Recanati – Era già previsto che una delle due squadre, al suonar della sirena, restasse in fondo alla classifica in solitudine e che l’altra cominciasse a fare punti, ma, a essere sinceri, dopo le prestazioni di otto giorni prima, con Recanati che aveva sfiorato il colpaccio a Treviso e Jesi che aveva lasciato i due punti a un non irresistibile Ravenna, si pensava che alla fine, l’esito del derby, potesse essere diverso.

Invece è stata Jesi a staccare più che legittimamente il primo biglietto di questa stagione, giocando una partita accorta, affrontata bene sin dall’inizio, con la giusta intensità, puntando a tratti su una maggiore fisicità. Pagando poi un tributo importante, in fatto di falli commessi, ma era un rischio che Lasi sapeva di poter correre.

Quello tra Recanati e Jesi è stato derby vero, mai scontato, nemmeno sul +15 in favore degli ospiti, con tanto agonismo ma anche tanti errori, con frequenti scontri fisici, mai sfociati in atti violenti.

Così il primo applauso va alle società, che hanno organizzato in settimana una conferenza stampa di presentazione congiunta, dimostrando di non voler esasperare una partita già importante per la classifica, il secondo va alle tifoserie, perché delle rispettive “barricate” non si è udita una sola offesa verso coloro che inneggiavano per colori differenti.

Recanati ha mille motivi che rendono dolorosa la sconfitta: il fatto che si trovava di fronte al proprio pubblico, che resta in coda alla classifica, che rientra negli spogliatoi con diverse incertezze, che Zanchi in conferenza stampa definirà punti interrogativi.

A nostro avviso la prima incertezza è legata alla prova da quattro in pagella di Gibson, lasciato a lungo in panchina, sin troppo inconcludente quando si trovava in mezzo al parquet, da sembrare con la testa altrove.

A Zanchi il non facile compito di rigenerare non solo Gibson, ma tutta la squadra e di capire dove poter intervenire, in fretta, prima che la barca cominci a imbarcare acqua.

Per Lasi un meritato brodino che ha il sapore della speranza e la consapevolezza che la sua squadra ha compiuto un passo in avanti importante.

Paci (foto G.Esposto)

Paci (foto G.Esposto)

Starting five

Recanati: Traini, Gibson, Bonessio, Pierini, Lawson.

Jesi: Greene, Gueye, Santiangeli, Hunter, Paci.

 

1 vs 1

Di duelli in campo ce ne sono stati a iosa, ma quello che forse non ci aspettavamo è accaduto in sala stampa, quando i due coach si sono incontrati sull’arco della porta.

E’ stato un duello verbale, uno scambio di battute non proprio amichevole: motivo del contendere quel time-out malandrino chiesto da Lasi a 9” dalla sirena, con i suoi in vantaggio di 7, a match già chiuso.

Ognuno aveva le sue buoni ragioni da vendere, ma certo, difficile dare torto a Lasi quando ha affermato che aveva in mente l’idea di gestire la differenza canestri.

Comunque tutto quanto fa derby.

 

Palla avvelenata

Nel bene e nel male è Bonessio a finire nel nostro taccuino, in primo luogo per quei due falli in attacco commessi nel finale, che la squadra ha pagati cari, ma anche per quell’infrazione di passi che gli è stata fischiata, con conseguente canestro annullato a Lawson. In questo caso però ce l’abbiamo con gli arbitri: qualcuno ci spieghi che vantaggio può aver avuto Bonessio, tutto solo assieme al compagno, senza difensori nelle immediate vicinanze del canestro avversario, nel commettere quella infrazione. Mistero!

Da paura anche l’infrazione di 5” fischiata a Greene, sulla pressione difensiva di Traini.

 

Se la matematica non è un’opinione

In una domenica in cui le squadre hanno tirato maluccio, con brutte percentuali, magari il 24/28 di Jesi dalla lunetta acquista maggior valore, come anche il 13/14 di Greene, sempre dalla linea della carità.

Dall’altra parte 21 palle perse che gridano vendetta.

 

Coach to coach (ipse dixit)

Lasi: “E’ stato un vero derby, noi abbiamo fatto una bella partita dal punto di vista della difesa, siamo stati aggressivi praticamente per tutto il match. Loro sono tornati in partita quando abbiamo mollato un po’, commettendo un paio errori in attacco. Nel finale, a differenza della partita precedente, eravamo più lucidi noi degli avversari.

