WASHINGTON, DC – Entrando in New Jersey, giganteggia un banner di colore blu con scritto “Nice try Sandy, welcome back friends”. Un indicatore, se proprio si sentisse il bisogno di metterlo in risalto, della forza di volontà degli americani, più devastante di quella dell’uragano che ha seminato morte e distrutto sogni.

La destinazione principale di questo “on the road” da New York, é però la città dell’amore fraterno, Philadelphia. La città dei Phillies, dei 76ers e soprattutto (anche se non ai fini ultimi di questa testata) dei Philadelphia Eagles. Che sia un periodo particolarmente difficile per le sorti sportive della città sul fiume Delaware lo si sapeva già dalla stagione, anzi agonia, vissuta dalla squadra di baseball MLB, quei Phillies favoritissimi ma fuori dai playoffs, così come gli Eagles della stagione passata e, purtroppo per i calorosi tifosi di Philly, anche di quest’annata. Annata da risollevare contro i Dallas Cowboys, ma evidentemente la presenza di DailyBasket (per l’occasione spettatore anche in una gara di NFL), non ha sortito gli effetti sperati, ma anzi ha inasprito il clima di tensione.

Dopo una rimpatriata benefica con i giocatori dei Phillies, arriva il momento clou della settimana, la gara dei Philadelphia 76ers contro gli allora derelitti Detroit Pistons. La squadra di coach Frank arriva in Pennsylvania “forte” del suo record di 0-8, ed é forse per questo motivo che il pubblico di casa non si va vedere in massa. Peggior inizio di stagione della storia per Detroit, che però grazie all’innesto dalla palla a due di Kyle Singler e al solito portentoso contributo di Greg Monroe, si porta subito avanti, provocando i primi fischi dalle non troppe calorose tribune del Wells Fargo Center. I Sixers sono orrendi da vedere, al contrario di quanto avevano mostrato nella sconfitta da noi testimoniata del Madison Square Garden, dove, pur fra le difficoltà di giocare contro una grande squadra e con i soliti problemi fisici dei propri giocatori, avevano fatto vedere qualcosa di positivo.

Jrue Holiday e Doug Collins (AP Photo/ H. Rumph Jr)

Ma dopo la gara persa male contro i Bucks due sere prima, il copione continua a essere lo stesso. Il 52-43 con il quale si va all’intervallo la dice lunga: i lunghi, fra i quali spicca Monroe con 18 rimbalzi, danno un vantaggio enorme alla squadra ospite, surclassando i Sixers 45-27 a rimbalzo, dove è evidente l’assenza di Bynun (spettacolare da un punto di vista capelluto). Poco male che le palle perse dai Pistons siano ben 15 contro le sole 3 dei padroni di casa: nella settima di nove trasferte, i Pistons finalmente vincono la loro prima partita, con quattro giocatori in doppia cifra e il sospiro di sollievo di coach Frank, che era partito 0-16 con i Nets nel 2009, prima di essere esonerato.

Cosa succede ai Sixers? Il record senza Bynum é adesso 4-4, ma il centro ex Lakers continuerà a curare di più i capelli almeno fino a gennaio, e i miglioramenti tardano ad arrivare, nonostante qualche buona vittoria. Le ultime due sconfitte casalinghe sono il segnale che qualcosa non va, in partitolare riguardo alla capacità di reazione della squadra: “Quando qualcuno ti sta facendo male, dovresti reagire, ma oggi non c’eravamo e quando ci abbiamo provato tutto è andato dalla loro parte” ha detto Jrue Holiday, attualmente il miglior giocatore a roster per i Sixers. Più fiducioso Spencer Hawes: “Non è la fine del mondo, torneremo in carreggiata”.

Non sarà certo stata la migliore gara, anzi, ma DailyBasket on the road nel Nordest degli USA continua ancora per pochi giorni e con sommo dispiacere, sperando di essere riusciti a trasmettere almeno un decimo delle emozioni vissute. Al prossimo episodio!