La bomba del sorpasso dopo l’iniziale 0/14 di squadra, la voglia di rimanere in campo nel finale nonostante tre partite saltate per infortunio, la gioia liberatoria sotto la curva, dove c’erano anche due tifosi speciali: il suocero e soprattutto il figlio di undici anni. E’ stata una domenica piena di adrenalina anche per Matteo Malaventura, tornato a dar man forte e rendere nuovamente al completo una Roma Gas & Power che ha beneficiato anche dei suoi 18′ pieni di esperienza sul parquet : “Non vedevo l’ora di tornare a giocare, anche perché in passato non mi era mai capitato di dover stare fermo così a lungo per infortunio – è il suo primo commento – e anche se avevo ancora qualche dolore, il clima ed il pathos della partita l’hanno fatto svanire del tutto“.
Partito dalla panchina, “Mala” ha subito notato un atteggiamento diverso ed una squadra arrivata carica e pronta alla sfida dell’ora di pranzo: “Siamo partiti con l’aggressività giusta e da fuori ho subito percepito già nei primi minuti quanta voglia ci fosse di combattere, di arrivare primi sulle palle vaganti e in una partita del genere è fondamentale, perché ci ha anche permesso di convivere con alcuni errori“.
Da tre punti, ma anche ai liberi, un fardello che poteva essere anche fatale in un finale punto a punto, ma che la Roma Gas & Power ha saputo esorcizzare con una ritrovata fluidità offensiva insperata fino a due settimane fa. L’ex Fortitudo Bologna, però, non sembra essere sorpreso più di tanto: “In un verso o nell’altro, io credo che il lavoro che si fa durante la settimana alla lunga paghi sempre e vista la serie di infortuni che ci ha colpito dalla terza partita in poi, era anche prevedibile che potessimo arrivare alle partite meno pronti, senza aver fatto neanche un 5 vs 5 prima. Puoi reggere una partita, ma alla lunga poi si paga“. E’ successo prima della partita con Legnano, ad esempio, mentre da una quindicina di giorni a questa parte i ranghi sono tornati del tutto completi, con lo stesso Malaventura tenuto a riposo precauzionale contro Reggio Calabria, ma in campo già nel primo quarto del derby: “In quest’ultimo periodo, invece, anche grazie al prezioso contributo dei più giovani che ci hanno dato tanto, senza più assente abbiamo potuto lavorare serenamente, riuscendo ad essere fluidi e concentrati sui due lati del campo per tutta la partita proprio per questo motivo“. Fino alla sua bomba del sorpasso, che ha messo fine ad una striscia lunga 14 errori, molti dei quali, però, su tiri ben costruiti: “Vale lo stesso discorso – prosegue l’ala classe ’78 – fatto poc’anzi, sapevamo che stavamo facendo le scelte giuste ed eravamo stati bravi a non disunirci dopo aver subito un break, per cui ci aspettavamo che prima o poi sarebbero entrati anche i tiri da tre. Poi ci ha pensato Deloach con quella giocata, un misto di fortuna e talento, ma anche probabilmente un premio alla nostra determinazione messa sul parquet“.
E poi la festa sotto il settore riservato ai tifosi dell’Eurobasket per la prima vittoria in trasferta della stagione: “E’ importante perché siamo riusciti anche a dare continuità alla buona prestazione contro Reggio Calabria e l’abbiamo fatto in un derby, che è sempre una sfida speciale, con una calorosa cornice di pubblico sullo sfondo, in cui credo che tutti si siano divertiti“. E’ di quest’idea sicuramente Niccolò, talentuoso undicenne figlio maschio, particolarmente a suo agio tra i tanti suoi coetanei presenti in curva, che papà Matteo ha preso sulle spalle a fine gara per immortalare un altro affascinante momento della giornata: “Mi ha fatto una mezza sorpresa venendo in treno la mattina ed essendo patito di pallacanestro, alla fine era ancor più carico e contento di me nel festeggiare la vittoria“.
a cura di Donatello Viggiano (Ufficio Stampa Eurobasket Roma)