…con questo saluto, i gladiatori dall’arena omaggiavano l’imperatore romano prima della loro (ipotetica) ultima battaglia.

Solo che duemila anni dopo, nel palazzetto di Barcellona Pozzo di Gotto e non nel Colosseo di Roma, i gladiatori, o quelli che avrebbero dovuto mettere piede ieri sera sul parquet lucidato e illuminato del PalAlberti, hanno salutato il proprio Cesare (Pancotto, ndr.) senza l’onore delle armi, senza battaglia né orgoglio per quella maglia, per la città, per i tifosi sugli spalti e neanche per lo stipendio che regolarmente gli viene elargito dalla società!

E così, a tre anni dall’ultima contestazione inscenata dai tifosi contro il proprio coach (contro Pippo Sidoti, poi esonerato, ndr.) è giunta in tarda serata, la notizia, quasi scontata, delle dimissioni di coach Cesare Pancotto.

La casualità ha voluto, che proprio ieri, la sconfitta sia arrivata per mani di quell’Alberto Martelossi, che tre anni or sono prese il posto di Pippo Sidoti sulla panchina igeana per condurla fino a fine stagione, acciuffando l’ultimo posto disponibile per i play-off nel campionato di A dilettanti.

Strana la vita, strane le coincidenze!

Le dimissioni di coach Pancotto, non sono di certo un fulmine a ciel sereno, anzi diciamo pure che la tempesta era inizia già un po’ di tempo fa, ma soprattutto che la stagione – in generale – non era iniziata nel modo migliore (e questo lo dimostrano i fatti).

Barcellona, mai così brutta, macchinosa, lenta ed a tratti noiosa. Mai un piglio di vivacità, mai un guizzo di “corazzata”, davvero troppo abulica e senz’anima per applaudirla e starle vicina!

Il presidente Bonina, già in settimana durante la conferenza stampa, aveva allestito il palco con il patibolo ed aveva preallertato il “carnefice” in vista di qualche esecuzione. Non ce n’è stato bisogno, poiché il timoniere di questa barca che affonda, con un gesto di pura lealtà e dignità personale, ha rimesso il suo mandato, dando dimostrazione a quei giocatori “viziati” (per usare lo stesso termine del presidente Bonina) che lui stesso ne aveva tessuto precocemente le lodi ma che, in fin dei conti, poco hanno fatto per meritarsele.

Infine, concludo questo mio sfogo personale (che tale è e dev’essere) con un GRAZIE a Cesare Pancotto, un grazie vero, non di facciata che si fa nelle conferenze stampa alla fine di un’avventura, poiché in un anno e mezzo ci ha insegnato che si può vincere o si può perdere, si può gioire insieme come si può contestare, ma non bisogna mai dimenticare che l’uomo viene prima di ogni altra cosa e che l’orgoglio viene prima dei soldi. Ed ora, che il patibolo è caldo…..avanti il prossimo!

 

Salvo Bonaceto

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