La prima fase di Eurolega è andata agli archivi. Tante emozioni in due mesi di grande basket, con sorprese e conferme, che hanno tenuto tutti con il fiato sospeso fino agli ultimi minuti dell’ultima giornata quando si è assegnato l’ultimo posto disponibile per le Top16. Si riparte il 29 e 30 dicembre, niente di meglio per festeggiare il Natale con qualche giorno di ritardo.

In attesa di ripartire, andiamo a vedere cosa è successo dando le pagelle ai protagonisti (positivi e negativi) della prima fase.

Voto 10 al Lokomotiv Krasnodar e a coach Bartzokas

Sorpresa vera di questa prima fase, anche se non troppo visto che analizzando il roster le individualità e l’esperienza da Eurolega è presente a piene mani. Ma nessuno poteva pronosticare il primo posto nel girone con Barcelona e Panathinaikos, ed invece i russi si portano via il primato e gli scalpi dei diretti rivali, andando anche a vincere ad Atene. Una squadra in cui spicca Malcolm Delany ma che non ha grandi individualità e che ha dovuto di fatto giocare senza il giocatore forse più forte per  quasi tutta la prima fase, quel Anthony Randolph che però appena rientrato ha subito fatto la differenza. Per il resto tanti giocatori che sanno fare tante cose, come il tiratore scelto Broekhoff (51% da 3) oppure Dontaye Draper, vera arma difensiva non convenzionale. Il tutto guidato dalla mano di coach Bartzokas, che si prende una grande soddisfazione a distanza di un anno dall’amaro esonero di Atene.

Voto 9 al basket russo, spagnolo e turco

Rice 1(Foto R.Caruso 2015)

Tyrese Rice, uno dei motivi del passaggio del turno del Khimki (Foto R.Caruso 2015)

Il panorama del basket europeo è ormai dominato dalle squadre di questi tre movimenti a cui si sta ormai aggiungendo anche la Germania. 10 squadre su 16 arrivano da questi campionati, che sono in salute e producano dividendi per le proprie squadre. E non pensiamo che siano sempre le stesse, perché è vero che Barça, Real, CSKA e Fener sono sempre lì, ma adesso c’è anche la novità Darussafaka, così come il Khimki e la sorpresa Lokomotiv, per non parlare del bel cammino di Vitoria e Malaga. Se qualcuno vuole sapere dove si trova il basket italiano rispetto a questi movimenti, basta aspettare qualche riga e lo scoprirà, altrimenti può andare direttamente in fondo a questo articolo.

Voto 8 al ritorno del basket slavo

Ok forse se li mettiamo nello stesso pezzo e li accomuniamo, Cedevita Zagabria e Crvena Zvezda non saranno molto contente, ma è una sicura novità quella di trovare due squadre del vecchio blocco slavo alle Top16. Basket che ha generato sempre, e continuerà a farlo, grandi giocatori ma che difficilmente si è imposto in Europa con le sue squadre di club, basti pensare che dopo l’abbuffata di titoli a cavallo di fine anni ’80 inizio anni ’90, con 4 titoli consecutivi e l’ultima vittoria del 1992 con il Partizan di Danilovic, Djordjevic, Rebraca allenato da Obradovic, nessuna squadra dell’ex Jugoslavia è riuscita ad imporsi e che l’ultima partecipazione alle Final Four è sempre del Partizan nel 2010. Due cammini diversi per le due squadre con il Cedevita che ha sfruttato soprattutto le debolezze altrui, mentre il Crvena di Radonjic ha saputo superare le difficoltà iniziali per imporsi con la grande intensità del suo gioco.

