Dopo l’ufficialità via Twitter da parte dello stesso giocatore e dell’agenzia che cura i suoi interessi è arrivato anche  il comunicato da parte della società di Via Valeriani che conferma che Karvel Anderson è il secondo americano dell’Andrea Costa.

È curiosa la storia del 23enne nativo di Elkhart (Indiana). Figlio di una ragazza madre di quattordici anni ha vissuto per circa un mese da“senza tetto” vivendo letteralmente sotto un ponte. Con la madre incarcerata per problemi di droga, non volle andare a vivere con lo zio (come fece la sorella) a causa di un diverbio fra i due. Per un mese andò a vivere con Jerel Jackson l’assistente allenatore della sua High School con il quale si allenava con sessioni di tiro al mattino prima delle lezioni e al pomeriggio dopo allenamento.

La vita travagliata al liceo non gli consente di avere gli standard necessari per iscriversi a un College Ncca e quindi (come Jesse Perry) è costretto a giocare i primi due anni nella NJCAA. Al Glen Oaks Community College  chiude con 24.5 punti di media e il 43% da tre punti. La sua prestazione da 54 punti contro lo Schoolcraft College impressiona il coach di Robert Morris Andrew Toole (il più giovane della Division I)  che decide di chiamarlo nei suoi Colonials. Nell’anno da junior Anderson fattura 12,5 punti ad allacciata di scarpe e il 44% da tre punti.  Impressionante la sua prestazione contro Ohio University nel quale firma 28 punti con 8/8 da oltre l’arco. L’anno da senior le sue cifre lievitano fino ai 19 punti di media e il 47% da tre punti (con oltre 7 tentativi a partita!). Annata magica per il giovane Anderson che si assicura il premio del NEC player of the Year (miglior giocatore della sua conference). Costante per quasi tutte le 36 partite giocate, ha il suo high stagionale nel Nit 1st Round contro St. John’s dove firma 38 punti con uno strabiliante 9/15 da tre e 3/5 da due.

Numeri che non lasciano indifferenti e cosi nel maggio e nel giugno 2014 arrivano per lui due provini Nba (Huston e Indiana). Probabilmente perché troppo basso viene scartato.

Il resto è storia recente, con Imola che spera di avere scoperto “Il segreto meglio custodito” (The Best Kept Secret, il soprannome di Anderson)

Tiratore sopraffino probabilmente deve migliorare in penetrazione e anche nel playmaking per essere un giocatore completo ed essere veramente utile alla squadra di Ticchi. Come ogni rookie l’importante sarà l’ambientamento, ma il canestro e la linea del tiro da tre punti sono uguali in Italia e nella Ncaa…