Niccolò Martinoni, capitano della Novi Più Casale M.to (foto Michele Coppo)

Niccolò Martinoni, capitano della Novi Più Casale M.to (foto Michele Coppo)

A Casale dal novembre del 2011, Niccolò Martinoni è stato l’uomo della ripartenza della Novi Più, come annunciato questa estate dal presidente d’onore Giancarlo Cerutti. Dopo un settore giovanile che lo ha visto protagonista in tutte le selezioni nazionali, passando per la promozione in serie A vissuta da protagonista a Varese, l’approdo a Bologna in cui, però, qualcosa andò storto. Nonostante le già molte esperienze in categoria che ne fanno quasi un veterano, resta un classe ’89 (fresco di compleanno festeggiato il 10 maggio) che ne sancisce di diritto la catalogazione nella categoria dei ‘giovani emergenti’. In occasione della scelta ricaduta sulla cittadina piemontese, il biglietto da visita decisivo fu rappresentato “dalla solidità della società, come mi era sempre stata presentata da chiunque: parlavano e parlano bene di Casale. Poi devo dare atto a coach Marco Crespi di avermi voluto fortemente alla Junior. Le cose sono andate come era destino che andassero, ma io sono contentissimo di essere un giocatore rossoblù: rifarei questa scelta a occhi chiusi. Era forse un destino scritto dato che già molti anni prima, quando andai a Treviso, avevo l’occasione di venire a Casale, che si era interessata a me per il settore giovanile, già tra i migliori del panorama cestistico”. Da quel novembre ad oggi la crescita del lungo di origini varesotte è stata tangibile in ogni suo aspetto, e ce lo conferma anche Niccolò: “Quando arrivai a Casale ero totalmente un’altra persona, un giovane che doveva esplodere in una certa maniera ma che aveva trovato qualche difficoltà, riscontrando pause e così, prima di ritrovare il giocatore, dovevo ritrovarmi come uomo: oggi posso dire di esserci pienamente riuscito”. Persona diversa, maturità trovata, così come la compiutezza ma soprattutto la consapevolezza di aver affrontato e risolto i problemi fisici che ne avevano condizionato la crescita: “Ho sempre avuto questo problema fin dai tempi di Varese e nonostante abbia giocato per società prestigiose, come la stessa Varese, Treviso, Bologna è solo a Casale che ho trovato le persone giuste, e di questo sarò sempre grato allo staff della Novi Più: questi due interventi mi hanno probabilmente salvato la carriera”. E in questo senso, di grande significato è stata la scelta di restare alla corte di coach Griccioli, questa estate: “Volevo recuperare dove avevo già ripreso al meglio dopo l’intervento dell’anno precedente, con le stesse persone che già conoscevo, essendo ormai degli amici, e che già sapevano come potessi reagire nelle fasi di recupero”.

Una conclusione di Casper Ware (foto Giorgio Scarfì 2013)

Martinoni a rimbalzo offensivo, 12-13 (foto Giorgio Scarfì)

Giungendo così al giusto e prezioso riconoscimento dell’essere nominato capitano della squadra, portato con grande fierezza e consapevolezza di ruolo: “Di facciata posso sembrare un introverso, ma poi chi mi conosce sa che sono una persona estremamente comunicativa e attiva, quindi il ruolo di capitano, per quanto difficile, mi ha aiutato a prender ancora più responsabilità dentro e fuori dal campo. Il roster giovane mi ha permesso di mettermi al servizio di elementi come Amato, Giovara, Di Prampero e Fall, ma allo stesso tempo ritengo che si possa e si debba prendere esempio dai più esperti senza perdere di vista il messaggio e comunque l’apporto che ti può dare anche l’esuberanza dell’essere giovani, arrivando da altri contesti, da altri vissuti. E alla fine resta la gioia per aver colto l’obiettivo salvezza, con grande enfasi, nonostante i primi risultati non aiutassero, con una squadra totalmente nuova e diversi giocatori non abituati a vivere una realtà di grande livello come la Junior. Ma dopo una prima fase di assestamento abbiamo trovato la nostra quadratura del cerchio”. Come già da più parti sottolineato, anche per Niccolò “la trasferta di Brescia ha sancito la svolta per il nostro campionato: lì il singolo ha capito cosa doveva fare per la squadra, facendoci girare pagina. Così come, sempre Brescia ma al ritorno, ha significato il punto più alto della mia stagione in una gara in cui mi sono finalmente sentito bene dal punto di vista fisico, potendomi esprimere al meglio: la ricordo bene, come una partita non troppo sofferta! Ma comunque, più che la singola partita sono convinto che vada ricordata la positività di una stagione importante”. Partiti con l’obiettivo dichiarato della salvezza, ad un certo punto il traguardo playoff sembrava poter essere alla loro portata: “Ripensare al traguardo sfuggito non serve più, ormai, ma deve fungere da stimolo per fare bene il prossimo anno (che sia un messaggio subliminale di presagio rispetto alla sua voglia di restare sotto la torre di Santo Stefano!?!! ndr)”.

