Mentre Dwight Howard non ha potuto fare altro che confermare la sua scelta di andare a Houston, svelata in anteprima da Sam Amick di Usa Today e da noi pubblicata praticamente in tempo reale, il resto della NBA non è rimasta certo a guardare.

Paul-Millsap

Paul Millsap approda ad Atlanta (Foto: basket-infos.com)

La firma principale è stata quella di Paul Millsap, che lascia i Jazz dopo sette stagioni per approdare ad Atlanta, con un contratto di due anni a 19 milioni di dollari. Buon colpo per gli Hawks, che si assicurano a cifre tutto sommato contenute un’ala forte molto affidabile (15 punti e 7 rimbalzi nell’ultima stagione) e che ben si combina ad Al Horford, potendo giocare sia da 4 con Horford come centro, sia da 3 con Horford da ala forte e un centro in possibile arrivo (Omer Asik? Vedi sotto). Con Millsap, sempre da Salt Lake City, atterra ad Atlanta anche DeMarre Carroll, ala duttile e in grado di rendersi utile su entrambi i lati del campo, firmato con un biennale da 5 milioni.

O.J. Mayo lascia Dallas dopo una sola stagione (Foto: blogs.bettor.com)

O.J. Mayo lascia Dallas dopo una sola stagione (Foto: blogs.bettor.com)

Mentre Brooklyn si assicura con un biennale, più player option sul terzo anno, Bojan Bogdanovic, un’altra firma destinata a far parlare è quella di O.J. Mayo per i Bucks: la guardia ex Mavs, 15,3 punti e 4,4 assist nell’ultima stagione, si è accordato con Milwaukee per un contratto di tre anni a 24 milioni di dollari. Andrà a sostituire il partente Monta Ellis. E si muovono anche gli stessi Mavericks, che dopo aver perso Mayo hanno firmato con un contratto di 4 anni da 29 milioni José Manuel Calderón, scelta, se non discutibile, quantomeno bizzarra. Il play spagnolo ex Raptors, che ha terminato la scorsa stagione in maglia Pistons, ha 32 anni (quindi al termine dell’oneroso contratto ne avrà 36) ed è conosciuto per non essere né un grande difensore né un atleta particolarmente degno di nota. Dallas l’ha scelto per le sue abilità di gestire il gioco, passare la palla e tirare da fuori, ma la cifra pare davvero spropositata.

Royce White con la maglia dei Rio Grande Valley Vipers (Foto: www.caller.com)

Royce White con la maglia dei Rio Grande Valley Vipers (Foto: www.caller.com)

Altri due movimenti avvenuti nella notte sono la firma dell’ala ex Knick Chris Copeland, una delle sorprese della scorsa stagione a New York (8,7 punti di media), con gli Indiana Pacers (6 milioni per due anni: è restricted free agent ma NY, dopo aver rifirmato Smith e Prigioni, non pareggerà l’offerta per ragioni di luxury tax) e la cessione dell’oggetto misterioso Royce White da parte dei Rockets ai 76ers in cambio di future scelte non meglio definite. Sedicesima scelta al draft 2012, White non ha mai messo piede in campo con i Rockets a causa di problemi di ansia che gli impediscono di prendere l’aereo (ha giocato 16 partite in D-League nella squadra affiliata ai Rockets, i Vipers, con medie di 11,4 punti, 5,7 rimbalzi e 3,3 assist). Il motivo della cessione è chiara, creare spazio salariale per la firma di Howard, mentre da parte dei 76ers l’intento è di portare a casa un giocatore talentuoso, sperando di “poterlo” utilizzare, in cambio di quasi niente (o, nella peggiore delle ipotesi, poter scaricare il suo contratto al termine della stagione, dato che i successivi due anni sono vincolati da una team option).

In partenza da Houston a questo punto è pure Omer Asik, che ha già manifestato l’intenzione di volersene andare, per non fare il cambio. I Rockets, che hanno sondato pure Josh Smith, hanno parlato con gli Hawks di un sign-and-trade per lui che coinvolga proprio il centro turco. Atlanta si è dimostrata interessata e la trattativa può proseguire, ma cercheranno di inserirsi nel discorso anche i Pelicans che, dopo aver trattenuto Aminu con un annuale da 3.7 milioni, hanno offerto in cambio Ryan Anderson, che si riunirebbe ad Howard con cui ha già giocato ad Orlando.