Umana Reyer Venezia – Grissin Bon Reggio Emilia 63 – 70 (serie 3-4)

AJM_3183

Andrea Cinciarini, MVP della gara che ha mandato Reggio Emilia alla finale (Foto: Alessandro Montanari 2015)

Mestre (VE) – Alla fine di una serie entusiasmante, restano sostanzialmente due cose. Da una parte, la stoica impresa di Reggio, che contro tutto e tutti, contro i pronostici, contro gli infortuni, con un roster ridotto ad una rotazione di 7 elementi, riesce a conquistare (meritatamente) una storica finale scudetto. Dall’altra le lacrime, tante, di Phil Goss, di Hrvoje Peric e di tutta la Reyer che esce tra gli applausi di un Taliercio meraviglioso, che quando ha capito che Cinciarini con la tripla ha chiuso ogni speranza, alza la voce per applaudire una stagione che, comunque sia finita, resta una delle più belle ed importanti della storia orogranata. La partita è stata intensa, dura, fisica, anche brutta a tratti, come solitamente lo è una gara 7, nella quale la sostanziale differenza lo hanno fatto la straordinaria difesa della Grissin Bon, un Lavrinovic in più, il cuore di Cinciarini e le pessime percentuali al tiro dell’Umana, viziate dal lavoro degli avversari. L’avvio di gara è di quelli che fa capire come non sarà affatto una passeggiata, ed il nervosismo è palpabile nei sottomano sbagliati o nei moltissimi errori su ambedue i fronti: i lagunari provano a fare quello che sanno fare meglio, correre, ma la transizione difensiva degli emiliani è impeccabile, e contro la difesa schierata, gli uomini di Recalcati faticano a trovare una soluzione. Come i mismatch in post di Stone, nemmeno una rotazione ampia porta i frutti sperati, ed il sottile filo che tiene la partita in equilibrio non sembra vacillare.

Darius Lavrinovic, presenza fondamentale per la Grissin Bon (Foto: Alessandro Montanari 2015)

Darius Lavrinovic, presenza fondamentale per la Grissin Bon (Foto: Alessandro Montanari 2015)

Fino alla prima fiammata della partita, che arriva a cavallo dell’intervallo, con Venezia a provare con il solito poderoso rientro sul parquet a scappare, arrivando a toccare il +9. Palazzo in delirio, Menetti costretto al timeout, sembra davvero la svolta. Invece, con lucidità e grande freddezza Reggio rovescia il parziale (11-0) rimettendo la testa avanti, e non concedendo la testa agli avversari, che riescono a restare a contatto fino ai 5, decisivi punti di Cinciarini, che portano il gap a 7 punti con meno di 3 da giocare. Li, su quel canestro, si infrangono i sogni orogranata, mentre quelli di Reggio prendono il volo. Finisce 63 – 70.

MVP Andrea Cinciarini: Quando si dice giocare da leader. Si carica sulle spalle la squadra nel momento decisivo della partita, risolvendola con 5 punti fondamentali nel finale.

La statistica: Venezia non hai mai tirato così male nelle 7 gare della serie (32% da 2, 30% da 3), ma nonostante ciò, ci sono 17 assist su 21 canestri realizzati, a segno della buona costruzione delle conclusioni da parte dei padroni di casa. Ed il plus/minus di Lavrinovic, (+15 in 21 minuti), la dice lunghissima sull’impatto del lituano sulla partita.

Umana Reyer Venezia – Grissin Bon Reggio Emilia 63 – 70 (16-19, 20-13, 12-19, 17-22)

Venezia: H. Peric 15, P. Goss 11, J. Jackson 9; Rim(40): J. Stone 8; Ast(17): J. Jackson 5

Reggio Emilia: A. Cinciarini 18, D. Lavrinovic 15, A. Della Valle 13; Rim(37): D. Lavrinovic 9; Ast(13): A. Cinciarini 5