Martinoni scaglia una tripla (foto G. Esposto)

Martinoni scaglia una tripla (foto G. Esposto)

E’ comunque una annata, quella appena conclusasi, che lascia anche personale soddisfazione per Niccolò, suggellata dalla duplice convocazione con la Nazionale di coach Pianigiani, che è “Sicuramente motivo di grande orgoglio per me. Sono stato contento per il premio avuto al lavoro di questi ultimi due anni, mio ma anche per chi mi è stato vicino, aiutandomi a diverso titolo in questa crescita, conoscendo anche i momenti difficili”. Figura centrale di questa autorevole consapevolezza di sé è certamente riconoscibile in coach Giulio Griccioli, concorda il capitano: “Basta solo dire che due anni fa, quando probabilmente in pochi avrebbero ancora scommesso su di me, mi chiamò ad appena un mese dall’operazione, comunicandomi che sarei stato il ‘4’ titolare della sua squadra. E credo che, dicendo questo, io possa spiegare tutto quello che ha significato per me coach Griccioli. Ribadisco, pochi avrebbero puntato su di me: anche se io ero tra quelli (sorride)”. Le difficoltà ne hanno forgiato il carattere, formandolo all’etica del lavoro, sempre e comunque: “Nonostante tutto non posso dire o pensare di avercela ancora fatta, ma devo continuare a pormi degli obiettivi per crescere, migliorarmi, giorno dopo giorno, indipendentemente dai miei limiti. Ovviamente ci sono stati momenti difficili, specie dopo la prima operazione, quando le incognite erano veramente tante: però sono cose che rifarei, e le rifarei principalmente a Casale, anzi, esclusivamente a Casale!!”. Ed è anche per queste difficoltà che il suo “cruccio è forse quello di non aver ancora potuto mostrare un Martinoni al 100% dal punto di vista fisico: è soprattutto in quella direzione che và ora il mio lavoro, per sommarlo finalmente alle mie caratteristiche tecniche”.

L'indimenticabile esultanza di Galanda ad Atene 2004

L’indimenticabile esultanza di Galanda ad Atene 2004

Così come succede in genere, anche per Niccolò il messaggio arriva da un particolare giocatore che gli ha trasmesso proprio questa filosofia, etica lavorativa, spirito di emulazione: “Assolutamente Jack Galanda (al suo ultimo anno a Pistoia con cui ha inaspettatamente conquistato i playoff scudetto in serie A, ndr): mio compagno di stanza ai tempi di Varese, è stato colui che mi ha trasmesso i valori dell’essere professionista, facendomi vedere come si possa dare tutto quello che si ha sul campo, al servizio della squadra”. E ora, dopo una stagione giocata e tirata al massimo, le meritate ferie: “In questo senso sono piuttosto abitudinario. Sono molto legato ad Alassio, località ligure in cui andavo da giovane e dove torno sempre volentieri, specialmente ora in cui ho trovato ulteriori due amici che guidano sapientemente la locale società di basket, la Pallacanestro Alassio”. Ovviamente sempre seguito in tutto e per tutto dalla compagna Marianna: “Finchè dura!”, scherza lui (mea culpa, avevo promesso di non rivelarne la battuta!! ndr), “Lei viene da una famiglia in cui regna la passione per il basket, col papà anche sponsor di Treviso, ha sempre seguito il gioco, ed è proprio in questo contesto sportivo che ci siamo trovati. Però lei è sostenitrice e tifosa: alle critiche ci già pensa papà!! Si, sono molto legato alla mia famiglia e sicuramente sono loro i miei primi tifosi, a partire dalla mia nonna”. Ora si attendono i prossimi passi della società, che a breve dovrebbe fare cenno ai programmi futuri concordati dai soci: spettatore interessato è anche Niccolò che chiarisce con grande sincerità e trasparenza, “A Casale devo tutto, e coi giusti presupposti…”