Lucia Ferri, Ala dell’AS VELCO Vicenza, gioca con il team vicentino da questa stagione, dopo aver militato per 3 anni in A2 con il San Martino di Lupari, e 1 anno con il Sernavimar Marghera. 182 centrimetri di vitalità sia in campo che fuori.

Lucia FerriCome ti trovi nell ‘AS VELCO Vicenza?

Nel complesso direi bene anche se si può sempre ambire a qualcosa di più. Sono stata accolta serenamente dalle compagne che mi hanno subito fatto sentire a mio agio. Il gruppo era nuovo per metà circa quindi si trattava di conoscersi, creare una nuova alchimia avendo un obiettivo comune. All’inizio l’entusiasmo unito al lavoro duro e costante ci ha dato una grossa mano. Considerando che la squadra era neopromossa ed era un’esperienza nuova per più di qualche compagna, per l’allenatrice ed il vice penso che l’approccio alla categoria sia stato positivo. Abbiamo infatti avuto dei buoni risultati fin da subito mettendo un’ipoteca sull’accesso alla poule promozione già nel girone di andata. Poi al ritorno ci siamo un po’ complicate la vita, ma abbiamo avuto i nervi saldi quando è stato necessario, portando a casa le partite dove sapevamo di non dover e poter sbagliare.

Come hai iniziato a giocare a basket?

Ho mosso i primi passi sul parquet da piccola, facendo mezzo anno di minibasket e giocando un altro mezzo anno con i maschi, ma ho ben presto abbandonato il campo perché ero troppo mingherlina per giocare con loro. Mi sono buttata poi per qualche anno sulle arti marziali, e la palla a spicchi è rimasta una compagna con cui giocare nel tempo libero, dalla nonna dove ho sempre avuto un canestro appeso a una parete. Se mi chiedi realmente quando ho iniziato a giocare ti direi quindi che il vero e proprio inizio è stato a 18 anni quando una mia cara amica che giocava da anni mi ha chiamata per provare ad allenarmi con una squadra di serie C a Padova. Ero estremamente scettica riguardo il fatto di poter entrare a far parte della squadra, ma la curiosità era tanta, così sono andata a vedere un allenamento, ho provato a fare due tiri e due chiacchiere con l’allenatore che mi ha accolta a braccia aperte (sant’uomo). Si sa…l’altezza in questi casi aiuta…e poi avevo soprattutto tanta voglia di giocare, di divertirmi, di mettermi alla prova e imparare tutto quello che di fatto non sapevo fare perché mi mancavano tutte le basi tecniche e fondamentali che solitamente si apprendono nel periodo delle giovanili. Da lì in poi l’entusiasmo, la dedizione al lavoro, il mio atletismo che a volte compensa le lacune tecniche, le mie compagne, i vari allenatori che ho incontrato sulla mia strada, una serie di coincidenze fortunate e di persone che han scommesso su di me, il divertimento, il mettermi alla prova, l’insieme di tutte queste cose ha fatto sì che potessi arrivare fin qui.

Cosa ne pensi delle regular season giocata dalla VELCO quest’anno ?

Come ho già anticipato prima siamo partite abbastanza bene, pur non esprimendoci mai al meglio delle nostre possibilità, (eccetto che con Muggia, forse, nel girone di andata) secondo me la nostra forza è stata quella di rimanere unite, stringendo i denti fino alla fine senza mollare, e in questi casi, anche con un pizzico di fortuna ci siamo portate a casa delle partite che si son risolte molto spesso all’ultimo quarto. Devo ammettere che per una squadra neopromossa, con buona parte dell’organico nuovo e qualche ragazza alla prima esperienza nella categoria in questione, come inizio non è stato per niente male. Creare degli equilibri di gioco non è semplice, richiede tempo e lavoro e ce l’abbiamo messa tutta, tutti quanti. Poi, si sa, nel corso di un campionato possono esserci alti e bassi, arrivano le prime battute d’arresto, i primi acciacchi fisici che magari fan rallentare anche un po’ le possibilità di lavorare al completo e scattano alcune difficoltà. Ma penso sia proprio questo il momento in cui arriva il bello, in cui si può vedere la forza del gruppo, la capacità di sacrificarsi. Non senza difficoltà siamo riuscite a raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissate e direi che come traguardo è sicuramente buono. Per quanto riguarda la seconda fase abbiamo incontrato certamente della valide avversarie che ci hanno messo in difficoltà ma credo si potesse fare un po’ meglio viste le potenzialità della nostra squadra. Forse è emersa un po’ di inesperienza e oserei dire che spesso in campo siamo state noi le prime avversarie di noi stesse. Dispiace perché ci si poteva togliere qualche soddisfazione in più, ma di certo il bilancio sulla regular season a livello di risultati è positivo.

