(Foto di Savino Paolella 2012)

(Foto di Savino Paolella 2012)

Forti timori serpeggiano in questi giorni nell’ambiente della Legadue nazionale a seguito della situazione finanziaria della Pallacanestro S.Antimo-Napoli che non consente alla squadra di proseguire alla partecipazione del campionato in corso, salvo l’intervento in extremis dell’imprenditore napoletano Maurizio Baldi, il quale pare abbia accettato di accollarsi l’esborso necessario al salvataggio della società garantendo alla squadra il prosieguo del campionato.

Un campionato che per la stagione appena iniziata prevede una sola retrocessione; con il ritiro della società partenopea, alla terza giornata di campionato l’ultima posizione verrebbe già assegnata ponendo fine in tal modo alla lotta salvezza ancor prima di iniziare.

A cascata, una serie di implicazioni conseguenti: le società che restano in attività, ma con estreme difficoltà economiche, potrebbero aprofittare della situazione per alleggerirsi di alcuni oneri, leggasi mancato rinnovo del contratto a giocatori tesserati solo per alcuni mesi anche in caso di rendimento soddisfaciente.

Eh si, perché, per assicurarsi l’iscrizione al campionato, è accaduto anche questo: alcune società hanno sottoscritto a giocatori contratti di durata temporanea in attesa e nella speranza di reperire nel frattempo ulteriori sponsorizzazioni. Con la salvezza al sicuro conseguita alla terza giornata, ghiotta si presenta alle società l’opportunità di non rinnovare tali contratti, conferendo ossigeno puro alle proprie casse.

E i giocatori che già si erano trovati, in assenza di soluzioni migliori, nella condizione di dovere accettare contratti per una durata inferiore a quella del campionato? Non solo rischiano fortemente di non vedersi rinnovato il contratto per il prosieguo della stagione malgrado eventuale rendimento positivo; stante la Legadue nella condizione di produrre un discreto numero di giocatori disoccupati attraverso tutte le società in difficoltà economiche e con il solo obiettivo della salvezza, corrono pure il rischio di non trovare altra collocazione causa aumento del numero di giocatori componenti la categoria dei “senza squadra” che diverrebbe così sempre più affollata.

E l’alleggerimento potrebbe coinvolgere anche giocatori in possesso di contratto fino al termine della stagione in quanto le società in difficoltà finanziarie, ma con la salvezza assicurata, potrebbero iniziare a palesare condizioni di impossibilità ad adempiere ai pagamenti previsti, proponendo a tali tesserati di valutare la possibilità di lasciare la società.

Certamente, tali considerazioni non riguardano le società che si propongono l’obiettivo della promozione le quali, al contrario, potrebbero fruire di nuove ed insperate opportunità di mercato; ma gli eventuali giocatori tagliati dove potrebbero ritrovare collocazione ed a quali condizioni rispetto al valore reale corrispondente?

A giovarne potrebbero essere le società dalla solida condizione finanziaria presenti nelle categorie inferiori le quali, comunque, a loro volta, ingaggiando i giocatori tagliati dalla Legadue, si troverebbero nella condizione di procedere al taglio dei giocatori attualmente tesserati per far posto ai nuovi ingaggiati: in tal modo si innescherebbe un “effetto scivolo” che, alla fine del percorso, potrebbe potenzialmente produrre disoccupati permanenti.

E il campionato di Legadue? Corre il rischio di dividersi in due netti tronconi: da un lato le società con l’obiettivo promozione a proseguire la loro sana competizione, dall’altro lato un gruppo di squadre con la salvezza già assicurata che “vivacchieranno” in assenza di sufficienti motivazioni per dar vita a competizioni entusiasmanti. Risultato: le partite veramente interessanti ed entusiasmanti potrebbero risultare solamente gli scontri diretti nell’ambito della lotta di vertice.

E il pubblico? Gli abbonati, che hanno versato un valore corrispondente ad un certo livello di spettacolo e che ora rischiano di ritrovarsi ad assistere ad una qualità decisamente inferiore al previsto?

Senza contare il futuro già scritto per questa categoria che dal prossimo anno diverrà dilettantistica e ripartita in due gironi, gold e silver: un futuro tanto poco chiaro nelle modalità quanto nebuloso in ottica economica.

Cos’è la Com.Tec.? Saranno in molti ora a chiederselo. Tecnicamente sappiamo che è un organo di garanzia che tramite strumenti di auditing esprime il proprio giudizio tecnico sui conti delle squadre che partecipano a campionati professionistici. Questo dovrebbe garantire la tutela di tutti i soggetti coinvolti nell’attività sportiva: Fisco, giocatori, tecnici, federazioni e leghe.

L’autorizzazione all’ammissione di Napoli è arrivata dalla Com.Tec lo scorso luglio https://www.dailybasket.it/lnp/dna/napoli-basketball-verso-la-legadue-ma-serve-lok-della-comtec/.  La stessa commissione ha estromesso Ostuni e Piacenza, esclusione poi ratificata dalla Federazione e di cui ha usufruito proprio la società partenopea. Il fallimento della commissione tecnica chiude il cerchio su un sistema, quello cestistico italiano, che continua a perdere i pezzi. Ma come ha potuto fallire anche il sistema della Com.Tec.? Come è possibile non accorgersi di un buco organizzativo e finanziario di una neonata società? Come è possibile commettere errori o avere negligenze di tali dimensioni? Sono domande a cui tutti vorrebbero avere delle risposte e metteremo a disposizione le nostre pagine come luogo di discussione.

Certamente, l’intero movimento auspica l’elusione del rischio d’insieme descritto sopra e la prosecuzione del campionato da parte della società napoletana. Diversamente, la pallacanestro italiana si ritroverebbe ad affrontare una situazione già parzialmente affrontata nella stagione di Serie A 2009/2010, sempre attraverso le difficoltà finanziarie presentate dalla pallacanestro Napoli, allorchè l’allora dirigenza, dopo poche giornate di campionato, rilasciò tutti i giocatori schierando la squadra giovanile; ma allora le retrocessioni previste erano due e la lotta salvezza fu, seppur solo in parte, preservata. Ora non lo sarebbe più.