Le ottime sensazioni di domenica contro Latina avranno certamente costituito per la BPMed il miglior viatico per smaltire le frustrazioni e le delusioni maturate nella confusa sfida di Chieti, perchè se c’è un modo con cui Napoli dovrà lottare e difendersi sulla strada del dichiarato obiettivo final four, questo è quello con cui gli uomini di coach Bartocci, nonostante le possibili defezioni in partenza (fra cui quella poi sventata di Rizzitiello) hanno sconfitto la Benacquista, ponendosi in pien antitesi con la prestazione nervosa e sciupona consumatasi in terra teatina, e cioè limitando gli avversari a rimbalzo, facendo sentire nel pitturato tutta la stazza dei tanti effettivi che sotto ferro possono fare la differenza, scegliere il perimetro con spazio, senza strafare e senza osare fuori ritmo, ma soprattutto sfruttando quelle rotazioni che contro i pontini si sono esaltate nel proficuo impiego di Sabbatino,Guastaferro e Bastone.

Questo quindi l’insieme di premesse che incoraggiano una Napoli apparentmente lanciata verso un possibile ritorno alla vittoria esterna, dopo 2 sconfitte sofferte e subite al fulmicotone per errori riassumibili nel paradigma negativo troppa emotività, troppe palle perse, troppo perimetro e troppi rimbalzi offensivi. Ma se sugli ultimi tre sarà l’impegno della squadra a contare, sul primo è innegaile che conterà anche il clima che si respirà in casa dell’avversario di turno, e di certo questo risulta tra i meno lineari, perchè esso può ritenersi propizio o rischioso a seconda di come lo si intenda.  Propizio perchè l’instabilità dell’avversario può risultare un vantaggio se si è certi della propria compattezza; rischioso dato che l’instabilità, considerando l’avversario, può oscillare tra prestazioni a dir poco opache e momenti di furia agonistica, capaci di sconvolgere ogni premessa della vigilia, oppure produrre quei finali tirati in cui Napoli, nelle ultime occasioni, ha chiaramente sfigurato.

Questo è quanto si può dire sintetizzando la stagione quantomai altalenante e deludente della Bawer Matera, che si presenta al suo ottavo impegno casalingo con ben quattro sconfitte maturate sul parquet amico: sconfitte quasi ragionevoli considerando la statura degli avversari e la sfortuna del calendario (Perugia, Capo d’Orlando, Omegna, tutte in avvio stagionale, benchè in casa), ma sarebbero accettabili solo in questi casi e se questi casomai fossero derivanti da partite senza storie. Invece Matera non solo ha sempre lottato, venendo soltanto regolata negli ultimi minuti, ma ha spesso perduto per semplici episodi riguardanti una sola azione, o un solo fallo subito, vedi la magata di Santolamazza decisiva per il successo esterno di Anagni di pochi giorni fa. Un successo ospite che rende ancora più aussura questa stagione dalle aspettative ben diverse, eche ha scatenato negli appassionati un risentimento verso squadra e staff ben compreso dalla dirigenza, sensibile nel capire che si è di fronte ad uno de momenti più critici nel rapporto tra tifoseria, società e città : “La società, pur comprendendo il momento di grande difficoltà e l’insoddisfazione, ed in parte giustificando la reazione verbale e non violante, nonché la contestazione dei nostri sostenitori, si appella alla coesione di tutto l’ambiente, affinché l’unità tra squadra e tifosi non si frantumi e perpetui nel tempo quel rapporto che ha rappresentato da sempre la vera forza della Bawer Olimpia Matera. Pertanto, chiede di lasciare alle spalle la forte delusione di tutti per la prestazione dell’ultima gara, invitando i nostri sostenitori ad essere presenti e calorosi già dalla prossima gara interna, quella contro la corazzata Napoli, posticipata a lunedì sera alle ore 20,30, per continuare a sostenere la squadra della città.”

Eppure la storia di Matera, contrassegnata da mille sforzi, da ragione a un progetto che nasce nel 1960.

