Scalabrine

In vista del match di Milano degli NBA Global Games, i Boston Celtics hanno effettuato il primo allenamento nelle strutture del Lido in Piazzale Lotto. Presente tutta la squadra agli ordini di coach Brad Stevens e dei suoi collaboratori. Quello dei Celtics è uno staff in cui si è trovata qualche vecchia conoscenza: oltre a Jay Larranaga (ex tiratore di Milano, Roma, Reggio Calabria e Caserta) e Jerome Allen (il “capotribù” dei tempi di Udine),  Brian Scalabrine si è intrattenuto con noi nel suo usuale stile. White Mamba non è cambiato negli anni: si parte con una intervista composta e si finisce davanti a un fiume in piena che parla del suo apprezzamento per il vino italiano. Ecco cosa ci ha rivelato il Brian Scalabrine sui suoi anni trevigiani, sugli italiani in NBA e sul match di martedi.

Brian, partiamo da qui: gli italiani in NBA, come li vedi? Credo che Gallinari possa meritare di più dello spazio che si è già ritagliato in NBA. E’ un giocatore fantastico e ha un tiro molto rapido e preciso. Belinelli è incredibile: riesce ad adattarsi nei sistemi, sa far girare bene la palla… avanti, lo avete visto anche voi agli Spurs.  L’unica incognita è Bargnani: aveva tutto il potenziale. E’ anche un po’ fragile come giocatore, non credi? Fisicamente fragile si, ha avuto diversi stop che lo hanno fermato. Che poi in inglese la stessa parola poi vuol dire anche “fragile mentalmente”. Beh si, intendevo anche quello. (risata e pacca sulla spalla) Amico, potresti avere ragione ma quest’estate lui ha giocato abbastanza bene, ho avuto modo di osservare qualche partita. Ma alla fine l’Italia è riuscita ad andare alle Olimpiadi? In realtà siamo arrivati al Preolimpico, ma ci sono pochi posti. Oh, beh se tutti sono in forma e non avrete infortuni se la possono giocare. L’Italia è una bella squadra.

Copyright 2015 NBAE (Photo by Gregory Shamus/NBAE via Getty Images)
Copyright 2015 NBAE (Photo by Gregory Shamus/NBAE via Getty Images)

Per martedi invece, che cosa ti aspetti di vedere? Allora, se giochi contro questi Celtics ti trovi davanti una squadra molto profonda e aggressiva: noi ci aspettiamo Milano come un gruppo dall’intensità alta che gira attorno a un paio di star e la nostra top five deve reagire bene. Sarà difficile per le guardie, la si butta sul fisico, ma non si giocherà punto a punto. E l’Italia?  Come ti trovi qui? Sei mai tornato a Treviso? A Treviso non sono più tornato però amico, il tuo è un Paese meraviglioso. Anche Milano mi piace: stasera andrò a San Siro a vedere il Milan, ho anche preso la sciarpa, vado a fare il tifo: mi piace il calcio, quindi stasera “forza Milan”! E l’Inter, niente? Ah già ci sono due squadre qui, però stasera qui gioca il Milan quindi forza Milan… ho anche già preso la sciarpa. La prossima volta forse l’Inter. Poi adoro mangiare così bene: Treviso è stato l’unico posto in cui riuscivo a ingrassare giocando trenta minuti! E poi adoro il vino, lo bevevo di continuo. Magari lo bevevi anche prima delle partite? (Sorride) Non solo, ma anche tra un allenamento e l’altro, sempre. Scusa?  Spiegati meglio! (risata) Si si, tornavo a casa, mi facevo un po’ di pasta, bevevo un po’ di vino e poi mi allenavo ancora… e infatti sono ingrassato, ho dovuto lavorare sodo quando sono tornato in America. Però dai, adesso ti vedo in forma, forse addirittura meglio di prima. (gongola e si batte il petto) Eh si, è tutta genetica, merito dell’STH (l’ormone della crescita, ndr). Mitica la genetica: più si invecchia e più si migliora.