Coach Carlo Recalcati: “Hanno vinto i migliori, e questa non è una frase di circostanza. Reggio ha meritato questa finale, ma ovviamente dispiace per essersi fermati ad un passo dal traguardo dopo una stagione fantastica. Adesso è dura, sappiamo di aver avuto le nostre occasioni, ed i ragazzi sono davvero dispiaciuti, sopratutto per il meraviglioso pubblico che ci ha sostenuto, anche in trasferta. Ma questo è lo sport, e purtroppo per uno che vince c’è uno che perde. Ma alle volte anche chi perde esce vittorioso. In tanti anni di carriera, non ricordo di aver allenato molte squadre così continue, e passata l’amarezza di questa sconfitta, dobbiamo essere orgogliosi di quanto fatto. Dovevamo vincere gara 6, ma serenamente dico una cosa: loro giocano bene, molto bene, ed hanno la capacità di tenere sotto controllo tutta la partita nella fase offensiva. La differenza è stata fatta li, loro sono stati molto più continui di noi. Si chiude purtroppo una stagione fantastica, che però non deve abbagliare né essere un punto di arrivo, ci deve solo dare indicazioni su dove lavorare per fare meglio”.

Coach Massimiliano Menetti: “Sembrerà strano, ma il primo pensiero va a chi afferma come il basket italiano sia in crisi. Questi playoff stanno entusiasmando, e sono sicuro che a chi ha avuto la possibilità di vederli, sia tornata la voglia di vivere la pallacanestro. L’unico rimpianto è che con impianti adeguati, avremmo avuto 10000 persone ad ogni sfida. Voglio spendere due parole per la Reyer: abbiamo giocato 7 partite al fulmicotone, e nonostante questo, non c’è stata una sola polemica. Complimenti a loro per la loro serie e per la loro signorilità. Infine, non riesco a quantificale la soddisfazione per la storica finale, meritatamente conquistata. Per due motivi: il primo, per aver gestito le condizioni in cui ci siamo trovati, la seconda è la grande soddisfazione per aver costruito una squadra diversa da tutte le altre, che ha puntato su italiani, trascinata da un Kaukenas leader a tutti i livelli. Dalla salvezza in  lega 2 a qui, grazie a società e città fantastiche. Un percorso fantastico che chiude un cerchio meraviglioso”.

Pagelle:

Umana Reyer Venezia

J. Stone 5,5: Qualche scossone, ma troppe occasioni sprecate sotto canestro.

H. Peric 6: Timbra il cartellino, come quasi sempre, anche se forse serviva qualcosa in più.

P. Goss 6: Ci ha provato, fino all’ultimo, e le copiose lacrime all’uscita ne sono la dimostrazione.

J. Jackson 6,5: Il migliore. Con Reggio a scappare dopo il break, tocca a lui frenare l’emorragia con i soliti canestri di personalità.

T. Ress 5,5: Difensivamente la solita presenza, anche se con qualche defenzione, in attacco è mancato il suo apporto

B. Ortner 5,5: I pochi minuti in campo sono il segno che la schiena deve fare ancora male.

S. Nelson 6: Attivo e vivace su ambedue i fronti.

P. Aradori 5: Decisamente non bene. Poco incisivo e pochi tiri presi nei momenti in cui sono giocatori come lui a poter fare la differenza.

J. Viggiano 5,5: Anche per lui non è la serata migliore.

D. Dulkys 5: E l’emblema delle difficoltà al tiro della Reyer: ottimi tiri, per un 1/6 che pesa per uno che di mestiere fa il tiratore.

Grissin Bon Reggio Emilia

A. Polonara 7: 39 minuti, giocati ad alta intensità, con canestri importanti.

D. Lavrinovic 7,5: Quando entra cambia le carte in tavola. Peric sembra frenarlo, ma ci mette poco a prendere le misure.

A. Della Valle 7,5: Si prende oneri e responsabilità, la tripla in contropiede permette di quantificare la sua personalità.

G. Pini 7: 9 minuti importanti per far rifiatare i compagni, nei quali colleziona 5 rimbalzi.

R. Kaukenas 7,5: Perché non può giocare in eterno? Vederlo difendere sul perimetro ed in post come ha difeso stasera e segnare quei canestri dall’altra parte è roba da raccontare al nipoti.

O. Silins 7: Determinante in fase difensiva sull’ala piccola di turno.

A. Cinciarini 8: Senza essere né volgare né offensivo: stanno a 400€ all’etto. Gli si possono tranquillamente perdonare le 4 perse, unica macchia di una partita da vero eroe.