Era il 29 Marzo 2009 quando nell’anticipo di mezzogiorno della 9^ giornata di ritorno del campionato di Serie A, andava in scena al PalaDozza di Bologna il derby n. 103 tra GMAC Bologna e La Fortezza Bologna, con la vittoria della Virtus 75-74. Alla Fortitudo non bastarono i 24 punti di Marcelino Huertas e la doppia-doppia di Papadopoulos, dall’altra parte la solidità di Sharrod Ford e di Keith Langford, ma soprattutto la tripla finale di Vukcevic, permisero alla V nera di vincere quel derby che, nessuno lo poteva immaginare tornando a casa quel pomeriggio, sarebbe stato l’ultimo da lì ad 8 anni.

Il giorno della Befana Virtus e Fortitudo si ritroveranno di fronte alla Unipol Arena per il derby numero 104 della storia. Cambia lo scenario, la serie A2, ma non l’atmosfera che da sempre circonda la stracittadina di Basket City. Dailybasket cerca di raccontarvela attraverso le parole di chi questa sfida l’ha vissuta in campo e sugli spalti.

Dopo i tifosi ecco i grandi ex giocatori, quelli che il derby lo hanno giocato da protagonisti ma che rappresentano soprattutto qualcosa per i tifosi. Giocatori diversi per ruolo e carattere, Roberto Brunamonti e Nino Pellacani sono entrati nel cuore dei tifosi di Virtus e Fortitudo. Brunamonti, dopo essere cresciuto cestisticamente a Rieti, arrivò a Bologna nell’estate del 1982 per restarci fino alla fine della carriera legando indissolubilmente il suo nome a quello della V nera, protagonista dei grandi successi degli anni ’90 e vincendo anche da allenatore la Coppa Italia 1997. Pellacani, modenese di nascita, arriva a Bologna un anno dopo Brunamonti e sebbene abbia raggiunto i successi altrove, per i tifosi Fortitudo resta uno degli esempi più lampanti di ciò che vuol dire essere un giocatore della F, per il suo carattere e per la grinta che metteva sempre in campo, ma soprattutto per le magliette che spesso e volentieri creava e sfoggiava per “sfottere” i cugini della Virtus.

Bologna, basket, derby. Tre parole che racchiudono un grande significato. Ma cosa vuol dire realmente giocare a basket ed un derby in questa città?

BRUNAMONTILa prima parola che mi viene in mente è fortuna, perché ogni giocatore che può giocare questo tipo di partite non può che ritenersi fortunato. Poi mi viene privilegio, perché comunque è una partita che coinvolge la città, i tifosi, gli appassionati. Leggo che ci saranno oltre 8000 spettatori, per chi deve giocare avere davanti una cornice di pubblico di questo tipo non può che essere un privilegio. E ovviamente rivalità tra le due squadre, una rivalità cittadina che in altri tempi è stata anche una rivalità in semifinali e finali scudetto.

PELLACANISono arrivato a Bologna da modenese e dopo gli anni di Reggio Emilia, cioè nato in una città che non sapeva nulla di basket e dopo aver giocato in una città in cui il basket era agli albori. Arrivare a Bologna per me è stato come arrivare a New York, in centro a Manahattan! In qualsiasi posto tutti parlano di basket ed in modo approfondito, è per questo che era già Basket City prima ancora che il nome venisse inventato.

Come veniva vissuta la rivalità dentro e fuori lo spogliatoio? Riuscivate ad instaurare un rapporto fuori dal campo con i giocatori avversari?

