Matteo Boniciolli

Matteo Boniciolli è sempre stato considerato un “allenatore scomodo”… Chissà poi perché… Forse perché è una voce fuori dal coro? La qual cosa, al contrario, sarebbe per l’Ultima Legione un titolo di merito assoluto. A rileggerla, la sua carriera è tutt’altro che male. Triestino (18 aprile 1962),  un ariete, allievo prediletto di Boscia Tanjevic, quando ha iniziato a camminare da solo è passato per Udine, Fortitudo Bologna (portata al primo anno alla finale scudetto contro Treviso), Messina, Avellino (storica vittoria della Coppa Italia), nel 2008 eletto “Allenatore dell’anno”, poi alla Virtus Bologna (vittoria Eurochallenge 2009), nel frattempo il primo impulso di esplorazione chE lo porta in Belgio, a Ostenda, e ancora in Italia, alla Virtus Roma, prima di avventurasi sulla “Via della Seta”, alla conquista del Kazakistan, la sconfinata terra dei fieri Cosacchi, lo stato più grande del mondo senza accesso al mare, tra Europa ed Asia.

Alla guida del B.K. Astana, la squadra della capitale, ha chiuso imbattuto la stagione regolare (domenica prossima iniziano i playoff) e nel frattempo ha vinto la Coppa nazionale.

Matteo Boniciolli: il legionario in cammino sulla Via della Seta, ha mandato all’Ultima Legione il seguente saluto…

Come Giovanni Drogo dalle mura della Fortezza Bastiani,circondato dal suo deserto dei Tartari, vi assicuro che la vista della steppa, dalle finestre del mio avveniristico grattacielo di Astana, ti porta ad attendere, giorno dopo giorno, un nemico che, per fortuna, non arriva mai.
Nemici, polemiche, contrasti, li ho lasciati in Italia, per venire in questo enorme paese, grande come tutta l’Europa, a fare pallacanestro, quello che mi riesce meglio.

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