L’Olimpia nasce infatti proprio nell’anno olimpico grazie ad un gruppo di appassionati materani di basket; sino al 1980 partecipa principalmente a campionati regionali ed a tornei giovanili. Nel 1980 viene promossa in serie C2, tre anni dopo passa in C1 e nel 1986 accede per la prima volta alla serie B2. In questo torneo l’Olimpia disputa diverse stagioni di buon livello, raggiungendo più volte i play-off. Nella stagione 1997-98 conquista la prima storica promozione in serie B1. Tuttavia la permanenza in B1 dura una sola stagione, in quanto l’Olimpia termina il campionato 1998-99 all’ultimo posto con 12 punti all’attivo. Il ritorno in serie B d’Eccellenza avviene nel 2004. Da allora l’Olimpia ha disputato sette stagioni nel campionato denominato oggi Divisione Nazionale A, disputando i play-off nelle stagioni 2004-05 e 2007-08, ed i play-out nelle stagioni 2005-06, 2006-07 e 2008-09. Nella stagione 2009-10, con la salvezza conseguita nella stagione regolare, l’Olimpia Basket consegue il diritto a partecipare al campionato di serie A Dilettanti nel campionato 2010-11. La squadra conclude la stagione regolare 2010-11 al settimo posto in classifica, e grazie alla vittoria nei play-out raggiunge la salvezza ed il diritto a partecipare per l’ottavo anno consecutivo al massimo campionato dilettanti previsto dalla riforma dei campionati nella stagione 2011-12.

Da questa salvezza l’Olimpia ne è uscita più che bene con un mercato che non più di qualche mese fa ci induceva ad esprimere queste considerazioni “E’ la favorita numero uno per la leadership a Sud, se non per guardare tutti in DNA dall’alto verso il basso. Infatti il gruppo agli ordini del saggio coach Ponticiello prevede in quintetto il tembile duo dei confermati Vico – Lagioia, puntellato dalla sostanza di Pilotti ex Ruvo, mentre non si lesina per una panchina impeccabile, dove sovrastano l’ex play santimese Aprea accanto agli ex-assi nascosti di Trapani Cantagalli e Tardito, senza tuttavia privarsi della crescita del 5 under 21 Martone e della saggezza di Cristiano Grappasonni.Unico difetto è forse imputabile all’eccessiva leggerenza delle cessioni di Lovatti (S.Severo) e Defant (Torino), anche se giusitificabile alla luce delle nuove ambizioni dei lucani.”

Sebastian Vico rappresenta, senza dubbio un elemento molto importante della nuova squadra, che non voleva prescindere dalle qualità tecniche di un giocatore di assoluto talento e che ha dimostrato per tutta la stagione di essere in grado di prendersi le giuste responsabilità in un ruolo fondamentale per tutto l’impianto di gioco team biancazzurro. Classe ’86, il cestista argentino ha esordito nel campionato italiano nella stagione 2007/08, quando ha vestito la maglia del Porto Torres. Poi due anni di crescita a Sant’Antimo e la consacrazione nella scorsa stagione a Matera: quarto posto assoluto per media di punti realizzati, con un valore medio di 16 punti a partita, e sesto posto assoluto tra tutti i giocatori del campionato per media di palle recuperate, con 2,43 recuperi a gara. In questa stagione ha confermato le ottime credenziali di ladro di possessi con ben 3,2 palle recuperate, e a rimbalzo sfrutta la sua natura di combo con 4 carambole nette, ma la continuità offensiva lascia decisamente a desidera, con una involuzione fino a 11 punti con il 42% da 2, il 24% da 3 e il 69% dalla lunetaa.

Occupiamoci quindi del secondo confermato “di lusso” rispetto alla scosrsa stagione, e cioè Andrea Lagioia: classe ’86, capace di ricoprire i ruoli di ala piccola e guardia, è il giocatore che nella passata stagione è rimasto per più minuti sul terreno di gioco, risultando il secondo realizzatore della squadra solamente dopo Vico. E’ un giocatore importante e spesso decisivo, come ha dimostrato nel corso dell’annata appena trascorsa, e alcuni lampi di calsse in stagione non sono mancati (si veda il 22+7 contro Trnerto nell’autorevole vittoria per 78-96), ma anche le sue performances sono il segno di una stagione che non va: c’è si il 27/27 dalla lunetta, conì come i 3,8 rimbalzi e il 38% dall’arco, ma 10,4 punti di  media con un misero 33% da 2 e appena 1,6 sottolineano la difficoltà di confermarsi a tutto tondo nella resa offensiva, come del resto è già visibile nelle ultime 4 partite.

