Francesca Santarelli – Foto Libertas BK –

Francesca Santarelli esce dallo spogliatoio e quasi collassa sulla panchina del campo di allenamento su cui la sto aspettando per fare due chiacchiere con lei. Dopo un attimo per riprendersi mi spiega che il coach, un po’ come succede nei videogiochi, dopo il raggiungimento della poule promozione ha settato il livello di difficoltà su “very hard”, e da qualche settimana a questa parte si lavora con ancora più intensità di prima. Lei però, nonostante la fatica, sfoggia comunque un sorriso da un’orecchio all’altro, e con ragione. Nonostante la sconfitta di Battipaglia tolga un po’ di buonumore infatti, Santa -come la chiamano le compagne- è reduce dalla convocazione con la nazionale under 20 e pure da un match in cui ha eguagliato il suo career-high con 16 punti.

Francesca, la convocazione in azzurro ti ha portato abbastanza bene, almeno a livello individuale? “Eh direi di sì, sono contenta ma solo in parte, perché tenevo molto di più alla vittoria. Però se conta per giocare bene, cerco di andare al raduno tutte le settimane!”

Ma Battipaglia è stata nettamente superiore o si poteva fare di più? “Beh loro hanno una squadra molto forte, un campo ostico con tanto pubblico e Treffers (30 di media nelle prime due gare di post season) che ogni anno che passa diventa sempre più forte. Io speravo che si fosse fermata dall’anno scorso e invece è migliorata ancora. Purtroppo noi dopo essere passate in vantaggio subito abbiamo preso un parziale micidiale (19-0 NdR) dal quale non siamo più risalite, anche se nel finale siamo tornate fino al meno sette (77-70) prima di cedere in volata. E ci ho messo pure io lo zampino con una palla persa purtroppo..”

Della sua prestazione tende a parlare poco (buon segno per qualsiasi atleta, soprattutto quando si perde), limitandosi a raccontarci di come molti canestri siano stati frutto di recuperi di squadra e tiri facili creati grazie ai passaggi delle compagne. Giriamo allora l’attenzione sul prossimo match di sabato, quando a Castenaso arriverà la corazzata Napoli, unica squadra imbattuta della poule B e apertamente a caccia del primo posto che al momento occupa la Vassalli Vigarano.

Francesca, partita dal pronostico chiuso come pensano tutti o no? “Io non credo sia impossibile vincere. Certo, Napoli ha diverse giocatrici di tutto rispetto, in particolare sotto canestro con Dacic (2 metri, 13 punti e 7 rimbalzi dal suo arrivo alla Dike a fine dicembre) e Gross. Ma quelli saranno problemi di Alice (Nori) e Ale (Tava), io avrò già i miei grattacapi ad occuparmi di Bocchetti, Pastore e compagnia bella” dice sorridendo. “Cercheremo di studiare bene le avversarie e prepareremo la partita nei minimi dettagli come sempre, provando a lavorare soprattutto in difesa al meglio.”

Diplomatica e con analisi sempre equilibrate, si capisce lontano un miglio che a casa sua il basket si vive e si respira in maniera particolare. Quasi scontato quando il tuo papà è QUEL Mario Santarelli, che i tifosi forlivesi ricordano bene nei primi anni novanta come assistente allenatore della Libertas (coincidenze..) Forlì in serie A. La passione di Santa per la palla a spicchi nasce in effetti da lì, da quando la mamma, cestista pure lei, la portava a vedere le partite del babbo al palazzo. Da lì iniziare a giocare, a otto anni, è stato un passo naturale. Tutta la trafila delle giovanili a Forlì, poi tre stagioni a Cervia in A2 con un assaggio di A1 a Faenza durante il terzo anno.

Puoi dire di aver assaggiato anche la serie A1 insomma. “Il terzo anno a Cervia mi allenavo con entrambe le squadre. Giocai con Faenza una sola partita, entrando sul meno venti nel più puro garbage time, riuscendo anche a perdere una palla. Niente di indimenticabile, in effetti..”

Ultime due stagioni a Bologna. Quali differenze noti nel vivere il basket in generale e quello femminile in particolare, tra Emilia e Romagna? “Premesso che a parte Bologna, dell’Emilia conosco poco, devo dire che qui si sente in maniera fortissima il dualismo della città tra Fortitudo e Virtus, ed è una cosa a cui non ero abituata, dato che a Forlì c’è sempre stata una squadra sola. Però la rivalità con Rimini, Cesena e Ravenna non è assolutamente da meno. E la passione pure. Riguardo al basket femminile purtroppo la passione manca quasi ovunque in Emilia Romagna, con qualche rara e doverosa eccezione. Un peccato, ma almeno per strada la gente non ti ferma continuamente come succede ai giocatori di serie A” dice senza smettere di buttarla sul ridere.

Sugli spalti la tua mamma ti segue sempre e di sicuro è una delle tifose più vivaci. Tu da lei hai preso un po’ questa indole? “Io sono esattamente uguale!! Vulcanica, piena di energia, sempre pronta a parlare e protestare, ahimè, con gli arbitri e con gli avversari.” Quando mi permetto di farle notare che in campo non l’ho mai vista proferire verbo con un arbitro, non mi lascia neanche il tempo di finire la frase.. “Ma scherzi? Se lo faccio quello (ovviamente indicando coach Scanzani) mi ammazza!”

E a pensarci bene, visto che in modalità “very hard” quando ti fanno fuori, di solito, devi ricominciare tutto da capo, non mi sembra una così cattiva idea..


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