Lin?”.

Scusa, ma le domande non dovrei farle io?

“Ehhh… Ho già capito dove vuoi andare a parare. La notte non hai proprio niente di meglio da fare, che prenderti la briga di chiamare New York, senza contare la spesa. Che palle con ‘sto Jeremy Lin. Sta diventando proprio una “jeremiade”!”.

Vedo che non hai perso il buon umore, fai le battute e ti ricordi anche le espressioni idiomatiche italiane… Intanto il cinesino l’hai fatto giocare per disperazione, e lui ti ha salvato la panca…

“E se fosse stato una pippa fino al giorno prima, venuto su come un fungo in una notte? E io bravissimo a capirlo al volo, e per primo?”.

Si sganascia dalle risate anche la cornetta del telefono…

“Se proprio vuoi ti dico che, intanto, non sono stato il solo ipovedente. Allora Houston che lo ha tagliato, cos’è, l’Istituto dei ciechi? Dammi retta, che anche in Italia… Mi pare che a Teramo…”.

Altolà. Quella storia l’abbiamo già infilata nei “cocci di bottiglia”. Ma ti informiamo che da noi, per la precisione a Casale Monferrato, c’era chi faceva la novena sperando che tu tagliassi Jeremy Lin, per prenderlo al volo. Piuttosto. Sembra che nella grande mela ti senta solo?

“Magari fossi solo. Sono circondato da giornalisti che ogni giorno mi massacrano. Sono snob e pure razzisti. Se non sei newyorkese hai vita breve. Io che vengo da West Virginia, neanche tanto a sud di NY… pensa te… mi chiamano “terrone”. e dicono che noi di Mullens se parliamo non si capisce un c… perché mangiamo le parole…”.

Potevi dar retta alla dolcissima Laurel, che ama l’Italia e odia New York, e startene da noi, dove tutti ti amavano, e ancora, ingrato, ti amano. Non siete proprio voi americani che dite che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna? Ma tu Laurel non l’hai ascoltata.

“Devo ammetterlo. Da voi, sia come giocatore che come allenatore, ho sempre avuto le spalle protette da grandi interlocutori, come Dan Peterson e Toni Cappellari a Milano e Maurizio Gherardini a Treviso”.

Allora perché non torni? Se rimani li finisce che anche la tua grande anima si incarognisce. Ci sono già i primi segnali… O credi che non abbiamo capito il vero motivo per cui hai cacciato dai Knicks Danilo Gallinari?

“Cosa vorresti dire?”

Non fare il furbino. Hai fatto ricadere sul figlio la colpa del padre… Confessa!

“Insomma… Beh… In effetti… Gallone, cioè, Vittorio Gallinari era il ras della sede di via Caltanissetta, aveva instaurato una specie di nonnismo e ci vessava tutti”.

Caro Michelino, vedi, che avevamo ragione? Non ti facevamo così vendicativo.

“Ma dai, che un giorno o l’altro accontento Laurel, e torno. Però, soltanto a Milano e soltanto quando torna anche Danilo Gallinari. Così faccio pace anche con Gallone”.

 Commentate l’articolo o scrivete a: [email protected]