Logo Champions LeagueAnche in questa settimana abbiamo visto superare il turno e accedere ai quarti di finale le squadre favorite, ma il doppio confronto tra Manchester United e Olympiacos ha certamente dato un po’ di pepe a questi ottavi prevedibili, anche se in fin dai conti è passata la squadra più forte. Partiamo con l’analisi delle partite di martedì come sempre.

Allo Stamford Bridge, Chelsea contro Galatasaray, ovvero Mourinho contro Mancini. Dopo l’uscita dalla Champions League di Arsenal e Manchester City, tocca prima al Chelsea difendere la reputazione di un calcio inglese secondo molti in calo. Per i blues però i giochi si rivelano fin troppo facili, il divario tecnico è troppo evidente, ma non bisognava di certo veder la partita per capirlo. Eto’o al 4’, servito da Oscar, sblocca il risultato e al 42’ Cahill piazza il tap-in vincente che assicura definitivamente il passaggio del turno. I londinesi dominano dal primo all’ultimo minuto e in fin dai conti il risultato finale và loro stretto. Basti pensare che il migliore in campo dei turchi è una vecchia conoscenza del calcio italiano, Fernando Muslera, bombardato per tutto il secondo tempo, che evita l’umiliazione della sua squadra. Mancini in panchina è sembrato un leone in gabbia, avesse potuto sarebbe sceso in campo ad aiutare i suoi uomini, limitatissimi dal punto di vista tecnico. La chiara manifestazione dei limiti del Gala (il primo tiro arriva al 91’ ed è innocuo per Cech) lascia altri interrogativi sull’inspiegabile eliminazione nel girone della Juventus. La cosa più bella della partita non è il colpo di tacco di Hazard che smarca Torres negli ultimi minuti del match, ma la bandiera extra large mostrata dai tifosi del Chelsea dedicata all’ex Drogba: il calcio è anche sentimenti, non dimentichiamolo.

Il Real Madrid, dopo l’1 a 6 dell’andata e in vista del Clasico di domenica, sfoggia i gioiellini del futuro contro lo Schalke 04. Ovviamente Ancelotti non lascia in panchina il pallone d’oro Cristiano Ronaldo, a caccia del record di 14 gol in Champions (detenuto dal nemico di sempre Messi e da Altafini). CR7 non si fa sfuggire l’occasione contro i modesti tedeschi e sigla una doppietta che lo lancia a 13 gol e se non fosse per una traversa e un palo avrebbe già stracciato il record. Dei blancos segna anche Morata (spesso fischiato nel corso della partita per i molti errori), mentre Hoogland firma il provvisorio 1 a 1 grazie a una deviazione decisiva di Sergio Ramos che disorienta l’incolpevole Casillas. Per i madrileni 31 gare senza sconfitte, ora ne mancano solo 3 per eguagliare il record del club. Carletto Ancelotti invece è il primo allenatore che riesce a raggiungere i quarti di Champions League con 5 squadre diverse. E’ la serata perfetta per il Real Madrid e chissà se non sarà questo l’anno perfetto…

A Dortmund si presenta lo Zenit San Pietroburgo post Spalletti, è Villas Boas il suo successore ma per il match del Signal Iduna Park i russi sono guidati dall’allenatore in seconda Sergey Semak. Borussia senza Reus infortunato oltre ai soliti Subotic,Blaszczykowsky e Gundogan. Il risultato dell’andata (2 a 4) lascia Klopp abbastanza tranquillo, però la fucilata di Hulk al 16’ che batte Weidenfeller porta in vantaggio gli ospiti a sorpresa. Ci pensa Kehl di testa al 38’ a pareggiare i conti. Nella ripresa arriva un altro gol di testa, è quello di Rondon che in tuffo su assist di Criscito segna l’1 a 2, gol che mette di nuovo i brividi al BVB. Infatti lo Zenit và vicino all’1 a 3 che avrebbe portato i russi a un solo  gol dal passaggio ai quarti. Ma finisce così, altra sconfitta in casa per i tedeschi che a questo punto devono sparare in un rapido rientro degli infortunati, i quali saranno fondamentali per proseguire l’avventura europea. I russi invece ripartiranno dall’anno 0 con un nuovo tecnico dopo aver ricevuto tante delusioni anche quest’anno, soprattutto in Champions, ma visti gli interpreti gli ottavi possono ritenersi già un buon risultato.

Al Teatro dei sogni, l’Old Trafford, si è giocata Manchester UnitedOlympiacos. Il risultato del Karaiskakis è stato ribaltato dai campioni dei Red Devils. Gli uomini di Moyes sono riusciti a mettere in campo il carattere che ha sempre contraddistinto la più gloriosa squadra di Manchester e che quest’anno non si è quasi mai visto. I greci, privi di grandi campioni, hanno messo in campo tutto quello che avevano, ovvero agonismo e intensità, giocando la partita a viso aperto. Man of the match Van Persie, autore di una fantastica tripletta (o meglio hat trick per rimanere in tema), ma sui tre gol è evidente la mancanza di esperienza degli uomini di Michel. I greci forse meritavano il passaggio ai quarti, riuscita loro una sola volta, ma trovarsi il miglior United della stagione non ha reso possibile questa impresa. Episodio chiave della partita è la doppia parata di De Gea sull’1 a 0, strepitoso soprattutto nel secondo intervento su Dominguez. I red devils ripartono dopo la pesante sconfitta casalinga per 0 a 3 contro il Liverpool e Moyes per ora può ritenersi salvo. Adesso però bisogna trovare la continuità nelle prestazioni, mantenendo la compattezza e la volontà di sacrificarsi di tutti (Valencia ha giocato per più di un’ora con un occhio nero) viste contro l’Olympiacos.

Chelsea-Galatasaray 2-0; Real Madrid-Schalke 04 3-1; Manchester United-Olympiacos 3-0; Borussia Dortmund-Zenit San Pietroburgo 1-2

Emanuele Prina


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