Luigi Longhi (foto A.Musolino)

Luigi Longhi (foto A.Musolino)

Non è il classico presidente vulcanico a cui il basket ci ha abituato, che fa e disfa il roster, caccia gli allenatori e membri dello staff a seconda dell’umore e pontifica sui giornali. Anche perché lui, il giornalista, lo fa di professione, e sa come evitare di creare un clima di eccessiva pressione attorno alla squadra. Il presidente Luigi Longhi, assieme al DG Salvatore Trainotti, è la mente – coscienziosa e competente – del progetto Aquila Trento, che ora, conclusa la stagione regolare Adecco Gold da prima classificata e superato brillantemente il primo turno (3-0 alla Moncada Agrigento), attende Biella o Torino in semifinale promozione.

Abbiamo raggiunto il presidente Longhi, per tutti “Gigi” nel capoluogo trentino, all’indomani del successo in Sicilia che ha regalato agli uomini di coach Buscaglia qualche meritato giorno di riposo in più rispetto agli avversari del secondo turno.

Presidente, pensava di dover soffrire di più al primo turno?
“In realtà, a parte la prima partita che abbiamo dominato, le altre due vittorie abbiamo dovuto conquistarcele con grande sforzo. Certo alla lunga è emersa la nostra forza e anche la differenza di categoria: con tutto il rispetto per Agrigento, devo dire che si è vista una differenza soprattutto nell’intensità e nel livello dei giocatori. L’esperimento della prima della Silver contro la prima della Gold è molto interessante perché coinvolge tutte le 32 squadre, però non è detto che sia la cosa migliore sotto il punto di vista tecnico. La Moncada, comunque, è un’ottima squadra con un grande allenatore e non ci ha regalato nulla. Averla chiusa in tre partite ci permetterà di rifiatare un po’ e magari di recuperare B.J. Elder”.

Dopo il dominio in gara 1, in gara 2 avete sofferto di più e gara 3 è stata equilibrata quasi fino alla fine. Difficoltà fisiologiche, soprattutto nella partita in trasferta, o lo interpreta come un campanello d’allarme?
“I giocatori hanno fatto il massimo, da Pascolo a Baldi Rossi passando per tutti gli altri. Per noi ora è fondamentale recuperare B.J., non possiamo permetterci di “regalare” un americano a nessuno, e i ragazzi sono stati doppiamente bravi a superare il turno senza di lui”.

Fabio Mian (foto A.Musolino)

Fabio Mian (foto A.Musolino)

I guai fisici che avete avuto in questo finale di stagione la preoccupano?
“Walter Santarossa ha recuperato, Elder è stato tenuto a Trento precauzionalmente per concludere il ciclo di terapia previsto ma è tranquillo, ieri abbiamo visto la partita insieme. In semifinale ci sarà sicuramente”.

Nelle file della Moncada si è messo in particolare evidenza Fabio Mian, appena eletto miglior giovane di Adecco Silver. L’Aquila sembra avere un debole per i talenti del nordest: ci avete fatto un pensiero?
“Non conoscevo Fabio Mian e mi ha impressionato: ha un grande tiro, una grande fisicità e buone capacità difensive, sulla falsariga dei friulani che garantiscono tanta costanza e tanto impegno. Noi ne sappiamo qualcosa con Dada Pascolo, ma anche con Lorenzo Molinaro e l’Under 19 Simone Bellan, che ieri era nei dodici. Anche l’americano Kwame Vaughn potrebbe sicuramente giocare in Gold, se non addirittura al piano di sopra, così come Alessandro Piazza, tutti giocatori che coach Ciani, anche lui friulano, ha saputo far rendere al massimo. Come allenatore è un lusso per la categoria, e i risultati parlano per lui”

La sfida tra Elder e Raspino si riproporrà in semifinale? (Foto di Claudio Devizzi Grassi 2014)

La sfida tra Elder e Raspino si riproporrà in semifinale? (Foto di Claudio Devizzi Grassi 2014)

Ha più paura dell’esperienza di Torino o dei ragazzi di Biella, che vi hanno battuti in coppa?
“Non ho preferenze, e non lo dico perché non voglio espormi. In semifinale uno vale l’altro, non possiamo pretendere di vincere un campionato senza battere le squadre forti. Anche la distanza della trasferta è uguale (ride, ndr), quindi sostanzialmente non cambia nulla”.

La città dà per scontato che arriviate fino in fondo?
“I trentini, per indole, non sono espansivi come in altre parti d’Italia. Certamente sentiamo molto affetto e la voglia di arrivare fino in fondo, ci hanno già chiesto quando aprono le prevendite per la semifinale. Nel giro di un anno, grazie soprattutto alla conquista della Coppa Italia in casa, abbiamo triplicato il pubblico. La coppa ha fatto germogliare il seme della pallacanestro in una realtà che non era propriamente cestistica, quindi c’è molta curiosità per vedere dove possiamo arrivare. E abbiamo un gruppo di ragazzi disponibili, con i piedi per terra, li vedo sempre insieme. B.J. Elder? Ormai conosce l’Italia, è un punto fisso e ha dimostrato un valore tecnico oltre la media. Sono molto contento di avere questo gruppo e sono estremamente grato a coach Buscaglia che, assieme al vice Cavazzana, ha fatto un lavoro straordinario. Non eravamo i favoriti, forse non lo siamo neanche adesso, ma abbiamo vinto la stagione regolare, abbiamo raggiunto la finale di Coppa Italia e adesso arriva il bello”.

FABIO MIAN E DADA PASCOLO DOPO GARA 2, AQUILA TRENTO-MONCADA AGRIGENTO 69-61