Quali sono i tuoi obiettivi da giocatrice?

Migliorare di allenamento in allenamento, di anno in anno e cercare di allenarmi sempre al top dando il mio apporto alla squadra per cui gioco, il tutto divertendomi, possibilmente.

Oltre a giocare a basket quali sono le tue passioni lontano dal parquet?

Amo stare in compagnia, guardare film e ascoltare musica. Da due anni ho iniziato anche a seguire il minibasket, come istruttrice. Mi diverte stare con i bambini e farli giocare e divertire cercando di trasmettergli un po’ della mia conoscenza e del mio amore per questo sport.

Segui altri sport? se sì, quali ?

Devo ammettere che mi piace lo sport a 360° quindi se mi capita di vedere qualche bella partita in tv potrei tranquillamente incantarmi sia davanti alla pallavolo, che al tennis, che al calcio anche se quest’ultimo mi è andato un po’ in disgrazia ultimamente. Come anche alle varie discipline che si possono seguire durante le olimpiadi, penso anche alle ultime invernali di Sochi. Mi affascina vedere come il corpo umano, allenato ed educato, possa arrivare a compiere gesti, atti e forme tra le più svariate esprimendo al tempo stesso forza e potenza, ma anche grazia e precisione.

Hai qualche personaggio sportivo che ti piace?

Ce ne sono parecchi, di fatto ammiro gli atleti che riescono a diventare una bandiera del proprio sport, un esempio umano da prendere come modello. Penso che gli sportivi debbano essere prima di tutto esempi di vita fuori e dentro dal campo, questi sono i personaggi che ammiro e apprezzo.

Calzini lunghi o corti in campo?

Medi o corti. I calzini lunghi bisogna saperli portare. Sono da “vip” (very important player) e io non ne sono all’altezza. Scherzi a parte, i calzini lunghi li ho sempre associati al calcio o alla pallavolo, in realtà visti sugli altri non mi dispiacciono, ma non ho mai provato ad indossarli, ormai sono abituata ad altro e credo vivrò serena continuando a giocare con i calzetti con cui gioco abitualmente.

Qual è stata la partita che vorresti rigiocare in questa stagione?

La partita contro Sesto San Giovanni senza ombra di dubbio. Abbiamo approcciato bene la partita facendo una prestazione che, forse, nemmeno le nostre avversarie si aspettavano. Gli abbiamo tenuto testa durante tutto il match, senza paura e giocando assieme, affiatate e unite. Persa al foto finish, ma con un pelo di fortuna si poteva fare il colpaccio, contro ogni aspettativa. Inoltre è stato proprio durante quella partita che mi sono infortunata quindi ho un piccolo conto in sospeso.

Cosa ne pensi del doping?

Sarà una risposta banale, ma ovviamente penso sia un elemento estremamente negativo che va a danneggiare quello che è il vero senso della competizione e dello sport. È un fattore malsano all’interno di un mondo che dovrebbe essere sinonimo di salute e benessere.

Ti piacerebbe giocare in A1? Se Si in quale squadra?

Certo, la curiosità di provare a giocare in A1 c’è, ma più come sogno da lasciare nel cassetto. Diventa un impegno totalizzante che richiede enormi energie e non credo di essere all’altezza di tale categoria. Devo ammettere però che se due anni fa non avessi abbandonato San Martino di Lupari per esigenze personali, e mi fossi ritrovata a conquistare la massima serie con loro, sarei molto felice di giocarmi l’A1 con la maglia delle lupe, oggi.

Qual è la squadra contro la quale ti piace di più giocare in questo campionato?

Non c’è un avversario che preferisco. Ognuno ti mette alla prova e ti stimola in maniera diversa. L’idea è sempre e comunque quella di scendere in campo cercando di dare il massimo rispettando sempre l’avversario.

Che cosa vuol dire per te giocare a basket ?

Vuol dire passione, sorridere, ridere, correre, fare fatica, giocare, confrontarsi, scontrarsi, gioire, soffrire, arrabbiarsi, infortunarsi, riprendersi e divertirsi, mettersi alla prova, ascoltare, imparare. In una parola: vivere.

 


Dr. Giulia Franchini Ufficio stampa AS VELCO Vicenza