Pellacani_Brunamonti

Pellacani e Brunamonti in uno dei derby giocati contro, da un fotogramma di Rete 7

BRUNAMONTI: E’ chiaro che in campo ognuno faceva la sua parte per vincere, però tutto nasceva e finiva sul parquet. Fuori si aveva e si poteva avere stima assolutamente per chi giocava sull’altra sponda. A parte qualche piccola eccezione, c’è sempre stato grande rispetto gli uni verso gli altri

PELLACANI: Assolutamente si, a parte nella settimana precedente al derby quando gli sfotto’ erano all’ordine del giorno, creando magari qualche malumore, ma per il resto dell’anno l’atmosfera era sempre molto distesa e di grande rispetto reciproco. Poi ovviamente noi eravamo Bologna 2, quindi vincere un derby era come vincerne 50, mentre magari per la Virtus era aggiungere una piccola medaglietta, quindi ti lascio immaginare come affrontavamo la partita. Nelle settimane precedenti c’erano famiglie che si spaccavano, fratelli che non si parlavano, padri e figli che si prendevano per il culo. Era tutto molto bello da vivere e sono molto contento che si possa rigiocare questa partita, e sono anche contento che sia un derby “povero”.

Che onori ed oneri comportava vincere o perdere un derby?

BRUNAMONTI: Una partita sentita molto dai tifosi, quindi nella settimana precedente ma anche in quella successiva c’erano sempre grande attesa e poi gioie e dolori, a seconda di come andavano le cose in campo. In questo senso la storia non è mai cambiata e mai cambierà. Sicuramente una partita importantissima, ma se guardiamo alla situazione attuale, con un campionato di A2 lungo ed estenuante, l’obiettivo per entrambe le squadre sarà quello di fare un campionato di vertice e cercare di giocarsi l’unica promozione a disposizione.

PELLACANIPer noi era il momento dell’anno, l’apice della stagione. Eravamo una squadra di giovani che vivevano forse di più la città, quindi sentivamo molto l’atmosfera che si respirava  e sapevamo molto bene cosa voleva dire per i tifosi vincere o perdere.

Quale derby ricorda con più gioia e quale vorrebbe rigiocare per provare a cambiare il risultato?

Brunamonti con la sua storica canotta numero 4

Brunamonti con la sua storica canotta numero 4

BRUNAMONTIRigiocare, aldilà del risultato, onestamente nessuno dei 27, se non ricordo male, di quelli giocati. Ovviamente e forse anche banale ricordarsi molto bene i derby vinti. Uno nel ’89, poco prima di Natale se non ricordo male (era il derby del 23 Dicembre 1989, vinto dalla Virtus 77-67 al PalaDozza, ndr) noi giocavamo fuori casa. Entrando in campo i tifosi della Fortitudo fecero la “famosa” coreografia con la V disegnata in modo poco carino, diciamo così (la V su sfondo nera era creata con i sederi dei tifosi, ndr). Vincere quel derby alla fine ha avuto un sapore diverso.

PELLACANICome giocatore sicuramente il più divertente è stato quello ’88-’89 in maglia Arimo che vincemmo di 32 punti e che a Bologna passò alla storia come “Il Grande Freddo”. La cosa curiosa è che l’anno dopo andai a giocare a Torino e se non ricordo male la Virtus battè la Fortitudo di 41 punti in Coppa Italia e qualcuno rifece la maglietta, ma tanto non valeva più!

Ricorda un aneddoto particolare legato al derby e alla rivalità Virtus-Fortitudo?

BRUNAMONTIPersonalmente ho sempre auto grande rispetto per i giocatori avversari che avevo di fronte, da Pellacani, Zatti, Iacopini, fino a quelli venuti dopo come Esposito, Djordjevic e via dicendo. Persone che aldilà della rivalità del derby, che chiunque voleva vincere, si rispettavano a vicenda. Io non ho mai vissuto questa partita come una guerra santa, ovviamente giocata con grande impegno ed intensità, perché ci tenevo a vincerla. Però non ho mai gioito per le disgrazie altrui. 

PELLACANISicuramente quello della t-shirt sul “Grande Freddo” è quello che ricordo con più piacere. All’epoca stavo studiando all’Accademia delle Belle Arti, mi piaceva disegnare e mi dilettavo a fare queste magliette, come quella “Io Odio il Brodo”, per lo sponsor di quegli anni della Virtus.