Voto 7 al Bamberg ed a Nicolò Melli

Ci si aspettava decisamente un buon risultato dal Bamberg di Trinchieri e così è stato, arrivando alle Top16 dopo un anno di assenza dall’Eurolega. Squadra solida, molto profonda che gioca quasi a memoria e che ha saputo tenere testa anche a Malaga e CSKA Mosca, spazzando via le altre squadre del girone. In un contesto del genere ha sguazzato come mai gli era successo finora in carriera Nicolò Melli, che ha messo assieme in 9 partite (ha saltato l’ultimo impegno per un piccolo infortunio, ndr) 10.6 punti, quasi 9 rimbalzi e 3 assist a partite, che equivalgono al doppio delle sue medie in carriera in Eurolega. A tutto questo ha aggiunto la soddisfazione di vincere il premio di MVP di novembre, mese in cui ha fatto il bello e cattivo tempo.

Voto 6 all’Euroleague Basketball

Jordi Bertomeu (foto Fabrizio Quattrini)

Jordi Bertomeu

Il voto è complessivo e riguarda sia gli aspetti di marketing che politici. Dal punto di vista politico il maxi accordo con IMG ha di fatto tagliato le gambe alla FIBA, sul fronte della prossima Eurolega, anche se la battaglia non sembra ancora conclusa e la FIBA sta continuando per la sua strada con la forza che gli deriva dall’appoggio di alcune tra le federazioni più influenti. Poco importa che questo appoggio sembra essere molto interessato in vista dell’assegnazione dei tornei pre-olimpici (sarà un caso ma Italia, Germania e Turchia sono in prima fila), anche perché alla fine quello che conta davvero è chi porta in dote i soldi e sembra quanto meno poco realistico che le federazioni nazionali possano escludere dai loro campionati le squadre che parteciperanno alla prossima Eurolega. Dal punto di vista del marketing e vendita del prodotto, ancora una volta Euroleague Basketball si è dimostrata molto brava nel cavalcare quello che il campo offriva anche se l’offerta e le tempistiche non sono di prima qualità. La ETv è un grandissimo prodotto che però è stato lanciato il giorno prima della prima palla a due, diventando visibile sui dispositivi mobili solo nelle ultime 3 giornate di regular season. Non solo, la app ufficiale resta inqualificabile, e pazienza se adesso permetta la visione delle gare live, se poi per avere uno straccio di box-score o seguire un play-by-play bisogna comunque utilizzare il sito web.

Voto 5 alle squadre francesi

Ecco un altro movimento che, nonostante il proliferare di fenomeni esportati dall’altra parte dell’Oceano o in giro per l’Europa, non riesce a sfondare e produrre una squadra che sia minimamente credibile a livello di Eurolega. Lo Strasburgo di Collet ha fatto ben oltre il proprio dovere, battendo Fenerbahce e Real in casa e andando a giocarsi la qualificazione all’ultima giornata proprio in casa delle merengues, ma i limiti tecnici erano evidenti in un girone che si è dimostrato il più duro ed equilibrato ed in cui alla fine è stato proprio il talento dei singoli ad avere la meglio. Il Limoges, viceversa, non è mai stato in corsa nel girone B, quello di Milano, nonostante una vittoria esterna a casa del Cedevita all’esordio ed ha evitato l’ultimo posto solo per la presenza delle scarpette rosse nello stesso girone, battute per ben due volte.

Voto 4 al Real Madrid

Siamo forse un pò ingenerosi per una squadra che si è comunque qualificata per le Top16, riuscendo a venire fuori da una situazione veramente molto critica. Ma stiamo parlando dei campioni in carica, i campioni di tutto nella passata stagione, e da cui ci si aspettava decisamente di più. E’ vero che tra qualche mese questo giudizio potrebbe essere capovolto ma le fatiche e gli stenti sono sotto gli occhi di tutti e mettono gli uomini di Laso in una condizione difficile, perché adesso si troveranno sulla loro strada Olympiakos, Barça e CSKA Mosca per un girone da urlo, in cui ritroveranno anche quel Khimki e quel Tyrese Rice che ha già fatto piangere più volte i blancos.

