Rudy Gay (AP Photo/Jim Weber)

Proprio come nell’omonima canzone dei The Cure, i Grizzlies stanno attraversando una fase transitoria cercando di comprendere se l’anima della squadra sia più vicina a quella indiavolata mostrata durante i playoff del 2011 (eliminati gli Spurs 4-2, persero contro i Thunder la semifinale ad ovest 4-3), oppure alla versione più soft mostrata questa primavera che ha coinciso con la sconfitta in gara sette per mano dei Clippers.
I ragazzi di coach Hollins avevano incantato tutta l’NBA due stagioni fa con la loro difesa fatta di intensità e atletismo e la leadership dell’eterno dannato Zack Randolph, a tratti immarcabile per qualsiasi bipede con un contratto NBA. Dopo la prima storica vittoria della franchigia in post season, considerando le luccicanti statistiche di Randolph, 22.2 punti conditi da 10.8 rimbalzi e una quantità “uncontables” di dominio su avversari e partita, la giovane età media del quintetto e la crescita dell’ormai più forte dei Gasol (il giovane Marc), i Grizzlies sembravano a un giocatore importante dal diventare una seria contender. Purtroppo, come avviene molte volte in questi casi, il giocatore non è mai arrivato e Randolph ha avuto problemi fisici che hanno condizionato tutta la scorsa stagione, così i progressi previsti non sono diventati realtà. Durante l’estate, i Grizzlies hanno lasciato andare il discusso talento O.J. Mayo, sostituendolo con Jerryd Bayless, un’altra “combo guard” curiosamente scelta sempre nel draft 2008 otto posizioni più indietro rispetto alla terza chiamata del talento da Southern California. Bayless ha chiuso a 11.4 punti con 3.8 assistenze la scorsa stagione, con tanti problemi fisici, ai Raptors, ma da quando è entrato nei pro ha faticato e non poco per trovare la sua strada.
Le altre novità sono il rookie Tony Wroten, freshman dall’Università di Washington, giovane con talento nell’uno contro uno, ma con un jump shoot inaffidabile, Wayne Ellington, arrivato da Minnesota in cambio di Cunningham, e un veterano con punti facili come Ronald Murray. Per il resto, la squadra è rimasta quasi totalmente lo stesso gruppo di giocatori con un anno in più di esperienza alle spalle, un leader recuperato fisicamente e con la speranza che questa sia la stagione della consacrazione nell’olimpo delle superstars NBA per Rudy Gay.

Mike Conley (Photo by Chris Graythen/Getty Images)

Roster
Lo starting five dei Grizzlies non dovrebbe cambiare rispetto alla scorsa stagione con Mike Conley a condurre i giochi (12.7 punti+ 6.5 assistenze e il 37% nelle triple), Tony Allen per le missioni difensive e i 203 centimetri di eleganza del molleggiato Rudy Gay a completare il reparto degli esterni (19 punti e 6.4 rimbalzi a sera). La front-line titolare sarà composta da Zach Randolph e Marc Gasol, definita dallo stesso prodotto di Michigan State la più forte della lega. Il sesto uomo dovrebbe essere Bayless, mentre faranno parte della rotazione degli esterni Wayne Ellington, buon tiratore che però deve ancora dimostrare parecchio, e il giovane Quincy Pondexter, reduce da un anno promettente. Sotto le plance avranno minuti il prodotto dei Florida Gators Marreese Speights, come primo cambio dei lunghi, e Darrell Arthur, che però partirà in ritardo di un paio di mesi perché, lavorando per recuperare dall’infortunio che lo ha fermato la scorsa stagione, ha riportato una frattura alla gamba sinistra. Completano la rosa lottando per guadagnare minuti dal pino il rookie Tony Wroten, l’esperto Murray che all’occorrenza potrà fare comodo, così come le fiammate offensive di Josh Selby, e i 218 centimetri dell’iraniano Haddadi che allunga il frontcourt insieme al centro giamaicano ex Knicks, Jerome Jordan.

Marc Gasol (AP Photo/Charles Rex Arbogast)

Prospettive
La situazione salariale dei  “fab four” dei Grizzlies (Conley, Gay, Randolph e Gasol) paralizza il mercato in entrata per le prossime tre stagioni con rispettivamente 54 milioni in questa, 58.5 la prossima e 60.5 nel 2014/15, riducendo le opzioni possibili alla cessione di uno di questi protagonisti o alle eccezioni salariali. In realtà ci sarebbe la possibilità di rinunciare a Speights e Bayless in uno scambio “due per uno” per arrivare a un altro big player, ma sembra più fantabasket. I pochi movimenti di mercato e la rinuncia a Mayo lasciano intendere che coach Hollins e il suo staff puntano forte sul gruppo che è stato formato e plasmato nelle passate stagioni, per questo motivo Memphis parte un passo avanti ad alcune avversarie, anche se giocare ad ovest non aiuta a raggiungere gli obiettivi. La base di partenza è un quarto posto ottenuto con scarti minimi nella Western Conference.

Pronostico
Un risultato inferiore alle semifinali di conference sarebbe un fallimento.