Credo che abbiamo meritato ampiamente la vittoria, siamo stati quasi sempre avanti nel punteggio; complimenti ai ragazzi, che hanno finalmente raccolto quanto seminato. Chiunque è entrato in capo non ha causato cali di intensità difensiva. Pensiamo per esempio a un ragazzo come Leggio, che quest’anno ha fatto un doppio salto di categoria, eppure è stato all’altezza”

Zanchi: “Quando giochi in casa e inizi in quel modo, per di più contro un diretta contendente è giusto che perdi. Quando giochi in casa e hai l’inerzia in mano, non puoi sbagliare tiri liberi, non puoi commettere errori e tornare a giocare male come nei primi due quarti.

Me ne assumo la responsabilità perché quando una squadra gioca così, vuol dire che l’allenatore non è riuscito a farla giocare come voleva; ora mi confronterò  con la società. Non sono di primo pelo, queste cose le capisco bene. Solamente mi dispiace perché sinora abbiamo lavorato bene e siamo ancora a mani vuote.

Jesi ha meritato di vincere, è stato superiore in tutto, la nostra reazione che pure ci aveva rimesso in partita, era il frutto di un paio di conclusioni fuori dai giochi. Visto chi siamo, viste le nostre caratteristiche, dobbiamo trarre energia da altre situazioni  ”

Lawson (foto G.Calvaresi)

Lawson (foto G.Calvaresi)

Pagelle

Recanati:

Forte: poco più di 5’ di utilizzo, sbroglia efficacemente una situazione di attacco difficile. 6.

Pierini: uno degli artefici della rimonta, che ha portato la sua squadra a un passo dal ribaltare il match. Non serve ricordarlo, ma si vede lontano un chilometro che, lui più di tutti sente l’importanza della maglia che indossa. Peccato per quella doppia ingenuità (fallo su Greene nel tiro da 3 e conseguente fallo tecnico). 6,5.

Lauwers: personalità ed esperienza al servizio della squadra, ma tabellino punti non da Lauwers; urge ritrovare il miglior Dimitri. 6.

Traini: a tratti confusionario, ma quando preme sull’acceleratore ha pochi difensori che riescono a tenerne il passo. 6,5.

Procacci: partita anonima, eppure ci teneva a fare bella figura contro la squadra che, a detta di molti, se ne è sbarazzato, troppo frettolosamente. 5,5.

Bonessio: nei primi due quarti il migliore nell’attaccare il canestro avversario e mettere in moto i compagni di squadra, poi nel finale di partita quei due falli in attacco deleteri per la sua squadra che hanno pesato tantissimo. 6.

Maspero: due minuti in campo, due errori; Zanchi capisce che non è serata e lo rimette in panchina. Ng.

Lawson: giocate molto redditizie, alternate a errori decisivi, come i due attacchi consecutivi, sciupati malamente nell’ultimo quarto a partita riaperta. 6.

Gibson: assolutamente fuori partita, uno 0/7 al tiro che sa di giornata-no. Ma regalare un americano all’avversaria, così come è stato, è un lusso che nessuna formazione può permettersi, in un match di questa importanza. Cos’è accaduto? 4.

 

Jesi:

Greene: prende in mano la squadra, quando il match si fa difficile, dimostrando grande personalità e concretezza. 7.

Hunter: anche lui decisivo quando Recanati prova a strappare la vittoria alla sua squadra. Chiude la prestazione con quella penetrazione sulla linea di fondo e canestro in rovesciata, azione da manuale da mostrare ai neofiti. 6,5.

Battisti: bella prova, la spalla ideale per Greene quando Lasi li schiera insieme, morde in difesa e soprattutto prende tiri importanti. 6,5.

Janelidze: Lasi lo sta aspettando con pazienza, ma è ora che si metta al passo degli altri. Entra in campo quando Paci si carica di falli e lui fa altrettanto se non peggio. 5,5.

Leggio: poco da dire, con i lunghi in emergenza falli riesce quanto meno a offrire 9’ di respiro ai compagni di reparto. 6.

Paci: solita partita all’insegna del sacrificio, ma con troppi errori al tiro, riesce comunque a difendere bene il pitturato. 6.

Santiangeli: se otto giorni prima aveva giocato almeno mezzo match mettendo poca personalità, stavolta ha vestito bene i panni che più gli spettano, quelli del protagonista. 7.

Picarelli: troppo timoroso; certo da giovanissimo qual è, ha sentito molto l’aria del derby, può e deve fare molto di più. 5,5.

Gueye: il Gueye che a Recanati sicuramente ricordavano, grande fisicità difensiva, anche a discapito di un po’ di lucidità in attacco. Prezioso, al tirar delle somme. 6.

 

UBR RECANATI-AURORA JESI 72-79

14-18; 16-19; 23-20; 19-22

Arbitri: Gagliardi, Fabiani, Scudiero.