FC Barcelona – EA7 Emporio Armani Milano 84-80

Samardo Samuels, pesante il suo errore nel finale (Foto: Savino Paolella)

Samardo Samuels, pesante il suo errore nel finale (Foto: Savino Paolella)

Come si fa a rovinare una partita di basket a dir poco splendida? Ci sono diversi modi: una rissa, scontri sugli spalti… Oppure una decisione arbitrale tanto sbagliata quanto decisiva. A una ventina di secondi dal termine, Milano ha la palla del nuovo sorpasso; il Barça difende forte, ma Tomic non esce sull’arco e Samuels riceve comodamente. Il suo difensore però recupera; Samardo finta solo il tiro, fa un palleggio, step back verso sinistra, e scocca il tiro. Un tiro ben poco nelle sue corde, e infatti la palla esce, il rimbalzo è blaugrana, e il cronometro corre. L’Olimpia, inspiegabilmente, non fa fallo, la palla supera la metà campo palesemente oltre gli 8 secondi regolamentari, ma gli arbitri non non se ne accorgono. Tomic riceve, viene spintonato da Melli, ma ancora gli arbitri chiudono più di un occhio, e riesce comunque a scaricare su Abrines, che viene fermato ancora da Melli, stavolta con un fallo. È un momento delicato e concitato, i giocatori si buttano “animalescamente” sul pallone, ovunque esso sia, e come si è visto di certo Nicolò non si tira indietro; il risultato è che arriva con un po’ troppa veemenza addosso al talento spagnolo. Attenzione: non violenza, non “disinteresse per la palla”. Semplice voglia di fermare il pallone e il cronometro. Ma gli arbitri non sono dello stesso avviso: fallo antisportivo, due liberi (solo uno segnato da Abrines) e rimessa per la squadra di casa, da cui arrivano poi i due liberi di Doellman che chiudono definitivamente l’incontro.
Che bisogno c’era? L’EA7 lo zampino nella sua sconfitta l’aveva già messo, scegliendo di non fare fallo subito. E quando il fallo, onesto, è arrivato, sarebbero bastati i canonici due liberi, con palla poi a Milano per giocarsi, ancora, la possibile vittoria. Invece, i biancorossi non hanno avuto questa possibilità, per colpa di un protagonismo crescente da parte di chi la partita dovrebbe amministrarla, non deciderla.
È un peccato, davvero, perché è l’epilogo più ingiusto per una delle più belle partite dell’Eurolega 2014/15. Una Milano in emergenza organico, con Gentile in borghese, Moss in America e Kleiza mentalmente in vacanza, parte subito con la chiara volontà di scompigliare le carte dei padroni di casa e giocarsi il tutto per tutto. L’inedito starting five con James da centro, Samuels da ala forte e Melli da ala piccola dopo i primi minuti di “assestamento” inizia a dare i suoi frutti: il Barça sfrutta bene il gioco in velocità e i pick’n’roll, ma l’EA7 gioca bene di squadra ed è brava a sfruttare i mismatch in attacco. Così, Hackett e Ragland portano al primo vantaggio alla fine del primo quarto (16-19), che diventa addirittura +12 un minuto e mezzo dopo (16-28). Il Barcelona si aggrappa al talento e alla dinamicità del giovane Mario Hezonja, ma Milano è in controllo e, anche se il vantaggio si riduce, all’intervallo è ancora a +6 (36-42).

Solita partita generosa per Daniel Hackett (Foto: Savino Paolella)

Solita partita generosa per Daniel Hackett (Foto: Savino Paolella)

Nel terzo quarto, però, i padroni di casa cambiano marcia e, nonostante le ottime giocate di Brooks, Samuels e Hackett, ricuciono il divario e ribaltano il punteggio con un break di 14-2 grazie a Satoransky e Oleson (57-56 al 30’). L’EA7 però, ancora una volta, non molla, e gli ultimi dieci minuti sono tra i più avvincenti degli ultimi anni; il divario non va mai oltre i quattro punti, e negli ultimi minuti si va avanti con continui sorpassi e controsorpassi. Fino all’episodio “incriminato” descritto in apertura, uno di quegli episodi che non possono fare bene al basket, soprattutto perché arriva al termine di una partita in cui la terna arbitrale non ha brillato particolarmente (un paio di fischi per flopping, a Melli e Hezonja, a dir poco dubbi, per esempio). Come detto, Milano probabilmente avrebbe perso comunque, ma sarebbe stato giusto perdere per merito del Barcelona, o per colpa di una scelta tattica sbagliata, piuttosto che a causa di un fischio figlio di un protagonismo che non dovrebbe nemmeno avere ragione di esistere.
Ora, per i biancorossi, sarà importantissima la tenuta mentale: bisogna ripartire dalla magnifica prestazione contro una delle migliori squadre d’Europa, non dal risultato. Anche se forse, proprio a proposito di tenuta mentale, questa partita, così come quella di Varese, può dare qualche indicazione a coach Banchi: i suoi, infatti, hanno dimostrare di riuscire a dare caratterialmente il meglio in situazioni di difficoltà, con la squadra decimata dalle assenze. A lui il compito di trasformare questo atteggiamento nella “regola”.

FC Barcelona – EA7 Emporio Armani Milano 84-80 (16-19, 20-23, 21-14, 27-24)
Barcelona: A. Tomic 18, M. Hezonja 13, A. Abrines 11. Rim (38): J. Doellman 9. Ass (18): B. Oleson 4.
Milano: D. Hackett 21, S. Samuels 16, M. Brooks 11. Rim (32): S. James 6. Ass (11): D. Hackett 5.