I nostri collaboratori sono unici, riescono a mettere insieme l’utile al dilettevole e portano a casa lavori importanti che danno sempre qualcosa in più a Dailybasket.it. Questa settimana il nostro Matteo Ferrari è andato in vacanza con la compagna ad Istanbul (un ringraziamento speciale a Daniela che è diventata per un giorno nostra collaboratrice) ed ha coniugato al viaggio anche qualcosa di utile per il nostro sito. Una bella intervista a Tomic, alla vigilia della sfida contro l’Efes e poi una serata all’interno del Abdi Ipekci Arena, gustandosi anche una bella sfida tra Efes e Barcellona. 

Ci ha voluto raccontare il suo viaggio e le sue emozioni. Mai come in questo caso I feel devotion

foto di Matteo Ferrari

Una visita alla moschea (foto di Matteo Ferrari)

Ho (abbiamo) scelto Istanbul nella cieca convinzione che una città crocevia di popoli e culture meritasse l’unica settimana di ferie di un lungo anno lavorativo. Svanita la Thailandia, il ponte sull’Oriente era la classica meta dove occhi, cuore e mente potessero fare il pieno.

Ecco, esaurite le motivazioni ufficiali, ho scelto Istanbul nella convinzione (con vista acutissima) che la possibilità di vivere l’Eurolega da una postazione privilegiata com’è la Turchia per la massima competizione continentale, andasse colta al volo. Un volo Turkish Airlines, ovviamente, per sentire “devotion” sin dal momento del check-in.

I miracoli del marketing ci fanno associare il marchio al prodotto senza connessione apparente, ecco perchè Turkish Airlines non ha mai rappresentato, per me, realmente una compagnia aerea, ma semplicemente (o meno), l’Eurolega.

foto di Matteo Ferrari

I coloro del bazar (foto di Matteo Ferrari)

Zig-zagando tra i Bazaar, le moschee (Camii) e gli infiniti vicolini in pendenza della città dalle sette colline (perchè tra città cardine della storia ci si capisce) aspettavo con ansia il messaggio di Fabrizio (Quattrini, ndr, longa manus della mia esperienza para-giornalistica) con i dettagli per il primo “tuffo” nel mondo Eurolega. “Il Barça arriverà a Istanbul in mattinata (mercoledì) e potresti raggiungerli in albergo nel pomeriggio per l’intervista a Tomic”.

Io, Tomic, Dailybasket, Eurolega. Una vicinanza mai così reale, per me, dopo i lavori meravigliosi degli inviati alle F4 di Londra, dopo i servizi di Federico (Bobbio, che ringrazio per le dritte, ndr) da Atene e in attesa della F4 di Milano da vivere da protagonisti.

Una metro, un taxi ed ecco il Barcelo Eresin Topkapi, hotel lussuoso in cui avrebbero soggiornato i blaugrana. Il loro arrivo ritardato, annunciatomi da Carles (addetto stampa del Barcellona), mi ha concesso qualche momento in più per metabolizzare l’imminenza del vis a vis. Ho ripetuto mille volte le domande conscio che il mio inglese, scolastico, sarebbe dovuto sembrare il più fluido possibile al cospetto del Top europeo. Poi Ante scende dalle scale (manco fosse Jennifer Lopez) e capisco che è il momento.

foto di Matteo Ferrari

Ante Tomic con il nostro Matteo (foto di Matteo Ferrari)

Due battute – “you have ten minutes, no one more” mi avvisa Carles – rompo il ghiaccio e parto. Finisco, foto di rito e gli auguro buona partita (26+15 per 40 di valutazione e c’è chi ancora mi chiama menagramo…).

Poi arriva il giorno del match, arrivare all’Ipekci non è una passeggiata (autobus imbottigliato nel traffico, salvati da due tifosi che indicano la via), ma l’ingresso è da favola. Il Barça ha la panchina accanto alla nostra postazione, con pass da fotografo (thanks to DVR photo) arriviamo praticamente sul parquet. Devotion.

Si respira, si sente, si percepisce.

Suona, nei due minuti prima della presentazione delle squadre e credo che l’NBA (vista al MSG due anni fa) non sia poi così lontana. Ci stiamo vendendo bene, il prodotto è di qualità e le sfide mettono in scena un basket vero, duro (i contatti sotto canestro sono da lesioni gravi per i comuni mortali) e accattivante al contrario del “travelling circus” (cit. Ante Tomic) della regular season a stelle e strisce.

foto di Matteo Ferrari

Non è mai finita finchè non è finita… (foto di Matteo Ferrari)

Ciliegina sulla torta, un match da cardiopalma, con il Barca che sembra dominare, l’Efes trascinato dal pubblico che rimonta, sorpassa e ha in mano una partita che vinci 99 volte su 100. L’unica volta in cui la perdi (e la puoi perdere solo tu) il Barça non perdona. Dorsey va al tap in poi il supplementare è in carrozza.

Conferenza stampa (perfettibile) fuggi fuggi generale (l’overtime ha stretto i tempi) e rientro. E’ la massima competizione europea, si vede e si sente, ma ha qualcosa in più. Quell’ingrediente che solo il basket sa mettere, quel pepe, quell’adrenalina. In una parola DEVOTION. C’è tutta, non potrebbe essere altrimenti.


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