Unicaja Malaga – Maccabi Tel Aviv 66-70

Devin Smith, presente nei momenti decisivi (Foto: Savino Paolella)

Devin Smith, MVP a Malaga(Foto: Savino Paolella)

Un brutto match, con un arbitraggio molto discutibile. Il Maccabi festeggia come se avesse vinto un’altra Euroleague, il Malaga esce dal campo a testa bassa, rabbioso verso i direttori di gara (il croato Radovic su tutti) ma in realtà dovrebbe prendersela più con se stesso. Perché quando raccogli 12 rimbalzi offensivi in più rispetto agli avversari e tiri con percentuali orrende, rinunciando sempre all’uno contro uno (e dovrebbe essere questa una delle principali caratteristiche degli andalusi, considerando l’agilità e la tecnica degli esterni in roster) e facendo spesso girare palla senza idee meriti di uscire sconfitto. Fermo restando che 5 tecnici per la squadra di casa, due dei quali fischiati a coach Joan Plaza, l’ultimo (che ne ha decretato l’espulsione) sanzionato a 5’ dalla fine quando Malaga aveva ripreso e sorpassato gli avversari da -13, sono parsi davvero eccessivi.

Tardivo il risveglio di Markovic, fantasma per oltre due quarti e che ha iniziato a prendersi qualche timida responsabilità solo quando il Maccabi ha provato a prendere il largo, non riuscendo comunque mai a incidere come potrebbe e dovrebbe. Dalla parte opposta di tutt’altro tenore la prova di Devin Smith, doppia doppia da 24 punti e 10 rimbalzi ma soprattutto una presenza costante sia in attacco che in difesa e la forza di caricarsi la squadra sulle spalle quando la palla iniziava a scottare. O nel finale, quando partita la caccia all’uomo con il fallo sistematico la sfera era bollente.

Il match, tutto sommato noioso nella prima parte, ha cambiato totalmente volto al rientro in campo dopo l’intervallo lungo. Merito, se così si può dire, degli arbitri che – fischiando tecnici con disarmante facilità (per lo più è Malaga a farne le spese, come detto in precedenza) – contribuiscono ad elevare notevolmente il livello agonistico. E merito anche di un clamoroso risveglio nel tiro da 3 per entrambe le squadre, con una serie di botta e risposta che fanno seguito a ben 17 errori complessivi dall’arco. Maccabi con le bombe di Smith e Haynes vola sul +13, prima che i padroni di casa inizino finalmente ad aggiustare la mira dalla media e lunga distanza. In questa fase è la zona andalusa a fare la differenza, con il Maccabi che sembra aver perso il bandolo della matassa. Malaga corona, nell’ultimo quarto, una clamorosa rimonta (58-57), rimettendo con la bomba di Toolson il naso avanti dopo un’eternità. Sul più bello l’arbitro croato Radovic fischia un tecnico apparso a tutti esagerato a Vasileiadis e manda negli spogliatoi Plaza. Il Maccabi approfitta dei liberi e del nervosismo degli avversari per tornare a costruire un vantaggio di sicurezza, tra i 4 e i 5 punti, che gli consente di espugnare l’arena Martin Carpena.

Tabellino

Unicaja Malaga – Maccabi Tel Aviv 66-70 (13-21, 29-35, 50-54)

Unicaja: Toolson 16, Thomas 16, Vasileiadis 9. Coach: Plaza

Maccabi: Smith 24, Randle 12, Pargo 8, Schortsanitis 8. Coach: Goodes

Arbitri: Radovic (Cro), Papapetrou (Gre), Petek (Slo)

Pagelle

Unicaja Malaga: Markovic 4,5, Soluade, Vasileiadis 5, Toolson 7, Thomas 7, Suarez 5,5, Karahodzic, Granger 3, Vazquez 5,5, Kuzminskas 6, Green 5,5, Golubovic 5,5. Coach: Plaza 4

Maccabi Tel Aviv: Pargo 5, Haynes 6, Smith 8, Randle 7,5, Linhart, Tyus 5,5, Pnini, Cohen, Ohayon 5, Lansesberg 5, Schortsanitis 6, Maric. Coach: Goodes 6