Voto 3 ad un Bayern eterno incompiuto

Potremmo definirla l’eterna incompiuta della storia recente dell’Eurolega. Una squadra solida ma a cui manca sempre un soldo per fare una lira. E dire che questa volta sembrava che le cose stessero andando per il verso giusto, eppure la squadra di Pesic è riuscita a suicidarsi con le sue mani. Prima perdendo in casa contro il Crvena Zvezda, dopo aver guidato per 39′ e 50″ in casa del Real quindi, dopo aver sistemato di nuovo le cose vincendo a Khimki, ecco il suicidio collettivo negli ultimi 7′ della sfida decisiva di Belgrado. La sensazione è che ancora una volta sia mancato quel giocatore di classe e di esperienza che si carica la squadra sulle spalle nel momento critico e risolve ogni problema. In attesa di trovare una risposta, un’altra Eurocup piena di rimpianti attende i bavaresi.

Voto 2 a chi porta ancora fuochi d’artificio dentro OAKA

Molti penseranno che siamo dei bacchettoni, ma dopo le vicende dello scorso anno ad Istanbul e Berlino, forse è il caso che intorno a certe realtà si inizi ad alzare il livello di attenzione. Perché è tutto molto bello il tifo che circonda le gare del Panathinaikos ma tutto questo lo sarà fino a quando non succederà qualcosa di molto grave, ecco che allora tutti salteranno giù dal carro e punteranno il dito. Sinceramente petardi, fumogeni e raggi laser è decisamente meglio che non entrino all’interno di un palasport, dove sarebbe il caso di portare solo una sciarpa e la propria voce per sostenere la propria squadra.

Voto 1 al Maccabi che chiude un ciclo

 (Foto Savino Paolella 2014)

Tutto ciò avveniva esattamente un anno e mezzo fa (Foto Savino Paolella 2014)

Potremmo raccontare ai nostri nipoti di aver visto una marea gialla invadere Milano e conquistare contro i pronostici l’Eurolega, ma potremmo anche raccontare di aver visto, a distanza di un anno e mezzo, per la prima volta il Maccabi fuori dalle Top16 di Eurolega. Non era mai successo da quando gli israeliani partecipano alla massima competizione europea, ovvero dalla seconda edizione. Un risultato che fa scopa con quello dello scorso giugno quando la squadra, dell’allora coach Goodes, non riuscì neanche a qualificarsi per la finale del campionato israeliano. Due risultati che non fanno che decretare la fine di un ciclo e la necessità per il Maccabi di ripartire come sempre ha fatto nella sua storia. Siamo certi che tra 12 mesi saremo di nuovo qui a fare i conti con loro.

Voto 0 al basket italiano

(Foto Savino Paolella 2015)

Fallimentare stagione di Eurolega per Milano (Foto Savino Paolella 2015)

Purtroppo non c’è nulla che possa salvare una campagna europea come quella italiana in questa stagione. Il voto è come le volte in cui il basket italiano non aveva portato nessuna squadra alle Top16. Ma anche come il numero di vittorie di Sassari in questa Eurolega, che portano il record dei sardi ad 1-19 in due stagioni. Francamente molto molto poco ed il ritornello della inesperienza, che tanto comodo aveva fatto la scorsa stagione, quest’anno non regge più. Ma se Sparta piange, Atene non ride. A Milano, se possibile le cose sono andate anche peggio. Era obiettivamente molto complicato essere eliminati nel girone dell’Olimpia, con tutto il rispetto per il Cedevita. Basti pensare che i croati si sono qualificati vincendo una sola volta in casa, mentre Milano ha perso due volte contro il Limoges, facendo diventare Boungou-Colo una specie di fenomeno. Fare processi sul basket italiano è un pò come sparare sulla Croce Rossa, magari potremmo chiederci (ma forse è il caso che se lo chiedano altri) come mai Datome, Hackett e Melli (eh si proprio quel Melli che a Milano faceva la muffa in panchina) all’estero stanno facendo molto bene, mentre a noi ci tocca esultare (!) per una manita in Eurocup. Almeno fino a quando tutte le squadre saranno ancora in corsa.


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