David Brkic, ala-pivot Prima Veroli

VEROLI – Da una sua buona prestazione non si può prescindere per pensare di espugnare il PalaOlimpia. A lui che è stato uno dei pochissimi meno deludenti in stagione c’è da chiedere se per una partita la Prima ce la farà a dimenticare tutte le magagne di un’annata molto al di sotto delle attese e ad affrontare la sfida in terra scaligera con spirito “vergine”.

 
David Brkic risponde così: “Quando si arriva ad una gara che vale come una finale pensi solo a quella, a tutto quanto accaduto prima non si deve ripensare. Con Verona è un match senza pronostico, a noi come a loro può capitare di fare un partitone oppure una prestazione da dimenticare. L’importante è essere carichi, avere voglia”. Appunto, voi ce l’avete tutta questa voglia? “Eccome. Fare i playoff è sempre bello, tutti i giocatori vogliono giocarli. Deve esserci voglia a Verona, soprattutto se giochi in una squadra e in un posto come Veroli dove si deve sempre vincere. E’ chiaro che è stata un’annata storta, non è contento il presidente, non sono contenti i tifosi, ma nemmeno i giocatori lo sono”.
 
In carriera ne ha giocate diverse di partite spalle al muro, l’ultima l’anno scorso nella gara5 della semifinale-playoff a Venezia: “In queste partite senti l’adrenalina più delle altre volte, ma vanno giocate senza troppa foga, bisogna stare tranquilli per tutta la gara, senza regalare niente agli avversari come spesso ci è successo. Se riusciamo a portare Verona punto a punto nel finale, possiamo portarci a casa la vittoria”. Dai tre scontri stagionali con gli scaligeri non ha potuto trarre spunti indicativi: “Siamo cambiate entrambe molto in corso d’opera: l’andata di Coppa fu la nostra ultima gara con Cavina, al ritorno io mancavo e si fece una delle più brutte partite, mentre la gara di campionato fu l’esordio di Elder… Verona ha 2-3 giocatori molto esperti (occhio ad Antonio Porta, ndc) e un grande atleta come West, ma noi possiamo vincere perché siamo meglio di loro”, carica la 30enne ala-pivot cesenate.
 
Tra il vincere e il perdere, oggi, ci passa chiaramente un oceano di differenza, anche personalmente: “Se vinciamo questa e contro Jesi arriveremmo ai playoff lanciatissimi dopo che la lunga pausa a cavallo di Pasqua c’ha spezzato il ritmo, mentre altre squadre, che fin qui sono andate bene, proprio nei playoff potrebbero calare, come spesso succede. Se invece perdiamo mi dispiacerebbe soprattutto per essere stato per 2 anni a Veroli e non aver centrato l’obiettivo per cui ero arrivato. Tutte le cose meno piacevoli che possono essere successe non me le porterei dietro, non mi pesano, è il non aver ottenuto la Serie A che mi peserebbe”.
          
Paolo De Persis