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Partita difficile e sconfitta per Laso ed il suo Real (foto di fabrizio Stefanini)

NUMERI – Nona giornata e 3 vittorie esterne pesantissime nel gruppo E, che fanno allungare le prime 3 e soprattutto tengono l’Efes lontano dal quarto posto. Nel gruppo F cade in casa il Real, il CSKA va in fuga approfittando della sconfitta di Vitoria mentre il Bamberg, alla quinta sconfitta consecutiva, vede allontanarsi il quarto posto.

Classifica Gruppo E: Fenerbahce 8-1; Lokomotiv 7-2; Panathinaikos 6-3; Crvena Zvezda 5-4; Efes e Darussafaka 3-6; Cedevita e Malaga 2-7

Classifica Gruppo F: CSKA 7-2; Vitoria 6-3; Khimki e Real 5-4; Barcelona e Olympiakos 4-5; Bamberg 3-6; Zalgiris 2-7

CRISI SPAGNA – La giornata presentava una curiosa sfida incrociata a tre Spagna-Russia-Grecia e le squadre iberiche ne sono uscite con le ossa rotta, quattro sconfitte con valenze diverse ma che certificano, se mai ce ne fosse bisogno, le difficoltà delle squadre spagnole in Europa. A parte Vitoria, ampiamente favorita per un posto ai playoff nonostante la sconfitta di Atene, per le altre squadre la situazione si è fatta complicata. Malaga è di fatto fuori, Real e Barça rischiano di doversi giocare un posto e l’ipotesi di passare insieme diventa sempre più remota.

Il Real aveva l’occasione per svoltare definitivamente la stagione in casa contro il CSKA Mosca ed invece è arrivata un altra sconfitta, pesante anche nel punteggio finale (87-96), in una gara che sembra la cartina di tornasole della stagione degli uomini di Laso, su e giù come sulle montagne russe….e scusate il gioco di parole! Al Real non basta una gara da doppia cifra di Rodriguez, Llull (14+10 assist), Reyes en Ayon (20+12 carambole), perchè se devi rinunciare a Thompkins ed Hernangomez la panchina diventa troppo corta contro un CSKA che manda 5 uomini in doppia cifra, smazza 27 assist e tira con il 50% da 3 punti. I russi, dopo un avvio difficile, hanno preso ritmo nelle Top16 e giocano con grande sicurezza, scappando un paio di volte, facendosi riprendere ma dando sempre l’impressione di avere in mano la partita. Ed infatti, quando in avvio di ultimo quarto Teodosic e De Colo decidono di accelerare armando il braccio di Fridzon (8 punti per lui nel break), nasce il 13-2 che spacca definitivamente il match e fa scorrere i titoli di coda.

A Khimki va molto peggio al Barcellona, letteralmente preso a schiaffi per oltre 25 minuti da Alexey Shved (16 punti, 4 rimbalzi, 5 assist, 4 rubate) e dall’atletismo di Augustine e Davis che fanno passare una bruttissima serata a Tomic, Dorsey ed un Samuels positivo solo nel lunghissimo garbage-time, che inizia sul 56-33 del 25′. I blaugrana imbarcano subito acqua non riuscendo a difendere né sulle penetrazioni di Shved e Rice né tanto meno quando i russi si appoggiano in post-basso, soffrendo soprattutto un Honeycutt molto positivo. L’unico che prova a tenere botta è il solito Doellman che però deve girare al largo e tirare soprattutto da fuori per trovare spazio. Situazione veramente complicata per Pascual, con all’orizzonte le sfide con CSKA e Real che di fatto decideranno il suo futuro e quello della sua squadra.

Che Malaga fosse quasi fuori dall’Europa lo si sapeva, quello che ancora non si conosceva era la totale mancanza di fiducia e carattere degli uomini di Plaza, letteralmente spazzati via dal Panathinaikos in un primo quarto da museo degli orrori, in cui Kuzminskas e soci mettono assieme la miseria di 7 punti andando sotto di 19, con 3/11 al tiro e ben 6 palle perse (alla fine saranno 18). A nulla serve la reazione nervosa che porta l’Unicaja a giocarsela alla pari da quel momento (sarà +1 Malaga negli altri 3 quarti), perché il Pana dell’ultimo mese e mezzo, alla quinta vittoria consecutiva, è una squadra molto più solida e soprattutto, con gli arrivi di Williams e Haynes, molto più profonda e imprevedibile, soprattutto lanciata verso una qualificazione che dopo le prime quattro giornate sembrava molto complicata.

(Fabrizio Stefanini 2015)

Ritorna Spanoulis e l’Olympiakos ritrova il successo (Fabrizio Stefanini 2015)

Si ferma ad Atene, contro la ritrovata solidità dell’Olympiakos e dei suoi uomini forti Spanoulis e Printezis (31 punti in coppia), la corsa del Laboral Vitoria di Perasovic. I baschi partono forte (3-9), subiscono un Printezis da 13 punti nel primo quarto ma restano attaccati con le unghie e con i denti al match fino al 25-25, quando è soprattutto la panchina dell’Oly, con Papapetrou, Milutinov e Johnson-Odom a produrre il 16-0 che di fatto chiude il match prima della pausa lunga. Non serve a nulla l’ennesima buona gara di Bourousis ad un Vitoria a cui mancano i punti di Tillie e Causer e soprattutto la solita intensità di Hanga e Adams.