Come vedete le squadre di oggi?

BRUNAMONTISeguo molto il campionato perché, ahimè, a differenza del campionato di A1, qui giocano tanti giocatori italiani e la Lega sta dando la grande opportunità ad i giovani italiani di giocare con continuità, unica cosa che ti permette di crescere. Virtus e Fortitudo credo che siano due tra i migliori esempi di questo aspetto, perché fanno giocare in ruoli importanti e con grande responsabilità giovani giocatori italiani.

PELLACANIE’ un campionato un pò strano, così lungo che quando arrivi ai playoff sei praticamente a metà stagione! E’ difficile giudicare oggi, soprattutto una squadra a cui ancora manca un giocatore e che, come a dimostrato lo scorso anno, a maggio sa sempre tirare fuori qualcosa. Io sono un grande fan di Montano, sin da quando è entrato nelle giovanili.

Si dice che Basket City sia in crisi e che questo derby di A2 certifichi questa crisi. Ma com’è realmente lo stato di salute del basket a Bologna?

fonte Wikipedia

Nino Pellacani, all’epoca in maglia Yoga Bologna (fonte Wikipedia)

BRUNAMONTIA Bologna da quello che posso vedere e sentire c’è grandissima voglia e passione di basket. D’altra parte l’attenzione che c’è su questo derby è lì a dimostrarlo. Lo stato della pallacanestro italiana non è ovviamente quello di una volta, il basket ha sicuramente un grande appeal e televisivamente funziona molto bene. Spero che grandi sponsor si avvicinino di nuovo a questo mondo per poter migliorare la situazione attuale.

PELLACANI: Beh non solo la pallacanestro è in crisi. Ovunque ti giri oggi vedi crisi dappertutto. Il basket è in crisi semplicemente perché sono finiti i soldi. La gestione diciamo che è stata giusto un pelino poco lungimirante, ma se guardiamo a Bologna no so se il basket è veramente in crisi. Dipende sempre da cosa si intende, se vedere le due squadre in A2 è crisi, allora si. Ma se la passione per il basket porta ad avere il PalaDozza sempre esaurito ed a Casalecchio c’è sempre un sacco di gente, allora non mi sembra che il basket a Bologna sia in crisi. Ovvio il livello si è abbassato ma la gente continua ad avere tantissima passione e vedi palestre piene anche in serie C.

Seguirà la partita dal vivo al palasport oppure la vedrà comodamente seduto sul divano di casa?

BRUNAMONTISpero di riuscire ad essere al palasport, ma sicuramente la seguirò in qualche modo. Aldilà di una questione di “appartenenza”, mi piace veder giocare dei ragazzi che stimo e che spero abbiano sempre più spazio, da entrambe le parti.

PELLACANI: A Casalecchio non vado dal ’95, quando la Fortitudo perse la finale scudetto contro Milano. Poi a Casalecchio non vado a vedere il basket, io preferisco vedere pallacanestro in città! Mi piacerebbe vedere il derby al PalaDozza al ritorno se riuscirò a trovare il biglietto. Quindi guarderò la partita in televisione.

Ovviamente non si può scappare alla domanda di rito. Chi vincerà il prossimo derby?

BRUNAMONTI: Il cuore mi dice ovviamente Virtus. Il derby è sempre una partita speciale, aldilà degli aspetti tecnici, ci sono sempre altri fattori che alla fine diventano determinanti, come la tensione ed i fattori emotivi che si vivono in campo. Poi in campo ci saranno diversi giocatori di Bologna ed anche questo potrà avere il suo peso.

PELLACANI: Il pronostico non me lo chiedere neanche perché è scontato!!

a cura di Alessandro Salvini, Fabrizio Quattrini e Michele Coppo


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