La terza colonna preservata da coach Ciccio Ponticiello è Cristiano Grappasonni, 4/5 romano classe ’72: una nutritissima esperienza in categorie superiori (Serie A tra Avellino e Reggio Calabria tra il ’98 e il 2000,poi ampia affermazione in Legadue fino al 2008,tra Scafati,Ferrara,Messina e Capo d’Orlando e Caserta),che lo fa il vero collante dello spogliatoio,anche perchè il suo ruolo è accresciuto da un egregio contributo in campo tuttavia in stagione limitato da un infortunio che lo pone in dubbio per la sfida di domani: le sue cifre (9 punti con con il 54% da 2 e il 47% dall’arco oltre a 6 rimbalzi e 3,5 falli subiti), ne fanno un pericolo la cui assenza favorirebbe enormemente la causa napoletana, in particolare sotto canestro. Dove però Napoli certamente si imbatterà nelprimo di una serie di under di peso con cui Ponticiello ha voluto rendere il roster più proonfod e competitivo, a cominciare da  una riconferma importante per il gruppo biancazzurro, quello del lungo Raffaele Martone, che nell’ultima stagione si è rivelato pedina importante ed in forte crescita tecnica, tattica e caratteriale. Il lavoro certosino svolto da coach Ponticiello sul cestista, classe 1990, è stato utile alla sua crescita, tanto che è stata proprio l’ultima parte di stagione ha regalare le migliori soddisfazioni, in termini di rendimento e di punti realizzati, all’atleta campano. Senza dubbio un giocatore sul quale il coach della Bawer ha deciso di puntare, ma tutto questo in partenza: 3,8 punti in appena 13′, ma soprattutto 2,8 rimbalzi 1,8 palle perse sono i tratti di un giocatorepiù contratto,anche perchè forse gravato di responsabilità forse troppo grandi rispetto al suo reale cammino di crescita.

Ma se Matera a giugno aveva ià sorpreso e in meglio confermando le quattro migliori note della sua stagione, la campgna acquista sembrava rivelare quel profilo poi smentito dai primi risultati di questa stagione.

Partiamo ad esempio da Andrea Pilotti: ala, posto tre, buon tiratore con una carriera di tutto rispetto alle spalle, tra serie A e serie A Dilettanti, passando per la Lega Due e la vecchia serie B1, ottenendo anche alcune promozioni. Nella sua carriera ha vestito casacche importanti di club come Siena, Capo d’Orlando, Sassari, oltre che quelle di Ostuni, Latina, Omegna, Veroli, Montecatini e nell’ultima stagione Ruvo. In più, il brianzolo ha vestito anche la maglia azzurra nelle categorie under 18 ed under 20, oltre che quella della nazionale militare. I suoi numeri parlano di cifre tutto sommato in linea con le sue medie di carriera: 12,2 punti con 5 rimbalzi , 38% da 3 e 4,1 falli subiti oltre a 2,7 palle recuperate ne fanno il glaidatore che in mille occasioni hanno permesso a Matera di lottare per i 2 punti, spesso però invano.

Passiamo quindi a Gianni Cantagalli, guardia classe 1988 proveniente dalla Shinelco Trapani. Uno dei principali artefici della promozione della squadra siciliana nella stagione appena conclusa, rappresentava per coach Ponticiello la pedina tanto attesa dopo l’obbligatorio addio con Gilardi. Gianni Cantagalli arriva a Matera dopo una carriera già importante per un quasi ventitreenne, che calca parquet importanti dall’età di sedici anni. Partito dalla terra natia, Livorno, la guardia alta 194 centimetri per quasi 80 chilogrammi, ha disputato quattro stagioni con la casacca della società locale tra serie A e LegaDue. Successivamente ha cercato la maturità in B2 in Puglia, dove a Ruvo ha disputato il campionato 2008/09. Ancora una stagione in LegaDue con il Latina e successivamente la trionfale cavalcata nell’ultima stagione con la maglia della Shinelco Trapani, dove ha giocato spesso nel quintetto base ed è stato utilizzato costantemente da coach Benedetto. Il livornese si è soprattutto distinto come tiratore, e nella stagione siciliana lo ha dimostrato diventando il quinto realizzatore della sua squadra. Il che però non gli ha impedito di migliorarsi in questa prima metà di stagione, emergendo come principale marcatore di squadra (14,6 punti) con il 57% da 2 e il 94% dalla lunetta, assieme a 4,1 rimbalzi e 3,6 fali subiti che lo rendono il maggior pericolo per le maglie difensive BPMed.

