Greg Monroe (AP Photo/The Canadian Press, John Woods)

Tempi duri a Detroit e non solo per la crisi delle industrie automobilistiche. Ormai anche nella pallacanestro sembrano lontanissimi i tempi del titolo, i tempi di Billups lì a furoreggiare, di Hamilton a mettere dentro tutto quello che gli passava per le mani, di Rasheed Wallace a fare il bello e il cattivo tempo, nel vero senso della parola. I tempi di Ben Wallace a fermare qualunque cosa passasse ad altezza ferro. La scorsa stagione si è chiusa nell’anonimato generale per un team che davvero ha mostrato poche prospettive e le premesse in vista della nuova annata sembrano non essere migliori. L’unica nota positiva è stata fornita dal draft con l’arrivo di Andre Drummond (nessuno avrebbe davvero pensato di poterlo trovare ancora libero al numero 9), centro di buone qualità e con un potenziale notevole, candidatosi alla NBA dopo un solo anno di college a Connecticut. Le doti atletiche sono notevoli, ma probabilmente non è ancora pronto per la NBA. A soli 19 anni e con una preparazione mentale evidentemente non ancora solida, non può essere il giocatore capace di far fare da subito il salto di qualità che ormai da anni ci si aspetta a Detroit. Certamente però, almeno in prospettiva, il g.m. Joe Dumars avrà pensato di poter riformare una coppia di lunghi stile Sheed/Big Ben con lui e Greg Monroe. Ma nell’immediato si nota soprattutto un roster che manca di talento specie in alcuni elementi e che è praticamente variato per il solo arrivo di Corey Maggette, scambiato per Ben Gordon. Insomma, è arrivato un elemento che ha probabilmente attratto soprattutto per il contratto da quasi 11 milioni in scadenza nel 2013, non un “crac” e neanche un giocatore in grado di dare leadership ad un gruppo che pare sinceramente in perenne naufragio. I soliti Knight, Stuckey, Jerebko, Maxiell sono buoni giocatori, ma niente di più. Non bastano a formare il nucleo chiave di una squadra capace di regalare soddisfazioni che i Pistons, fuori dai playoffs da tre anni, ormai da un bel po’ riescono solo a sognare.

Rodney Stuckey (AP Photo/Paul Sancya)

Roster
Il quintetto dovrebbe essere capitanato in cabina di regia da Brandon Knight, play discreto che soffre però di molti alti e bassi. Ovviamente tutti si augurano ai Pistons che, nel suo secondo anno, siano molto di più gli alti. In guardia ci sarà Rodney Stuckey, da cui ci si aspetta un salto di qualità ulteriore nel ruolo di prima punta sul perimetro. L’immortale Tayshaun Prince partirà in ala, è giocatore dal talento e dalla carriera indiscutibile ma che poco può fare in un team mediocre. Sotto le plance i titolari saranno Greg Monroe e Jason Maxiell, con il primo che si fa preferire per quanto mostrato in questa pre-season e nella scorsa stagione. Dalla panchina, avrà un ruolo importante il talento offensivo di Corey Maggette, anche se la maggiore speranza, come già detto, porta il nome di Andre Drummond. Ma in seconda battuta anche quello di Jonas Jerebko. Lo svedese ex Biella ha mostrato notevoli miglioramenti lo scorso anno e tutti si augurano possa diventare un uomo da quintetto in questa stagione. Villanueva, se in condizioni fisiche e mentali accettabili, potrebbe dare il suo apporto, così come Will Bynum potrebbe avere minuti nella rotazione delle point-guard, mentre Austin Daye si candida ad avere minuti crescenti alle spalle di Prince. Inoltre da seguire il ritorno in America di Kyle Singler, scelto nel 2011, reduce da un anno in Spagna.

Tayshaun Prince (AP Photo_Duane Burleson)

Prospettive
Parola d’ordine: rifondare. Ma per farlo ci sarà bisogno di idee concrete e soprattutto di scelte azzeccate. Quelle idee che forse fino ad ora sono mancate (basti pensare al contrattone dato senza motivo ad un Prince a fine carriera). Per vedere una versione quantomeno accettabile bisognerà probabilmente aspettare ancora un anno o due. Per il momento bisognerà verificare la validità e le prospettive di Andre Drummond. Compito dello staff guidato ancora da coach Lawrence Frank sarà quello di trasformare il giovane lungo da un semplice centro che ha dalla sua l’età e le doti fisiche ad un giocatore capace di essere completo e di guidare alla rinascita un team in grave crisi. Joe Dumars intanto si guarda intorno e cerca di capire quali possibili scenari possano aprirsi da qui a fine stagione per portare già a termine qualche scambio interessante che possa dare più futuribilità ad un roster ancora troppo privo di talento. Impresa di certo non facile per gli errori commessi in passato.

Pronostico
Lotteria
. Niente di più potrà arrivare per questi Pistons. Dopo il 25-41 dello scorso anno probabilmente Detroit non andrà oltre le 30 vittorie in questa stagione. Le speranze, a questo punto, sono tutte concentrate su una buona posizione al prossimo draft.