Milos Teodosic (foto euroleague.net)

Milos Teodosic (foto euroleague.net)

Istanbul, 13 maggio 2012, Sinan Erdem Arena. Una data e un luogo che resteranno probabilmente impressi per tanti anni nella mente degli appassionati di basket. Perché quel giorno si è disputata la più pazzesca e assurda finale nella storia moderna dell’Eurolega, una finale in cui l’Olympiakos è riuscita nell’impresa di vincere il titolo rimontando al CSKA Mosca 19 punti negli ultimi 12 minuti, rimonta completata dal lay-up di Printezis a pochi decimi dalla fine della partita.

Londra, 10 maggio 2013, O2 Arena. Sono passati 12 mesi (o quasi) da quel giorno e la storia, che quando vuole sa divertirsi alle nostre spalle, mette di nuovo una di fronte all’altra le stesse squadre che quel 13 maggio giocarono quella incredibile finale. Questa volta in palio ci sarà “soltanto” l’accesso alla finale, ma per forza di cose l’esito della finale 2012 sarà presente nella mente di tutti alla O2 Arena. In quella dei “reds” perché di fatto, escluso l’infortunato Mantzaris, la squadra è praticamente la stessa, nella mente dei giocatori del CSKA perchè quella sconfitta è stata vissuta come un dramma per la società moscovita e tutti, dal presidente al massaggiatore stanno aspettando da Istanbul questo momento.

Vince il Cska se…
Sembra scontato a dirsi ma il CSKA è una squadra costruita per vincere. Da quel famoso 13 maggio Andrey Vatutin, CEO moscovita, non ha pensato ad altro: tornare a Londra e portarsi a casa la coppa. Per farlo è partito dalla testa, riportando a Mosca Ettore Messina (chissà se in modo coatto come scherza nel suo libro il coach italiano), allenatore dell’ultima Eurolega vinta dal club russo.

Ettore Messina (foto G. de la Vallina - Jotdown.es)

Ettore Messina (foto G. de la Vallina – Jotdown.es)

E poi dai giocatori. Ha rinunciato a Kirilenko e Shved volati a Minnesota, ma ha mantenuto il gruppo sconfitto ad Istanbul a partire da Teodosic, Khryapa, Kaun e Krstic, a cui  ha aggiunto giocatori come Weems, Aaron Jackson, Vladimir Micov e Zoran Erceg, con quintali di classe ed esperienza europea. A gennaio, poi, ha aggiunto la ciliegina portando all’ombra del Cremlino quel Theodoros Papaloukas che giocherà a Londra la sua nona Final Four, preferendo la sua esperienza e conoscenza dell’ambiente moscovita alla pur buona stagione dell’ex-Celtics Christmas. 10-giocatori-10, come si dice in questi casi, un gruppo che nel corso della stagione è sembrato in missione e che ha raggiunto il traguardo minimo senza quasi (qualche sconfitta di troppo nelle Top16 e un play-off durissimo contro Vitoria) passi falsi. Aldilà di tutto ciò, la sensazione è che il CSKA sia cresciuto molto nel corso della stagione e che oggi il sistema-Messina sia perfettamente recepito e pronto per essere messo in mostra nel weekend londinese.

Vince l’Olympiacos se…

Papanikolaou al tiro (foto S. Paolella 2012)

Papanikolaou al tiro (foto S. Paolella 2012)

Sono i campioni e sono greci. Solo questo basterebbe per spiegare con quale spirito Spanoulis (nominato MVP della stagione) e compagni si presenteranno a Londra, seguiti ne siamo certi dai loro numerosi e chiassosissimi tifosi. Al Pireo hanno risposto alla crisi economica del paese con il conservatorismo spinto. La squadra è praticamente identica a quella di 12 mesi fa, eccetto per la guida. A Dusan Ivkovic, che a 68 anni ha detto stop alla vita da club, è subentrato uno dei coach greci rampanti, Giorgios Bartzokas, che ovviamente ha cambiato poco nel sistema di gioco consolidato dei “reds” facendo, fino a questo momento, una cavalcata trionfale in patria (una sola sconfitta). Il roster ha un anno in più, ma anche un anno in più di esperienza in alcuni elementi. Se Printzesis e Sloukas si erano fatto conoscere 12 mesi fa come gli eroi di una notte, oggi sono giocatori fondamentali; Papanikolaou considerato un fuoriclasse mai totalmente espresso, è esploso in una stagione fragorosa, tanto da vincere il Rising Awards come giocatore più migliorato della stagione; e poi Hines, ago della bilancia per il sistema-Olympiakos, l’immarcescibile Antic, la nostra vecchia conoscenza Shermadini. Insomma un gruppo granitico, una forza di volontà difficile da scalfire ma anche le individualità giuste per poter mettere in difficoltà il CSKA e sognare magari un clamoroso back-to-back, riuscito negli ultimi 20 anni solo al Maccabi Tel Aviv.

La chiave:

Spanoulis contro Teodosic, la loro capacità di giocare in pick-n-roll e attaccare il canestro, la loro classe nel mettere in ritmo i compagni, la loro freddezza nel saper stare sempre dentro la partita anche in modo silenzioso per poi mettere il sigillo quando serve. Siamo molto curiosi nel gustarci questa sfida nella sfida, ma probabilmente non sarà qui che si giocherà la partita. L’Olympiakos è una delle squadre peggiori in Europa per rimbalzi concessi e potrebbe andare in grossa difficoltà contro i chili e i centimetri che Messina può portare sotto canestro con Kaun, Erceg e Krstic (miglior offensive-rating della squadra pur partendo dalla panchina). Bartzokas può rispondere solo con l’aggressività e l’atletismo di Hines e magari provare a portarli fuori dal pitturato con i movimenti di Antic e Shermadini, per sfruttare la presenza a rimbalzo delle sue ali. Sarà una gara da ritmi bassi in cui gli esterni greci (Papanikolau Printezis, per intenderci, ma anche Sloukas) dovranno cercare di trovare un minimo di fiducia al tiro per riuscire ad aprire la scatola e facilitare il gioco di Spanoulis. Dall’altra parte Messina dovrà cercare di sfruttare al massimo gli uno contro uno di Weems (teoricamente immarcabile da alcun giocatore greco), il gioco all-around di Khryapa e l’atipicità di Micov, che potrebbero essere i veri fattori della gara con la loro capacità di attaccare il canestro ma anche costruirsi tiri dalla media e dalla grande distanza.

Pronotico Dailybasket:

Micov a contatto con Nocioni (foto euroleague.net)

Micov a contatto con Nocioni (foto euroleague.net)

Andare contro l’Olympiakos è sempre rischioso. Squadra poco digeribile sia per chi ci gioca contro che per chi fa i pronostici, magari anche a partita in corso. Riescono a riaccendersi in qualsiasi momento anche quando li daresti già morti, ma allo stesso tempo vivono di pause terribili, che hanno anche rischiato di mettere a repentaglio l’accesso alle Final Four. La profondità del roster e il numero quasi illimitato di soluzioni tattiche (e magari anche un po’ di tifo per il nostro unico rappresentante a Londra) ci fa preferire il CSKA. Ma non ci stupiremmo se Spanoulis&Co. saranno sul parquet domenica sera a giocarsi ancora l’Europa.


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