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Day 6. “The last shoot” in New York City.

In partenza dalla Grande Mela, non potevamo andarcene senza fare un salto al Madison per l’ultima volta, per il College Basket, vista la ghiotta occasione di attraversare la 7th Avenue e vedere i Red Storms in una di quelle occasioni in cui non giocano alla “Lou Carnesecca” Arena.

I “soli” 8.441 spettatori che hanno deciso di pagare il tickets, fanno apparire abbastanza vuoto il Garden, ma ci permettono comunque di assaporare l’atmosfera di queste gare e ci regalano un secondo insegnamento sul tifo agli eventi sportivi.

New York è grande e gli ex alunni di Uconn abbondano e seguono la loro alma mater, incitandola e cantando, come in passato, ed è risaputo, che quel periodo resta indimenticabile (qua non posso citare un attempato vecchio americano che ho conosciuto…se voglio scrivere ancora). Il preferito dei supporter dei Red Storms è “Uconn sucks”, che non necessita traduzione, e il tutto avviene avendo a due metri un perfetto sconosciuto che fa lo stesso per l’altra squadra. Risultato: appena ne parte uno, ne arriva in risposta uno degli altri a volume più alto. Non c’è nessun problema di ordine pubblico; pensate che al primo gesto dell’ombrello è arrivato uno stewart a riprendere chi è uscito dalle righe.

L’aprire questa parentesi non siamo sicuri che abbia un reale scopo, ma assistere live a questi episodi fa riflettere, obbligandoci di conseguenza a meditare e domandarsi: siamo davvero così sicuri che non ci piace questo genere di tifo negli eventi sportivi? Con bambini e famiglie nelle arene senza nessuna preoccupazione?

Torniamo al campo da gioco per alcune considerazioni sulla partita. Entrambe le squadre non stanno avendo una stagione sopra le righe e il livello di gioco lo dimostra. Gli Huskies allenati da Kevin Ollie prendono subito un’imbarcata che li porta fino al meno 19, ma poi rimontano nel secondo tempo guidati da 14 di Shabbazz Napier.

I padroni di casa però si riprendono nel finale e vengono portati a mano verso la vittoria da D’Angelo Harrison, che pesca la tripla e uno step back dai 5 metri, dopo che non l’aveva messa per tutta la gara.

Il ragazzo ha talento, come dimostrano i 18.5 punti e 4,6 rebs a sera, la faccia tosta e non disdegna le responsabilità, ma in campo ha un impatto fisico alla J.J. Barea. Potrebbe anche giocare in NBA in futuro, però è presto per scommettere il nostro dollaro su di lui.

Uconn@St. john's

Uconn@St. John’s

Tra le file dei Red Storm ci ha notevolmente impressionato Sir’Dominic Pointer, sophomore che non avrà statistiche di rilievo (6.7+4.5+2.4) ma è importante come il pane per la sua squadra. Versatile (ha ricoperto tutti i ruoli dall’uno al quattro) e altruista, ha giocato da perfetta point forward nel finale, permettendo al compagno più famoso di “vincere la partita”. Pound per pound il migliore sui due lati del campo, se non finirà al piano di sopra (difficile), segnatevi il suo nome per una carriera di alto livello europeo.

Interessanti sotto le plance anche il freshman Jakarr Sampson e il nigeriano Chris Obepka. Quest’ultimo è il secondo stoppatore della division I, anche se non riesce a stare in campo per più di 20 minuti. Quando coach Lavin lo riesce a schierare, gli avversari girano alla larga.

Abbiamo lasciato per ultimo il play di Uconn; Napier, il miglior giocatore della partita, ha segnato canestri da autentico padrone della gara, è fatto e finito per l’Eurolega da subito ma crediamo che nei suoi sogni ci siano altre destinazioni (second round pick nel 2014?). Per la questione NBA, nella squadra giusta potrebbe diventare, se prosegue nella crescita, un buon back up con licenza di far male

Il nostro treno è arrivato a Boston.

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Schoolbus5 ( se volete scrivere, fatelo a [email protected])

P.S. Ci scusiamo per la pubblicazione ritardata ma abbiamo avuto problemi tecnici, ci perdonate con questo tributo?

J.S.