LOKOMOTIV E FENER A BRACCETTO – Altra squadra con un piede ormai fuori è l’Efes di Ivkovic, sconfitta dalla solidità mentale e sicurezza tecnica del Lokomotiv Kuban, oltre che tradita da un tiro da 3 punti che non ne ha voluto sapere di entrare. I russi però hanno giocato la loro ormai solita partita, fatta di pochissimi cali di tensione, tanta attenzione difensiva, ma soprattutto con un attacco in cui Delaney e Randolph (36 punti in due) sono i primi violini, ma in cui tutti portano il proprio mattone, Bykov e Zubkov compresi. E sono proprio i due russi a firmare l’allungo che risulterà decisivo prima della pausa lunga (10-0 in meno di 3′), dopo che l’Efes aveva reagito ad una prima spallata ad inizio secondo quarto. L’Efes è di fatto solo Huertel (17 punti, 7 rimbalzi, 3 assist e 5 recuperi) e non riuscirà mai a rientrare sotto i -9 punti di distacco, dicendo forse prematuramente addio ad i sogni di playoff.

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Bogdanovic tra i grandi protagonisti nel successo del Fener (foto di Fabrizio Stefanini)

Serata difficilissima per il Fenerbahce che deve ringraziare Luigi Datome e Bogdan Bogdanovic (43 punti in coppia con 8/15 da 3) se riesce a sfangarla e a rimanere da solo in vetta alla classifica del gruppo E. Il Crvena di Radonjic gioca con la leggerezza di chi non ha nulla da perdere e mette insieme una prima parte di gara in cui nasconde il canestro ai turchi ed allunga grazie alle giocate dei vari Simonovic, Micic, Zirbes (11 punti e 7 rimbalzi) e qualche lampo di Kinsey e Miller (a dire il vero un pò opachi), e va al riposo sopra di 9. Al rientro in campo si accendono improvvisamente i due esterni, che producono il 14-0 che ribalta la gara in un terzo quarto da 24-6 che è un colpo terribile per le ambizioni dei serbi, che nell’ultima frazione riusciranno a tornare un paio di volte sotto la doppia cifra, sempre respinti dalle giocate, offensive e difensive, di un Datome caldissimo.

LE ALTRE PARTITE – Caduta pesante quella del Bamberg di Melli e Trinchieri a Kaunas, contro lo Zalgiris di Jasikevicius. Una serata storta per i tedeschi, che partono malissimo con un 13-2 interno che fa subito capire come potrebbero andare le cose. Nonostante tutto, pur tirando 1/14 da 3 e subendo tantissimo a rimbalzo, concedendo ben 18 rimbalzi offensivi a Jankunas (17 punti e 13 rimbalzi) e Vougioukas, il Bamberg insegue sempre ma spinto da un Zisis da 25 punti (record in carriera in Eurolega) ha anche due volte l’occasione per portare il match all’overtime ma lo stesso Zisis e Strelnieks sbagliano i tiri del pareggio negli ultimi 30″.

Gigi DATOME - Foto Alessio Musolino 2014

Gigi Datome MVP della settimana (foto A.Musolino 2014)

Bruttina la sfida alla Drazen Petrovic Arena tra Cedevita e Darussafaka, con i croati che perdono l’ennesima sfida interna della stagione, mentre i turchi di Mahmuti vincono la terza gara nelle Top16, sicuramente più di quanto potessero sperare. I turchi provano ad allungare nel secondo quarto, toccando anche la doppia cifra di margine (21-32 al 12′) grazie ad un ottimo Markoishvili ma Jacob Pullen trascina i suoi e rimette la sfida sui binari dell’equilibrio, su cui si giocherà tutta la ripresa. Negli ultimi due minuti è la freddezza di Wilbekin a fare la differenza, con i suoi unici canestri dal campo nel finale mettendo la firma in calce al 9-2 esterno che decide la partita.

MVP – Dentro un’Eurolega giocata da assoluta leader e protagonista di quella che ad oggi è la migliore squadra del lotto, Gigi Datome di tantoin tanto infila delle perle assolute che ne certificano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il suo status di assoluta stella europea. I suoi numeri stagionali parlano di 13 punti di media, tirando con il 54% da 2 e 49% da 3, e contro il Crvena Zvezda non è voluto essere da meno mettendone 27 con 7/11 da 2 e 4/6 da 3 ma soprattutto tanta leadership su tutti i 28 metri, con cui ha trascinato il Fener alla rimonta nel terzo quarto e frustrato nell’ultimo quarto i tentativi dei serbi di rientrare nel match

THE UNEXPECTED – Definire Manu Markoishvili unexpected potrebbe essere da denuncia penale, però l’intramontabile cecchino georgiano sta faticnado negli ultim anni a mantenersi su buoni ritmi anche e soprattutto per acciacchi vari. Però quando riesce a trovare una serata di grazia sa ancora fare molto male da dietro l’arco, come successo a Zagabria firmando un 4/4 da 3 che ha aiutato non poco il Darussafaka nel trovare la vittoria.

MILESTONE – Celebriamo un giocatore alla 13sima stagione in Eurolega giocata quasi sempre (a parte una stagione al Khimki) con la maglia dello Zalgiris. Parliamo di Paulius Jankunas che aggiunge un’altra tacca sulla sua cintura inscrivendosi al club dei giocatori che hanno superato quota 2000 punti in Eurolega ma soprattutto, nella sua dominante prestazione a rimbalzo contro il Bamberg, raccoglie i rimbalzi (13) necessari per superare Mirsad Turkcan e diventare il terzo rimbalzista ogni epoca della manifestazione con 1289 carambole.


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