Gustavo Ayon, protagonista con il suo Real  (ACB Photo: A.Villaba)

Gustavo Ayon, protagonista con il suo Real (ACB Photo: A.Villaba)

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Gustavo Ayon: La pallacanestro è uno sport fantastico, lo sappiamo. Tecnica, atletismo, tiri da fuori, assist spettacolari. Molto spesso si tende però a dimenticare troppo l’aspetto mentale e caratteriale, che a questi livelli è più che mai prioritario. A tal proposito, il pivot messicano classe ’85 potrebbe tenere autorevoli lezioni “all’università del basket”.

Il Real Madrid gioca la partita più importante della stagione sul difficile campo del Bayern Monaco, nel tentativo di salvare una prima fase piuttosto deficitaria e mettersi nelle condizioni di qualificarsi alle Top 16. Per la verità la squadra di coach Laso non brilla neanche in Germania, ma si affida ai propri veterani, ed in particolare proprio a Gustavo Ayon. In 27’ sul parquet manda a referto 22 punti con 8/10 da due punti e 6/7 dalla lunetta, condendo la sua prestazione con 9 rimbalzi, 6 palle recuperate, 4 assist e 3 stoppate, chiudendo con un pazzesco 41 di valutazione. Quando prende palla vicino al canestro ha qualità incredibile, riuscendo a chiudere con grande tecnica, “lucrando” falli e realizzando con precisione ai liberi, se chiuso o raddoppiato fa uscire la palla come un playmaker, in difesa non fa mai mancare la sua presenza sotto i tabelloni, dando sicurezza a rimbalzo e chiudendo le penetrazioni dei piccoli avversari. Insomma una prestazione a tutto tondo proprio nel momento più difficile ed importante della sua squadra, da leader, da assoluto trascinatore. Spesso si tende a commettere l’errore di ricordarsi solo le grandi giocate spettacolari, ma giocatori di talento e dalla personalità così forte come Gustavo Ayon sono proprio coloro che rendono grandi squadre come il Real Madrid, anche nei momenti di meno splendore.

 

Efes – Laboral Kutxa: Partita agonisticamente priva di importanza quella andata in scena giovedì sera tra i turchi di coach Ivkovic e gli spagnoli di coach Perasovic, con entrambe le formazioni già qualificate alle Top 16. Dalla “serenità d’animo” delle due squadre scaturisce una partita davvero gradevole, con eccellenti attacchi sicuramente più incisivi delle rispettive prestazioni difensive.

La prima metà di partita è più favorevole agli ospiti, che segnano con continuità anche grazie ad una difesa non particolarmente arcigna dei padroni di casa. Nella ripresa i turchi tornano sul parquet con un altro tipo di intensità, ma soprattutto sale in cattedra Huertel, che da sfoggio di tutto il suo talento. Grazie alle giocate del playmaker francese l’attacco dell’Efes prende grande ritmo e quando non è lui in prima persona a finalizzare ( 25 punti con 6/6 da due, 3/5 da tre e 4/4 ai liberi) regala assist (9 alla fine) ai compagni, che scappano via nel punteggio. Alla fine sono infatti proprio i giocatori di Ivkovic ad imporsi, ma gli spagnoli non danno mai la sensazione di non voler giocare la partita, anzi ci provano fino alla fine con grande precisione del tiro da tre punti. Sfiora il 44 % da tre punti l’Efes, supera il 53 % dalla lunga distanza Laboral (anche grazie al 6/11 di un ispirato Adams) e ne esce una partita piacevole, dagli ottimi contenuti offensivi sia individuali che collettivi da entrambe le formazioni, che hanno dimostrato ancora una volta di avere le carte in regola per fare bene anche alle Top 16.

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Coach Pesic, sconfitto in casa dal Real

Coach Pesic, sconfitto in casa dal Real

Bayern Monaco: Le possibilità di qualificarsi alle Top 16 sono ancora concrete e alla squadra di coach Svetislav Pesic basterà vincere, con qualsiasi risultato, sul campo della Stella Rossa Belgrado. Non un’impresa semplicissima ma alla portata dei tedeschi, che rischiano ancora una volta di essere esclusi dalla fase importante dell’Eurolega, facendo vedere troppo spesso due facce della stessa medaglia. La squadra ha qualità, ha un buon budget, può contare su giocatori di talento e di esperienza e vanta in panchina un allenatore di assoluto livello come Pesic. In casa, contro un Real non certamente irresistibile, partono bene e a tratti sembrano addirittura in controllo del match. Pesa sul risultato finale un terzo quarto di gioco davvero sciagurato per i tedeschi, che mandano a referto appena 13 punti concedendone 29 ai blancos, che quando entrano in fiducia possono dominare con tutte le frecce di cui dispongono nel proprio arco.

Ottima prestazione balistica per K.C. Rivers con 6/7 da tre punti, ma il Bayern non da la sensazione di essere la squadra che molti si aspettano, da anni, che possa diventare. Le qualità, come anticipato, certo non mancano, almeno per qualificarsi con una certa tranquillità alla seconda fase della competizione. Invece tutto passerà da Belgrado e se le cose non dovessero andare per il verso giusto, sarà l’ennesima stagione europea al di sotto delle aspettative.