BPMed che dovrò anche prestare attenzione al panchinaro più pepato della compagine sassese, e cioè Luca Tardito: posto quattro che si è distinto nell’ultima stagione a Trapani per essere riuscito a dare il cambio ad uno dei giocatori più importanti della sua squadra, Walter Santarossa. L’exploit, il giovane cestista di Ivrea, cittadina della provincia di Torino, l’ha effettuato proprio nelle ultime gare stagionali, quelle disputate nei play-off contro l’Ostuni e vinte nettamente da Trapani per 3-0. Cresciuto tra Montecatini e Biella, è stato proprio in quest’ultima squadra che ha esordito in serie A1, ottenendo nel 2007 la convocazione con la nazionale under 18 per gli Europei di categoria in Spagna. Poi è stato ceduto momentaneamente a Valenza in B2 per due anni, dove è cresciuto ed è stato selezionato da Trapani per far parte del vincente roster della scorsa stagione. Le sue cifre al momento non sono affatto malvage, soprattutto nella solidità nel pitturato (7,4 punti col 60% da 2 e 5,4 rimbalzi), ma i falli subiti lasciano a desiderare così come le palle perse, limitandone il coinvolgimento nelle rotazioni (che comunque si attesta già a 23′ di utilizzo).

Chiudiamo la batteria degli under bi pieno impeigo con l’ex di turno Pierluigi Aprea: play-guardia classe ’91, proviene dalle giovanili della S.S. Basket Napoli, da cui poi si trasferito alal volta di Sant’Antimo, dove ha disputato un buon campionato. Con i suoi 190 centimetri d’altezza garantisce anche un ottimo apporto fisico testimoniato dai 2 rimbalzi e 3 falli subiti per gara, assieme a un 59% da 2 che ne sottolinea alcune potenzialità però troppo smesso ridimensionate da una regia naufragante il palle perse o non eccelsa organizzazione di gioco (appena 0,6 gli assist).

Chiudiamo quindi le lunghe rotazioni dei lucani con Michele Castoro e Francesco Centrone.

Il primo è un play-guardia dalle spiccate caratteristiche tecniche ed in grado di gestire i movimenti della squadra con personalità e visione di gioco. La sua giovane carriera, dopo la trafila nelle giovanili della Pielle Matera, inizia a Battipaglia, dove nel 2007/08 ha disputato il campionato di serie C1. Successivamente si è trasferito a Lucera, disputando il medesimo campionato. Salto di categoria l’anno successivo, nel 2009/10, quando è stato impegnato con la maglia del Foggia in B2. Lo scorso anno ha disputato un ottimo campionato con la maglia della squadra lucana del Melfi, sempre in B2, meritandosi l’opportunità di far parte di un roster impegnato ad affrontare l’importantissima esperienza della nuovissima DNA, al momento scandita da 6′ a partita con 1,8 punti ma discrete cifre al tiro.

Francesco Centrone invece è un ala-pivot nato nel 1992, alto 204 centimetri e proveniente dalle fila della Action Now Monopoli, dove ha conquistato la promozione in serie C e guadagnato nel corso degli anni diverse convocazioni con le maglia delle nazionali under 18 ed under 20. Il suo apporto è limitatissimo (appena 5′ a partita), ma non si esclude un suo più ampio insierimento nel match a causa del mezzo servizio di Grappasonni.

Tanti insomma i protagonisti possibili o probabili di questa sfida, piattaforma di lancio per Napoli, ancora di salvezza per Matera. Staremo a vedere…..