Logo Champions LeagueNella seconda settimana di ottavi valanga di gol: sono ben 17 le reti segnate, d’altronde stiamo pur sempre parlando della Champions League. Due vittorie esterne, una vittoria casalinga e un pareggio.

Partiamo dalla prima partita di martedì, giocatasi a San Pietroburgo tra Zenit e Borussia Dortmund, l’anno scorso finalista a sorpresa. I russi di Spalletti non giocano una partita ufficiale da due mesi a causa della consueta sosta invernale del campionato; i tedeschi di Klopp vengono da un pesantissimo 3 a 0 in casa dell’Amburgo e devono sopperire alle tante assenze, in particolare a quella dei centrali difensivi titolari Hummels e Subotic, ma non è una novità. Nonostante ciò, la partita è a senso unico, i primi 5’ minuti di gioco sono abbastanza eloquenti. Uno-due tremendo firmato Mkhitaryan-Reus e padroni di casa sotto shock. La difesa dello Zenit è troppo vulnerabile e viene messa in crisi dal solito recupero palla e pressing sulla trequarti del BVB. Nel secondo tempo i russi possono ritenersi fortunati visto che Shatov segna l’1 a 2 in fuorigioco alla prima occasione della partita e, dopo l’immancabile gol di Lewandowski, ottiene un rigore generoso concesso dall’arbitro che Hulk non sbaglia. Lewandowski però per la seconda volta brucia le speranze dello Zenit, segnando ancora. 2 a 4 il risultato finale, presumo vedremo anche quest’anno i gialloneri nei quarti.

Più che la vittoria esterna del Borussia Dortmund, spicca l’inaspettata vittoria dell’Olympiacos contro il Manchester United. Ma la disfatta subita dai Red Devils al Pireo era davvero inaspettata e impronosticabile? Personalmente credo di no, vi espongo alcune ragioni: l’allenatore spagnolo Michel sta compiendo un lavoro che, fino all’exploit del Karaiskakis, è passato inosservato a tutta (o quasi) Europa. In pochi avranno fatto caso che i greci fin qui hanno perso sole due partite in tutte le competizioni e hanno in campionato ben 20 punti di vantaggio sul Paok Salonicco secondo in classifica. Questo vuol dire che l’allenatore è riuscito ad inculcare nei suoi giocatori una mentalità vincente, soprattutto tramite un gioco caratterizzato da un pressing asfissiante sia offensivo sia difensivo, che ha costretto campioni come Rio Ferdinand a perdere una miriade di palloni davanti alla propria area di rigore. Inoltre una grande intensità e un possesso palla continuo per riposarsi col pallone tra i piedi. Ovviamente c’è da considerare che il Manchester sta attraversando la peggior stagione degli ultimi 20 anni e non sta brillando in nessuna competizione. Dopo i gol di Dominguez e Campbell, l’Olympiacos và addirittura vicino al 3 a 0. Gli ospiti tirano fuori l’orgoglio solo negli ultimi 10’, in cui Van Persie spreca un’occasione enorme. Salviamo solo Vidic tra gli uomini di Moyes. In vista del ritorno, pronostico difficile: i greci riusciranno a dimostrare di poter stare tra le grandi d’Europa o soccomberanno all’Old Trafford, dove il Manchester vanta una tradizione di grandi imprese?

Ieri alla Turk Telecom Arena si è concretizzato l’unico pareggio di questi ottavi, quello tra Galatasaray e Chelsea. A giochi finiti, possiamo dire che le occasioni da gol non sono state innumerevoli. E’ stata una partita equilibrata ma davvero intensa e contraddistinta da un ritmo altissimo sin dai primi minuti. Sarà così fino alla fine. Per par condicio assegniamo un tempo a testa. Sì perché i turchi regalano un tempo ai Blues di Mourinho e già al 9’ sono in vantaggio grazie al gol di Torres e a una inutile uscita di Muslera che lascia la porta sguarnita. Mancini al 31’ fa il cambio che, appunto, cambia la partita: toglie Hajrovic al posto di Yekta per avere un centrocampo più folto e aggressivo e il Mancio ottiene i risultati sperati. I suoi cambiano atteggiamento e lasciano negli spogliatoi il rispetto “reverenziale” nei confronti del Chelsea che soffre da matti per tutto il secondo tempo. Il palo clamoroso colpito da Selcuk Inan al 63’ su azione di calcio d’angolo è il preludio al gol che arriva un minuto dopo sempre su calcio d’angolo. Chedjou scappa a Terry e insacca l’1 a 1 con il piattone, Cech troppo indeciso in uscita. Alla fine possiamo dire che il pareggio è il risultato più giusto. Al ritorno può succedere di tutto, anche se risulta difficile pensare la squadra dello Special One uscire agli ottavi essendo sulla carta superiore e guidata da un allenatore fenomenale. Drogba & co. di certo tenteranno un’impresa non impossibile.

Il Real Madrid di Carletto Ancelotti, come previsto, passeggia sullo Schalke 04 che sta attraversando una stagione difficile, non c’è partita. Protagonista il trio da circa 230 milioni di euro Ronaldo-Bale-Benzema, doppietta per tutti e tre. Quest’anno sembra che i Blancos hanno trovato il cinismo che Josè Mourinho nei suoi anni a Madrid ha tanto predicato e mai ottenuto con continuità, soprattutto nelle partite più importanti. Chissà, forse quest’anno può accadere qualcosa di grande col tecnico italiano, forse la Coppa dalle grandi orecchie tornerà a Madrid dopo più di un decennio. Il Real credo possa esser considerato tra i favoriti insieme al Bayern schiacciasassi di Pep Guardiola. Per quanto riguarda lo Schalke, rimane solo la consolazione del gol della bandiera: una perla purissima di Klaas Jan Huntelaar, un capolavoro balistico straordinario. Quando la Klaas non è acqua… Non ci soffermiamo sulla gara di ritorno, sarà una formalità, i madrileni potranno divertirsi in casa senza il peso psicologico di una qualificazione da ottenere.

Zenit San Pietroburgo-Borussia Dortmund 2-4; Olympiacos-Manchester United 2-0; Galatasaray-Chelsea 1-1; Schalke 04-Real Madrid 1-6

Emanuele Prina