La vittoria di San Antonio è passata anche dal tentativo riuscito di limitare le acrobazie di Westbrook (Photo : Reuters)

Russell Westbrook: indicato da molti come “degno” interprete del ball-hogging. (Photo : Reuters)

Esistono molti  modi per etichettare un giocatore egoista, che pensa più che altro a se stesso, senza coinvolgere il resto della squadra. Insomma, uno talmente “innamorato del pallone” da non passarla mai, per la disperazione di allenatori, tifosi e, soprattutto, compagni.

In America, chi gioca in questo modo viene detto ball-hog: letteralmente “monopolizzatore di pallone” o “mangia-pallone”. Guarda caso, hog, inteso come aggettivo, si può tradurre anche come “spilorcio”, “taccagno” e, in slang US, “ciccione”, “panzone” o, come già detto, “mangione”.  Invece, to hog significa “tenere per sé”, o, appunto “monopolizzare”. Giusto per completezza di informazione, hog può essere utilizzato anche come sinonimo di “maiale”; tanto per far capire quanto sia amato chi gioca in questo modo.

Di solito il ball-hogging indica la tendenza a prendersi tiri a bassa percentuale, specialmente quando gli altri membri della squadra si trovano in posizioni aperte. Un vero ball-hog tenta in tutti i modi di monopolizzare il gioco, naufragando in personalismi eccessivi e considerando l’assist come ultimissima e remota opzione.

Le statistiche possono fotografare al meglio la condizione di una squadra in cui si fa del ball-hogging: pessima percentuale dal campo, la maggior parte dei tiri presa dal ball-hog, pochi assist o canestri scaturiti da questi, e un basso assist-to-turnover ratio: il parametro che valuta la capacità di un determinato giocatore di trattare la palla e coinvolgere i compagni, calcolato dividendo il numero degli assist messi a referto in una partita per le palle perse collezionate nello stesso incontro.

Sono tanti i ball-hogs dell’ NBA, ma ce n’è uno che li supera tutti, anche perché per talento ed efficacia dà una pista a tutti: Kobe Bryant. Da che mondo è mondo, il Black Mamba è riconosciuto per essere l’accentratore di gioco con la “a” maiuscola. Ne può segnare 20, 30 o anche 81, ma gli assist no, quelli no.

Il #24 è, a tutti gli effetti, il re del ball-hogging. Lui lo sa, e ci scherza anche su.

I precedenti appuntamenti di Catch this?:

“50-40-90 club”

Amoeba defense

Ankle breaker

 


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